“Malgrado i tagli della legge di stabilità 2016 e i vincoli derivati dal rispetto del pareggio di bilancio, la Regione Umbria mantiene gli equilibri di bilancio e l’affidabilità dei conti, all’interno di una invarianza della pressione fiscale. Il bilancio regionale 2016, che ammonta a 2 miliardi 940 milioni di euro di cui un miliardo e 809 milioni per la sanità, punta a garantire in toto il cofinanziamento dei programmi comunitari, a non ridurre le politiche di welfare e di coesione che sono alla base della nostra idea di sviluppo, a fare scelte importanti nel settore dei trasporti, e in quello del turismo e delle politiche culturali”. È quanto ha detto la presidente della Giunta Regionale, Catiuscia Marini, illustrando la manovra di bilancio in Prima Commissione, presieduta Andrea Smacchi. La Commissione tornerà a riunirsi martedì 28 marzo per l’esame degli emendamenti e mercoledì 30 per l’approvazione della manovra, che verrà portata in Aula il 4 e 5 aprile.
I numeri – La manovra 2016 ammonta a circa 3 miliardi (nello specifico a 2 miliardi 940 milioni di euro), di cui circa un miliardo 809 milioni destinati al fondo sanitario; oltre 470 milioni ai servizi istituzionali, generali e di gestione; 162 milioni ai trasporti e al diritto alla mobilità, di cui 104 del fondo trasporti; 28 milioni all’istruzione e al diritto allo studio; 20 milioni per la tutela e valorizzazione dei beni e delle attività culturali, destinati anche al sostegno di istituzioni culturali, come il Teatro stabile dell’Umbria, dalle quali altri soci pubblici si sono via via defilati; quasi 30 milioni per l’assetto del territorio ed edilizia abitativa; 62,2 milioni per lo sviluppo sostenibile e la tutela del territorio; circa 68 milioni per lo sviluppo economico e la competitività; 50 milioni per le politiche per il lavoro e la formazione professionale; 49,5 per l’agricoltura, le politiche agroalimentari e la pesca; 13,5 milioni per le relazioni con le altre autonomie territoriali e locali, come le comunità montane e l’agenzia della forestazione; 18 milioni per politiche sociali e famiglia, confermando 4 milioni di euro per la non autosufficienza che, insieme alle risorse statali porta il fondo a quasi 10 milioni di euro.
Il contesto – La presidente Marini ha spiegato che “nel 2016 entra pienamente a regime l’armonizzazione contabile che porta con sé una nuova struttura di bilancio, con una diversa modalità di allocazione delle risorse e l’obbligo di accantonamento di fondi. La manovra di bilancio 2016-2018 è composta da un bilancio di previsione pluriennale a carattere autorizzativo e aggiornato annualmente, di una legge di stabilità 2016 e di un collegato. La legge di stabilità nazionale del 2016 ha pesanti effetti sul bilancio della Regione, visto che complessivamente prevede oltre 2 miliardi di tagli per il 2016 che si sommano agli effetti delle precedenti manovre per ulteriori 4,2 miliardi, portando il totale dei tagli a 6,3 miliardi di euro per le regioni. Senza dimenticare che il principio del pareggio di bilancio impedisce l’utilizzo dell’avanzo vincolato, se non a scapito delle altre spese di competenza.
Scelte e contenuti – “La Regione Umbria – ha proseguito la presidente Marini – presenta una situazione di complessiva solidità finanziaria, frutto di scelte orientate alla prudenza, rafforzata dal significativo margine di potenzialità fiscale disponibile. La Regione ha sempre rispettato il patto di stabilità interno, ha utilizzato la propria capacità di indebitamento al di sotto del limite consentito dalla legge, non ha mai fatto ricorso ad anticipazioni di tesoreria, non è stata mai sottoposta ai piani di rientro in sanità, non è mai stata mai stata destinataria di segnalazioni della Corte dei Conti per squilibri di bilancio, presenta una situazione di tesoreria priva di criticità, rendiconti regionali sempre parificati. La Regione non ha mai agito sulla leva fiscale, tanto che la pressione fiscale regionale è rimasta di fatto inalterata nell’ultimo decennio. Infatti abbiamo cancellato tutte le tasse di concessione, ad eccezione di caccia, pesca e raccolta tartufi; non abbiamo mai applicato l’imposta regionale sulle emissione sonora degli aerei; non abbiamo aumentato la tassa automobilistica; abbiamo applicato al minimo di legge l’addizionale regionale al gas metano; abbiamo ridotto in maniera selettiva l’Irap.
Anche per la manovra di bilancio 2016-2018 le linee di indirizzo prevedono l’invarianza di tutte le aliquote dei tributi propri regionali; l’ulteriore razionalizzazione degli interventi regionali di settore; non agiamo sulla parte di bilancio che riguarda la tutela della coesione e della qualità sociale, con la salvaguardia delle fasce deboli della popolazione; si conferma il finanziamento delle spese di natura obbligatoria e inderogabile; ulteriore razionalizzazione delle spese di funzionamento dell’ente, e sono così quattro anni che facciamo azioni consistenti in questo senso, pur tenendo conto quest’anno dell’impatto della riforma delle province; prosecuzione del percorso di miglioramento dell’efficienza dei processi di accertamento e riscossione delle entrate, e il bilancio sano nasce anche da questo, con particolare riferimento alla tassa automobilistica; confermiamo il cofinanziamento della nuova programmazione comunitaria; ricorso al mercato per specifici investimenti settoriali; equilibrio in sanità.
Nella manovra c’è la conferma delle agevolazioni e delle esenzioni con la soppressione dell’imposta regionale sulla benzina di 2,5 centesimi il litro per finanziare la ricostruzione del sisma di Marsciano; manteniamo la riduzione del 50 per cento dell’Irap per le cooperative sociali di tipo A e l’esenzione totale per quelle di tipo B; riduzione del 10 per cento della tassa auto per i vicoli storici. I 10 milioni di investimenti, con ricorso al mercato, servono per 2,1 milioni all’acquisto e manutenzione dei beni immobili, in particolare per quelli per il diritto alla studio di Perugia, 3 milioni per le infrastrutture per la mobilità e trasporto; 2,2 milioni per la forestazione e l’economia montana; 500mila euro per l’impiantistica sportiva, 500mila per il sistema museale; 1,7 milioni per il cofinanziamento del programma di investimenti.
Quindi le scelte di bilancio dimostrano che il cuore centrale è il cofinanziamento della programmazione comunitaria, visto che le risorse per l’intera programmazione 2014/2020 sono di 1,471 miliardi di euro di cui 239 milioni a carico della Regione. Da segnalare l’impatto del bilancio regionale determinato dalla riforma delle Province che ha un costo totale solo per il personale di 8,9 milioni di euro, di cui 7,4 a carico del bilancio della Regione, a cui vanno sommate le spese di natura indiretta per circa un milione e mezzo di euro. Senza considerare il personale arrivato dalle Province, la spesa per il personale della Regione è di 58,2 milioni di euro nel 2016, in costante diminuzione negli ultimi anni”.
La legge di stabilità – Il ddl Stabilità 2016 si compone di 13 articoli e prevede, tra le altre cose, un contributo di 10mila euro per la Fondazione centro studi ‘Aldo Capitini’ di Perugia; 100mila euro per la formazione del personale regionale; 500mila euro per la realizzazione di manifestazioni ed eventi per la promozione in Umbria del Giubileo della Misericordia; sostegno all’assistenza legale per gli obbligazionisti umbri danneggiati dalla situazione di crisi degli istituti bancari Banca Etruria, Banca Marche, Cariferrara e Carichieti; 2 milioni di euro, utilizzando le maggiori risorse derivanti dall’aumento delle tariffe del demanio idrico, a favore degli enti locali in cui sono collocati gli impianti di derivazione di acque pubbliche ad uso idroelettrico; ricondurre l’attività della Film commission all’interno dell’ufficio turismo della Regione.
Il disegno di legge – Tra i contenuti del disegno di legge collegato 2016 sono da segnalare la riduzione del 15 per cento del canone di concessione delle aziende agrarie che fanno parte del patrimonio regionale; la proroga del fondo di autoritenzione regionale per le aziende sanitarie, norma di autotutela per la gestione rischi; l’istituzione dell’Organismo strumentale per gli interventi europei che agevola la gestione finanziaria degli interventi finanziati dalle risorse europee; l’autorizzazione agli enti strumentali della Regione ad attivare anticipazioni di cassa.
L’affaire province – “La riforma delle province ha portato maggiori costi alle Regioni soprattutto per assorbire, giustamente, quelli relativi al personale provenienti dalle ex province”. È quanto dichiara il consigliere regionale Claudio Ricci (Ricci presidente) a proposito del bilancio regionale preventivo 2016. “Sono circa 15 milioni di euro gli oneri in totale che opportunamente serviranno al fine di tutelare il personale, che merita una ampia valorizzazione, nonché per assorbire altri oneri derivanti dalle ex province”.
Per Ricci “prima di dare attuazione alle riforme bisognerebbe ben valutare se le stesse fanno realmente risparmiarne o, semplicemente, trasferiscono i costi da un ente all’altro, in questo caso dalla Provincia alla Regione. Altro esempio sono le tasse locali: mentre il Governo dice di non aumentare le tasse, in realtà diminuendo i trasferimenti a regioni, province e comuni, costringe gli enti locali, e in particolare i comuni, ad innalzare le aliquote. Il risultato è che, negli ultimi due anni, dai dati ufficiali registrati emerge che sono aumentate le tasse locali del 17 per cento circa”. “Consigliamo al Governo – conclude Ricci – invece di finanziare le proprie azioni innalzando i debiti dello Stato o facendo aumentare le tasse locali, di fare una incisiva azione di risparmio e revisione della spesa pubblica, che è salita a circa 840miliardi di euro all’anno. Solo così sarà possibile creare, con le risorse ottenute, vero sviluppo, nuovi posti di lavoro e meno tasse”.