E' firmata dai consiglieri di opposizione in Regione, la nota di replica all'assessore regionale Fabrizio Bracco e al sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, che ieri (il secondo in qualità di presidente del Consiglio delle autonomie locali) avevano criticato l'iniziativa del centrodestra di Palazzo Cesaroni di presentare alla magistratura un esposto in cui si avanzano dubbi di legittimità sul parere del Cal rispetto al bilancio regionale, approvato mercoledì scorso in consiglio regionale.
IL BILANCIO IN REGIONE PASSA – LEGGI
“Se c'è qualcuno che si arrampica sugli specchi – dicono i consiglieri di opposizione, in riferimento alla critica avanzata nei loro confronti da Bracco – questi sono proprio l'assessore Bracco e il presidente De Girolamo. Di fatto la buttano in politica per fare un pò di polverone ma devono ammettere l'irregolarità compiuta. Da quando in qua – si chiede il centrodestra – un ufficio di presidenza si può sostituire ad un consiglio quando la legge stabilisce che il parere sul bilancio deve essere espresso dall'Aula? I tempi stretti di cui parla Di Girolamo sono valutazioni politiche e non giuridiche e non giustificano una mancanza normativa. Se si fosse voluto evitare la gestione provvisoria senza violare la legge – affermano ancora i consiglieri di centrodestra – la giunta regionale avrebbe potuto presentare il suo rigidissimo bilancio con scarsissimi margini di manovra politica ben prima del mese di marzo senza la pretesa di presentarlo alla commissione il giorno 27 per farlo approvare solo quattro giorni dopo”.
“E’ evidente che, non avendo alcun argomento politico per contrastare il bilancio regionale 2014, l’opposizione si sia dovuta arrampicare sugli specchi tirando fuori un aspetto puramente formale, che certo non inficia la correttezza e la bontà del documento approvato dall’assemblea regionale”. L’assessorato regionale al bilancio ci va dunque giù duro nel rispondere ai consiglieri regionali del Centro-destra che hanno inviato un esposto alla magistratura per segnalare che il bilancio regionale 2014 non aveva ricevuto il parere dell’Assemblea del Consiglio delle Autonomie locali, ma solo quello dell’Ufficio di Presidenza.
“Se questo è l’unico argomento del centrodestra, afferma una nota della Regione, abbiamo una chiara conferma delle difficoltà in cui questo schieramento si dibatte nella nostra regione. E poi, l’uso politico della magistratura, non era per il Centro-destra, vecchio e nuovo, un antico vizio della sinistra? Ora sperano di affidare alla Magistratura la loro supplenza. Certo non hanno potuto dire che i nostri conti non siano in equilibrio, che abbiamo aumentate addizionali e tributi tartassando cittadini e imprese, non hanno potuto parlare di sprechi e di disorganizzazione, che non siano impegnati a sostenere e accompagnare lo sviluppo della nostra regione, non hanno potuto dire più nulla di tutto questo perché avrebbero detto cose non vere.
L’Umbria, continua l’assessorato al bilancio regionale, è una delle poche regioni che ha scelto di mantenere i conti in ordine senza utilizzare l’intera leva fiscale regionale, non utilizzando tutto il potenziale disponibile che ammonta a circa 103 milioni di euro e che resta nella disponibilità dei cittadini e delle imprese. Abbiamo eliminato sprechi e disfunzioni riducendo il costo del personale e del funzionamento della struttura, accorpando tutti gli uffici regionali nella sede del Broletto; abbiamo ridotto dell’80 per cento le spese di rappresentanza e delle consulenze e del 66% per cento quelle dell’autoparco.
Infine il centrodestra non ha potuto nemmeno attaccare quella piccola parte meno rigida del bilancio destinata alle politiche settoriali , perché è chiaro che più della metà di questa parte è stata indirizzata verso sociale, istruzione e cultura”.
“Quanto poi all’attenzione allo sviluppo regionale, conclude la nota dell’assessorato al bilancio, la qualità della programmazione e delle forme di sostegno allo sviluppo economico e sociale della regione, è testimoniata dall’incremento che avremo dei fondi strutturali per il prossimi sette anni, sia per il Piano di Sviluppo Rurale che per il FERS che nel Fondo sociale Europeo.
Ed allora ecco il vero dato politico: non avendo argomenti, hanno dovuto ripiegare sulle formalità piuttosto che discutere in modo approfondito sulle scelte e sulle prospettive che interessano le famiglie e le imprese della nostra regione”.
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