Spoleto

Bilancio 2019, approvazione lampo | Opposizioni “Scadenza superata, tariffe inefficaci” ma il sindaco smentisce

Approvazione lampo per il primo bilancio di previsione della Giunta de Augustinis ma con polemiche politiche e opposizioni fuori dall’aula. I consiglieri di minoranza, infatti, hanno espresso dubbi sulla regolarità dell’approvazione delle tariffe del Comune di Spoleto per il 2019, atti allegati al bilancio per l’anno in corso. O meglio sul fatto di approvare le aliquote delle varie imposte (Imu, Tasi, Tari, tassa di soggiorno, Irpef) nonostante i termini di legge scaduti.

In avvio di consiglio comunale è stata la capogruppo di Spoleto Popolare Maria Elena Bececco a sollevare la questione, citando anche esempi di altre città. A cui ha dato manforte poi la capogruppo di Per Spoleto, Camilla Laureti.

Opposizione: “tariffe andavano approvate entro il 31 marzo, così valide solo dal 2020”

“Prima di procedere a questa seduta di bilancio – ha esordito l’ex vicesindaco, a nome dei gruppi Spoleto Popolare, Alleanza Civica, Partito Democratico, Ora Spoleto e Laureti per Spoleto – non possiamo esimerci dal rendere noto a tutto il Consiglio comunale e alla città che si sta per approvare un bilancio che non ha le coperture finanziarie necessarie e quindi non è conforme al quadro normativo che obbliga gli enti locali al pareggio di bilancio. Questo perché l’Art. 1, al comma 169, della L. 296 del 2006 prevede quale termine per la deliberazione delle aliquote e delle tariffe dei tributi locali quello legislativamente fissato per l’approvazione del bilancio di previsione, che è stato posticipato dal 28 febbraio 2019 al 31 marzo 2019. In particolare, il comma 169 recita: ‘Gli enti locali deliberano le tariffe e le aliquote relative ai tributi di loro competenza entro la data fissata da norme statali per la deliberazione del bilancio di previsione. Dette deliberazioni, anche se approvate successivamente all’inizio dell’esercizio purché entro il termine innanzi indicato, hanno effetto dal 1° gennaio dell’anno di riferimento. In caso di mancata approvazione entro il suddetto termine, le tariffe e le aliquote si intendono prorogate di anno in anno’. Quindi dato che questo bilancio di previsione 2019 – 2021 basa il suo pareggio anche sull’aumento di buona parte delle tariffe tra cui l’Imu per la categoria D e la tassa di soggiorno, non può essere considerato valido in quanto tali tariffe sulla base del comma 169, non essendo state approvate entro i termini previsti dalle norme, ossia il 31 marzo 2019, rimangono uguali a quelle del 2018.

Infatti proprio per questo vincolo normativo gli altri comuni hanno tutti deliberato la variazione delle tariffe entro il 31 marzo pur prevedendo di approvare il bilancio di previsione in data successiva al 31 marzo come, per esempio, il Comune di Città di Castello che approverà il bilancio di previsione il prossimo 8 aprile. Tale pratica, inoltre, è già stata più volte messa in atto anche da questo Comune nelle amministrazioni precedenti. Sottolineiamo il fatto che la responsabilità della situazione in cui siamo è esclusivamente politica. Non è, dunque, da attribuire alla struttura tecnica comunale ma al caos politico che regna sovrano in seno a questa maggioranza. Infatti, nonostante le tariffe fossero state proposte dalla Giunta l’8 marzo, gli emendamenti al bilancio, che hanno visto al ribasso alcune imposte, sono state presentate per mano del Presidente del Consiglio comunale e segretario cittadino della Lega, Sandro Cretoni, all’ultimo istante dell’ultimo giorno utile, giovedì 28 marzo 2019. E questo di fatto non ha reso possibile la deliberazione delle tariffe da parte del Consiglio entro i termini previsti dalla norma.Se, nonostante tutto, la maggioranza deciderà di procedere con l’approvazione di questo schema di bilancio, si assumerà interamente la responsabilità politica di esporre l’ente a legittimi ricorsi da parte dei cittadini che saranno interessati dall’aumento delle tariffe. E noi non vogliamo essere complici di tale danno alla nostra città. Per questo non parteciperemo non solo alla votazione, che avrebbe comunque visto il nostro voto contrario per la totale assenza di visione strategica della città, ma anche alla discussione di un bilancio di previsione 2019 – 2021 dove emerge drammaticamente l’incapacità di utilizzare fondi vincolati per una cifra totale di 5.656.396,90, che sarebbero stati nelle disponibilità del Comune, e invece sceglie la via dell’aumento della tassazione ai cittadini e alle imprese già in seria difficoltà a causa della grave crisi economica-lavorativa. Ma di una cosa siamo soddisfatti. Grazie ad un errore grossolano di questa amministrazione e al controllo puntuale dell’opposizione sul suo operato, i cittadini per quest’anno non subiranno alcun aumento delle tariffe”. A sostegno della tesi dell’opposizione, la consigliera Laureti ha invece citato alcune sentenze recenti della Cassazione.

Per il sindaco scadenza di domenica slitta al lunedì

A sostenere però la validità dell’approvazione delle tariffe pur essendo passata la scadenza prevista sono stati prima il segretario comunale Mario Ruggieri e poi sia il sindaco Umberto de Augustinis e l’assessore al bilancio Carlo Conte. Il primo cittadino in primis ha evidenziato l’applicabilità dell’articolo 2963 del codice civile, che stabilisce che quando un termine scade in un giorno festivo, è prorogato automaticamente al giorno successivo. Citando poi a tal proposito anche una sentenza della VI sezione del Consiglio di Stato, del 7 settembre 2012.

Sulla stessa lunghezza d’onda l’assessore Conte: “Nel caso in cui il termine cada in un giorno festivo, – ha ribadito – i principi dell’ordinamento, soprattutto di carattere tributario e fiscale, prevedono lo slittamento automatico della scadenza al primo giorno feriale immediatamente successivo. Questo senza incorrere in nessuna violazione di legge, a riprova dell’assoluta trasparenza dell’operato della Giunta e del Consiglio comunale. Inoltre, come previsto dall’art. 193 del Testo Unico degli Enti Locali, l’ente può, per il ripristino degli equilibri di bilancio e in deroga all’art. 1, comma 169, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (Finanziaria 2007), modificare le tariffe e le aliquote relative ai tributi di propria competenza entro il 31 luglio”.

Sì al bilancio, per tassa di soggiorno e Imu aumenti ma ridotti

Con l’uscita dall’aula dei consiglieri di opposizione, comunque, la maggioranza compatta ha approvato in poco più di un’ora i 7 punti all’ordine del giorno ed il maxi emendamento al bilancio presentato dai gruppi di maggioranza per ridurre in qualche misura gli aumenti previsti ad alcune imposte. Se Tasi, Tari e Irpef rimarranno invariate nel 2019, come detto ci saranno invece aumenti per imposta di soggiorno ed Imu, ma in quest’ultimo caso limitata agli immobili di categoria D. Per questi ultimi, l’aliquota passa dallo 0,97% all’1,01%.

Per la tassa di soggiorno, invece, le aliquote approvate dovrebbero essere le seguenti: per gli affittacamere da 1 euro a 1,50, per gli agriturismi da 0,80 a 1,30, così come gli alberghi ad 1 stella. Per gli alberghi a 2 stelle la tassa di soggiorno sarà di 1,50, 2 euro per i 3 stelle, 2,50 per i 4 stelle e 3,50 per i 5 stelle così come per le residenze d’epoca. Nei b&b e similari, così come per le case di ospitalità religiosa si pagherà invece 1,50. Gli introiti saranno ovviamente destinati alla promozione di attività turistiche del territorio.

Rimangono poi gli altri aumenti di entrate previsti, come la ‘tassa’ di 100 euro sugli eventi, mentre spariscono gli aumenti sulle tariffe per gli impianti sportivi.

Sindaco “Serve una ‘Norma Spoleto’ per sopravvivere”

A tenere banco durante la discussione sul Dup, il documento unico di programmazione 2019 – 2021, è stato il tema della ricostruzione post sisma. “Qui, parafrasando Garibaldi, si fa l’Italia o si muore – ha detto il sindaco de Augustinis -, qui per fare Spoleto bisogna necessariamente avere delle risorse aggiuntive. Serve una ‘Norma Spoleto’ per la sopravvivenza di questa città” dicendosi non più disposto ad applicare in futuro aumenti di tasse e tariffe.

“Dobbiamo ragionare di questo bilancio – ha osservato il primo cittadino – partendo dalla condizione in cui versa oggi la nostra città, una condizione di grande difficoltà provocata dal sisma e dalla lentezza della ricostruzione post terremoto. Questo sta provocando un danno enorme al territorio, spingendo Spoleto verso una crisi sistemica, con uno spopolamento sempre maggiore del centro storico ed un tessuto economico e produttivo in gravissima difficoltà. Non è accettabile che nella Legge Finanziaria non si sia tenuto conto di questa situazione, obbligando comuni sinistrati come Spoleto a non utilizzare, neppure in parte, le risorse dell’avanzo vincolato. Per ripartire – ha aggiunto – c’è bisogno di un programma di investimenti seri, perché nessun modello di sviluppo può basarsi sull’aumento della tassazione. Abbiamo bisogno di poter utilizzare le risorse che il Comune ha ricavato con grandi sacrifici o che vanno utilizzati in chiave indennizzatoria: se non accettiamo l’austerità a livello europeo, non possiamo accettarla nemmeno a livello di Ente Locale. L’approvazione della ‘Norma Spoleto’, la possibilità di sbloccare queste risorse, che ammontano a oltre 5 milioni di euro, è essenziale: diversamente è impossibile e insensato andare avanti così”.