Cronaca

Bettona, struttura inagibile ospita 22 profughi | “Attaccata a casa protetta minori, è un rischio”

L’edificio dove vengono ospitati a Bettona, 22 ragazzi richiedenti asilo si trova a pochi metri da una comunità residenziale per minori. In una lettera che il responsabile della cooperativa che la gestisce, la stessa nota per aver ospitato Daniela Sanjuan fino al giorno della sua scomparsa, ha invitato a una lunga lista di soggetti istituzionali si legge questo passo “in più di un’occasione, gli immigrati – tutti di sesso maschile – hanno tentato di entrare in contatto con i ragazzi e soprattutto con le ragazze minorenni fino a bussare alla porta dell’immobile con necessità di intervento da parte degli educatori che hanno dovuto procedere all’allontanamento di tali individui”, e ancora nella nota della struttura protetta per minorenni  si parla di una “situazione anomala ed altamente pericolosa che ha permesso, di fatto, una vicinanza tra gli ospiti delle due strutture di accoglienza”, con questo chiedono “lo spostamento degli immigrati in altra sede… prima che la situazione possa precipitare”.

Ma questa è solo una parte della vicenda. Il punto è che ventidue persone richiedenti asilo sono ospitate in una struttura inagibile. La questione è nota da tempo, ma i ragazzi ospiti dell’immobile, preso in affitto dall’associazione che sotto la sovrintendenza della Prefettura gestisce l’emergenza sbarchi, sono ancora li. Nel frattempo l’amministrazione comunale ha avviato le procedure per la demolizione di quelle parti dell’edificio non conformi “perché realizzate in totale difformità dal piano regolatore e quindi abusive”, spiega il sindaco Lamberto Marcantonini. Ma alla domanda se il Comune fosse o meno a conoscenza di questa situazione prima dell’arrivo dei 22 ospiti provenienti da diversi paesi dell’Africa, Marcantonini risponde senza esitazioni, “certo – asserisce – tanto che lo stesso fabbricato era già stato oggetto di attività volte a questi accertamenti ed è per questo che quando la Prefettura, quindici giorni prima dell’arrivo dei ragazzi ci ha informato che l’immobile individuato era quello abbiamo spiegato che non aveva l’agibilità e che erano già in corso le verifiche.

Ma ora il rischio è che scatti l’ordinanza di demolizione, “noi intendiamo far rispettare le regole, è quello che facciamo con tutti e in questo caso è stato accertato che si tratta di irregolarità che non potranno mai essere sanate perché il piano regolatore non ha mai contemplato tali parti dell’immobile, quindi si ritiene che la demolizione sia inevitabile”. E dunque cosa succederà? “Noi ci siamo dati da fare – spiega il sindaco – ma non è facile trovare un’altra struttura. Anche perché per ovvie esigenze sarebbe meglio non dividere i ragazzi, ma voi avete visto dove si trova questo edificio?”. La risposta è sì, la struttura è lontana dal centro abitato e in un luogo isolato, “in un posto come quello di certo non è facile parlare di processo di integrazione, sono lontani da tutto – ci spiega – immaginate le difficoltà se hanno bisogno di una ricarica telefonica o semplicemente vogliono fare una passeggiata per incontrare persone”.

E poi arriva il punto della questione “una cosa ben fatta sarebbe confrontarsi con il Comune prima di assegnare i ragazzi e destinarli ad una struttura che non li potrebbe nemmeno ospitare, del tutto irregolare – questo lo sfogo di Marcantonini – con una collaborazione più stretta questo non sarebbe accaduto”.