Che Roberto Benigni dovesse un giorno bisticciare con il comune di Spoleto, dove lavora come assessore Vincenzo Cerami, lo sceneggiatore de La vita è bella, fa quasi sorridere. Per fortuna non stiamo parlando del comico toscano ma di un omonimo, il comandante della municipale di Numana, ridente cittadina balneare delle Marche di 3.500 anime. Alla base della querelle c’è il concorso espletato lo scorso autunno per dirigente della Pm spoletina, selezione che fu vinta dalla dottoressa Emanuela De Vincenzi che da ieri ha abbandonato l’incarico per prendere quello di segretario comunale di alcuni piccoli comuni della Valnerina. Benigni, parliamo sempre del vigile, si piazzò secondo in graduatoria ed ora reclama a chiare lettere quel posto. Che il comune di Spoleto invece gli ha negato preferendo riorganizzare il settore affidandolo al dirigente Vincenzo Russo, già vice segretario generale. Una manovra che ha comportato un taglio alle spese di circa 70mila euro. All’ufficiale marchigiano la cosa non è andata giù e non ha mancato di criticare la scelta rilasciando una intervista ad un sito spoletino dove non lesina critiche all’operato e al modo di fare del Comune a cominciare dal sindaco. Inficiando così subito quel “rapporto di fiducia” che la stessa legge prevede quale clausola risolutiva di contratti di lavoro fra amministratori e management. Che siano essi pubblici o privati. 51 anni, un titolo di avvocato nel cassetto, un concorso di funzionario D3 di Numana (da comandante della Pm appunto), inglese “fluente (scritto), scolastico (parlato)”, Benigni indossa la divisa di Maggiore e ambisce a mettere quella da Tenente colonnello a Spoleto. I gradi, è superfluo ricordarlo, non c’azzeccano nulla con quelli delle carriere militari o della polizia (la compagnia carabinieri di Spoleto, per fare un esempio, è retta da un Capitano che ha giurisdizione su 5 comuni). Comunque il maggiore Benigni ha già annunciato ricorsi in ogni sede: al Tar, alla Procura e alla Corte dei conti.
Dal Municipio ancora nessuna nota ufficiale. Tace anche il neo Comandante Vincenzo Russo che, quale dirigente della Direzione Operativa Centrale, con Benigni ha avuto alcuni colloqui telefonici. Benigni lo accusa di aver concordato con lui la data di inizio incarico, “fine settembre” ha dichiarato al sito spoletino. “Non voglio risponderle su nessun argomento di questa vicenda” ci dice al telefono Russo “ogni singola mia azione è stata dettagliatamente relazionata al sindaco”. In comune però della questione si fa un gran parlare. Stando a fonti molto vicine al primo cittadino sembra che, una volta appresa la decisione della De Vincenzi di mollare il posto (il 2 agosto scorso), Benedetti abbia dato incarico ai suoi di verificare ogni soluzione per la sostituzione. Tre le strade individuate: lo scorrimento della graduatoria (ovvero l’ingresso di Benigni), la procedura di mobilità e una nomina ‘interna’. Nell’ottica della prima sarebbero stati avviati i contatti con l’ufficiale marchigiano. “Ma solo come eventualità in attesa della decisione”, giurano dal Palazzo. Alla fine Benedetti ha optato per la terza soluzione operando una rivoluzione interna. Ha modificato la Doc in Servizi Generali e l’ha fusa con la P.M. mettendola sotto il controllo di quest’ultima. Ecco spiegato perché la delibera di nomina di Russo recita in buona sostanza che lo stesso è Comandante dei Polizia Municipale e dirigente dei Servizi generali. Come a dire, prima di tutto sei Comandante, e poi anche dirigente dei SG.
Struttura e nomina sembrano in linea con il disposto regionale, la L.R. 1/2005 che all’art. 5 comma 3 recita: “le polizie locali non possono essere considerate strutture intermedie in un settore amministrativo o tecnico più ampio, né essere poste alle dipendenze di un dirigente di settore, di area o di una unità operativa diversa”. Quello che è stato attuato con la fusione dei 2 uffici. Ed ancora: “Salva diversa disposizione del regolamento del comune, il comandante è inquadrato nella categoria apicale dell’ente da cui dipende e deve appartenere alla polizia locale”. E anche su questo sembra tutto legittimo, visto che Russo è un apicale e che la legge prevede di ‘appartenere’, non di “essere scelto” o “provenire” dalle file della Pm. La divisa da Tenente Clonnello l’hanno già ordinata anche se pare che qualcuno voglia che la bordura argentea d’alloro sul colletto sia meno vistosa di quella attuale….tanto per non farsi soprannominare, come alcuni suoi predecessori, “fegatello” (che da sempre si cucina abbondante con l’alloro).
Certo, resta da vedere come andrà a finire, visto che Benigni, come detto, ha annunciato ricorso in ogni sede. Di certo potrà essere di poco bon ton il fatto che il sindaco non l’abbia voluto ricevere o parlarci telefonicamente (come sostiene il vigile marchigiano) ma anche lui sembra averci messo il carico da 90 con l’intervista. Le cause, infatti, si fanno, non si annunciano, specie se le fai a colui con cui domani dovrai lavorare. E lui che è avvocato dovrebbe saperlo. Sarà anche ufficiale, per dirla alla Richard Gere, ma stavolta è stato poco gentiluomo. (Ca. Cer.)
(modificato alle 12.02)
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