Il giorno per consumare il fatidico “piatto freddo” è arrivato e Daniele Benedetti, l’ex sindaco di Spoleto bruciato nella ricandidatura proprio dal suo Partito democratico, non se lo è fatto fuggire. Nonostante l’attuale gruppo consiliare avesse anticipato la “mossa” di dire la propria sull’ormai noto ‘buco di bilancio’, quello che per buona parte ha segnato la fine dell’egemonia di sinistra e centro sinistra da 50 anni a questa parte. La conferenza stampa era stata convocata chiamando a raccolta gli ex assessori e consiglieri comunali: al tavolo il vice sindaco Battistina Vargiù, gli assessori Yuri Cerasini, Maria Margherita Lezi, Stefano Lisci, Carlo Alberto Zualdi, i consiglieri Enzo Alleori (socialisti) e Giacinto Tiberi (piddì). Di quella squadra, solo Lisci, passato alla vigilia delle elezioni dal Psi al Pd, è ancora in sella, anche se tra i banchi della minoranza.
I SASSOLINI DI BENEDETTI – chi si attendeva una conferenza all’assalto, per così dire, è rimasto deluso. Cosciente del periodo elettorale, Benedetti ha tenuto un certo aplomb per tutta la durata dell’incontro, anche se in alcuni passaggi non sono mancate parole e riferimenti al curaro, più per il proprio partito che per l’attuale maggioranza di governo. “Sgombriamo il capo da ogni equivoco – ha esordito – il ‘buco’ di bilancio c’era, veniva da lontano e a noi è toccato rimettere in ordine i conti. L’opposizione fece il proprio lavoro anche se tirò troppo la corda sparando numeri a vanvera. Una volta un consigliere di opposizione mi disse ‘sappiamo che è di 30 milioni!’. Beati loro, neanche noi avevamo allora idea della effettiva consistenza del disavanzo. Ma, seppur in un clima avvelenato, ci siamo rimboccati le maniche”. E qui la prima stoccata: “ricorderete in quei giorni le dimissioni prima di Paolo Proietti, poi di Giancarlo Cintioli che insisteva perché mi dimettessi anch’io, una buona parte della maggioranza che preferiva l’arrivo del commissario prefettizio con tutto quello che avrebbe comportato in termini di tagli al sociale e non solo”. “Piano piano, un passo alla volta, grazie anche al sostegno arrivato da Hanke e vorrei ricordare anche Bernelli, siamo riusciti ad uscire dalle sabbie mobili. L’ingresso in giunta dell’assessore Carlo Alberto Zualdi, il lavoro della macchina comunale guidata dalla dirigente Nichinonni, coadiuvati a costo zero dal dirigente finanziario del comune di Perugia De Paolis, ci consentirono di accertare che il disavanzo effettivo al 2012 era di 9,7 milioni, l’anno dopo di 5,7 milioni. Abbiamo fatto sacrifici giganteschi, gli uffici stessi avevano poco materiale, ma mai abbiamo toccato un centesimo al sociale e sul Piano triennale per le opere pubbliche abbiamo lasciato risorse per interventi prioritari come l’asfaltatura di via Visso, l’installazione delle opere del ’62, la sistemazione del Teodelapio partita in questi giorni, la variante di Sa Giovanni di Baiano che mi si dice la giunta Cardarelli voglia invece cassare. In questa situazione non è mancato l’appoggio della Regione e della stessa Presidente Marini che ha seguito da vicino la situazione di Spoleto che, oggi abbiamo le prove, non era come si voleva lasciar intendere. Così il bilancio 2014 ha chiuso con un disavanzo di 1,8 milioni che non mi pare sia questo ‘mostro’ che invece continua a dipingere l’attuale sindaco”. Quanto ai residui attivi e passivi Benedetti aggiunge: “se lo scostamento tra il nostro consuntivo al 31 dicembre 2013 e quello al 31 dicembre 2014, approvato anche dalla società di revisione Ernst & Young, ammonta a 200mila euro di attivi e 400mila di passivi, sul monte che trovammo di oltre 110 milioni di euro, significa che abbiamo sbagliato dello 0,54%...”
GLI ALTRI INTERVENTI – anche l’ex assessore al bilancio prova a togliersi qualche sasso dalla scarpa. “Il sindaco Cardarelli ha il dovere di rappresentare alla collettività lo stato reale dei conti, lo stato di salute del bilancio che oggi recita – 1,8 milioni. Ma che, in base al decreto legislativo 118/2014 che ha imposto un ulteriore riaccertamento porta addirittura a un avanzo di gestione di + 2,7 milioni. Questi sono i numeri”. Zualdi prova a chiarire anche i 15 milioni di disavanzo ‘tecnico’ : “è un fondo dove vanno iscritti gli eventuali crediti di dubbia esigibilità, una sorta di fondo rischi che, come ha peraltro correttamente detto l’attuale assessore Agnese Pula e il dirigente Gori, potranno subire solo delle variazioni in diminuire all’entrata delle risorse. Un fondo che viene spalmato in 30 anni per cui di modesta entità sulle casse comunali”. La parola passa a Lisci: “io credo che Cardarelli e i suoi debbano delle scuse per come ci hanno trattato. Ad un anno dal loro insediamento non è stato fatto nulla. Il consigliere con delega allo sviluppo economico Zefferino Monini non ha fatto nulla di utile, non portato alcun progetto, idem Roberto Settimi sul Palatenda. Se penso poi alla ventilata tassa di soggiorno, è gravissimo che Quaranta ha dichiarato che verrà istituita per essere dedicata solo in parte agli eventi….almeno noi l’avevamo programmata per dedicarla solo alle grandi manifestazioni”. Una frase che sembra però un autogol, visto che gli albergatori non ne hanno voluto mai saper nulla di applicare un ulteriore balzello al turista.
SILENZI E STOCCATE – la conferenza potrebbe essere chiusa qui. Proviamo a mettere un po’ di sale. Visto che i primi a voltare le spalle a Benedetti sono stati propri i vertici del piddì, tra cui anche qualcuno seduto qui al tavolo, non pensate di dovervi delle scuse tra colleghi di partito prima di chiederle agli altri? In sala cala il gelo. Lezi e Lisci si guardano nell’imbarazzo più totale. A rompere il ghiaccio ci pensa Benedetti: “delle scuse non mi importa più di tanto, a me interessa che la storia sia ricordata per come sono andate realmente le cose”. Un messaggio neanche tanto velato al capogruppo Dante Andrea Rossi che sabato scorso aveva tenuto una conferenza stampa sul tema bilancio lasciando fuori dalla porta proprio la vecchia Giunta. Chiediamo così alla Vargiu, l’ex assessore e vicesindaco ‘tecnico’, una valutazione su quel momento e sullo stato attuale della politica locale. “E’ vero che non sono mai stata iscritta al partito – risponde l’ex preside – ma la mia storia è stata sempre di donna di sinistra. La difficoltà maggiore è stata non avere dietro un partito che ti aiutasse a vedere le cose, ti sostenesse nei momenti peggiori, ti consigliasse anche nella ricerca di soluzioni. Un tempo era diverso, il partito c’era, ti aiutava, condivideva successi e amarezze. Forse sono cambiati i tempi, forse i partiti”. “Per quanto riguarda all’attualità credo che l’attuale amministrazione debba uscire dal pensare di essere ancora opposizione, ora hanno il dovere di governare la città e devono farlo nel modo migliore”. Ma ce n’è anche per i 6 consiglieri del piddì: “ritengo che la minoranza debba entrare nel merito dei problemi, se serve anche coinvolgendoci, noi, io personalmente, sarò sempre disponibile. Fare opposizione fine a se stessa non aiuta la democrazia”. E a spronare Capitani, Erbaioli, Lisci, Martellini, Rossi e Zampa interviene anche il socialista Alleori (guarda il video) che senza mezzi termini dice “la gente si chiede, ma che ci sta la minoranza a Spoleto? Battano un colpo se ci sono, si sono per caso svegliati adesso che ci sono le regionali?”
L’ASILO MARIUCCIA – resta da capire perché la conferenza stampa è stata indetta nelle sale dell’Albergo Clitunno e non nella sede del piddì. “Questo incontro era stato deciso già da tempo – risponde con qualche imbarazzo Benedetti – prima ancora che il consiglio comunale approvasse il bilancio consuntivo. Poi, scoperto da Zualdi che il gruppo consiliare aveva deciso di farlo per conto proprio, ho chiesto la disponibilità della sala ma mi è stato detto che non era disponibile”. Possibile? Suvvia, cosa avranno mai da farci Loretoni e Rossi alle 15,30 del pomeriggio con un intero stabile di 130 metri quadrati, 4 stanze e servizi igienici? La verità è un’altra. Quegli iperscienziati del piddì, veri strateghi dell’arte della guerra da far impallidire pure il generale Sun Tzu, hanno negato la sala attaccandosi al fatto che Benedetti non ha ancora rinnovato la tessera. Questa almeno la motivazione ufficiale. “Sì è vero, come sa il tesoriere Sensi ho più volte rimandato di passare al partito per rinnovarla e quando ho partecipato agli ultimi incontri ce ne siamo entrambi dimenticati”, ammette sul finire della conferenza. “Ma io ce l’ho in regola” dice Giacinto Tiberi “anche Margherita (Lezi, n.d.r.) e Stefano (Lisci)”. Senza considerare che Juri Cerasini del Partito democratico è niente meno che Presidente regionale. La vicenda, c’è da giurarlo, ora finirà proprio all’attenzione della segreteria umbra. Insomma una scusa, come tra bimbi piccoli. L’Asilo Mariuccia è in buona salute.
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