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Belle arti, boom di iscritti e nuovi corsi che danno lavoro

Redazione

Belle arti, boom di iscritti e nuovi corsi che danno lavoro

La "Vannucci" inaugura l'anno e vede la statalizzazione | "Ma l'Accademia conserverà il suo patrimonio" assicura Rampini | Belardi saluta e fa il bilancio della sua "scommessa vinta"
Mar, 13/11/2018 - 09:40

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Ancora boom di iscritti (confermato il trend positivo, con un pacchetto studenti consolidato oltre i 500) e nuovi corsi per formare figure che danno occupazione. L’inaugurazione del nuovo anno accademico dell’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia prefigura un altro anno positivo. Sia dal punto di vista delle iscrizioni, sia sotto il profilo dell’offerta formativa, con l’attivazione appunto di nuovi corsi capaci di dare opportunità occupazionali, quindi anche un taglio di contemporaneità all’Accademia.

Risultati, traguardi e nuovi progetti presentati in una gremita Sala dei Notari di Palazzo dei Priori, con una cerimonia molto sentita tenuta dal presidente Mario Rampini e dal direttore Paolo Belardi, alla presenza dei rappresentanti di enti ed Istituzioni, tra cui l’assessore regionale all’Istruzione, Antonio Bartolini, il consigliere della Provincia, Erika Borghesi, e l’assessore comunale alla Cultura, Turismo e Università, Teresa Severini, il rettore dell’Università italiana, Franco Moriconi, e della Stranieri, Giuliana Grego Bolli, insieme a tanti altri nomi e volti noti della città. Un evento che ha visto protagonisti gli studenti (che tramite Sebastiano Vagnetti hanno portato il loro saluto), il rettore dell’Università Iuav di Venezia, Alberto Ferlenga, che ha fatto una interessante lezione magistrale su “Aldo Rossi, nostalgia della città”, e i nuovi Accademici di merito e d’onore, a cui sono stati consegnati i diplomi.

Rampini guarda avanti. “Ringrazio innanzitutto la direzione, quindi il professor Paolo Belardi, per tutta la mole di attività svolta che ha portato l’Accademia a livelli didattico-scientifici mai toccati prima”, esordisce l’avvocato Rampini. Soddisfatto dei risultati del mandato del direttore, passa poi subito a fare il punto sui progetti in corso. “Abbiamo di recente inaugurato il Polo Santa Chiara, nei locali concessi uso dalla Provincia di Perugia, in via Tornetta, proprio per accogliere il gran numero di iscritti registrato negli anni. Ci sono le potenzialità per crescere ancora, soprattutto se pensiamo ai corsi afferenti alle scuole di Design e Scenografia. In particolare Design, che si articola in ‘Progettazione Artistica per l’impresa’ – con la novità del biennio specialistico in ‘Brand Design territoriale’ – e ‘Fashion design’, capaci di legarsi con le imprese del territorio e di creare opportunità occupazionali”. Sul fronte “ampliamento”, annuncia anche l’altro traguardo da tagliare. “Stanno per iniziare i lavori per l’aula polivalente che occupa l’antico refettorio del convento, per anni occupato dall’ex deposito. È stata fatta la gara, ringrazio quindi ancora una volta la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia che ha finanziato l’opera, uno spazio multimediale che conto di inaugurare entro l’inizio dell’estate”.

Infine, Rampini procede con l’aggiornamento sull’iter della statizzazione in corso per l’Accademia. “Dall’ultimo incontro avuto a Roma, al Miur – spiega – con il direttore generale Daniele Livon, al quale hanno partecipato anche i rappresentanti del Mef, dell’Anci, dell’Upi e degli Istituti musicali pareggiati, si è cercato di definire il contenuto dei decreti di statizzazione che dovranno essere sottoscritti a breve dal ministro dell’Istruzione e dal ministro dell’Economia. Ufficialmente è stato detto che l’Accademia di Perugia, così quelle di Genova e Verona, avendo in essere un accordo di programma, saranno statizzate un anno in anticipo rispetto a Bergamo e Ravenna (con situazioni diverse di partenza), così anche gli istituti musicali pareggiati, che saranno statizzati nel 2021. Colgo l’occasione per rassicurare che, una volta statizzata, l’Accademia conserverà il suo patrimonio, al pari di come è accaduto per tutte le altre realtà, diventando di fatto un organo che avrà la sua autonomia giuridica”.

Dopo sei anni, a fine mandato, il direttore Paolo Belardi può elencare risultati altamente positivi: + 60% di matricole e studenti più che raddoppiati con un aumento del 130%. “Ho accettato la scommessa di dirigere l’Accademia – ha ricordato – tra lo scetticismo generale: molti erano perplessi per il fatto che non ero un artista e quasi tutti pensavano che si trattava di una battaglia persa in partenza, perché il declino dell’Accademia appariva irreversibile. Oggi, a distanza di sei anni, posso affermare con orgoglio che questa scommessa l’ho vinta. D’altra parte, credo che la crescita dell’Accademia sia innegabile, tanto dal punto di vista quantitativo – il numero degli studenti è più che raddoppiato ed è ormai stabilizzato oltre le 500 unità, con sempre più studenti italiani che stranieri – quanto dal punto di vista qualitativo (in questi anni l’Accademia è stata protagonista nelle principali manifestazioni internazionali: Expo Milano 2015, Biennale di Venezia, Maker Fair di Roma, Milano Design Week, Festival dei due Mondi di Spoleto). Ma, soprattutto, con la mia direzione, credo di avere dato un contributo decisivo al rafforzamento del senso di appartenenza e alla solidità del legame Accademia/Città: un legame che all’inizio era un po’ allentato e che invece oggi, anche grazie all’idea dell’Accademia diffusa, inaugurata dall’apertura della Temporary Academy di via dei Priori e suggellata dall’apertura del Polo Santa Chiara di via Tornetta, è veramente molto forte. Credo che questo sia il bene più prezioso che lascio in eredità a chiunque, nei prossimi giorni, sarà designato a succedermi dal Consiglio di amministrazione”.

La pergamena ai nuovi Accademici. A riceverla, per essersi distinti per la loro professionalità artistica o perché si sono resi benemerito nei confronti dell’Accademia, sono stati in dodici. Tra quelli di merito: Michele Ciribifera (artista), Alberto Ferlenga (rettore Iuav di Venezia), Lorenzo Fonda (artista), Alfred Hoenegger (graphic designer), Francesco Marchetti (artista), Pino Pinelli (artista), Virginia Ryan (artista), Peter Stein (regista). Tra quelli d’onore: Andrea Baffoni (critico d’arte), Rita Fanelli Marini (docente), Enrico Menestò (professore) e Lucio Ubertini (docente).

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