Assisi

Beatificazione di Carlo Acutis, grande festa ad Assisi | Le foto

Grande festa ad Assisi per la beatificazione di Carlo Acutis, con la messa solenne, presieduta dal cardinale Agostino Vallini, legato pontificio per le Basiliche di San Francesco e di Santa Maria degli Angeli, alla quale hanno partecipato 3mila pellegrini.

Il giovane milanese, che potrebbe diventare “il patrono di internet”, è morto a 15 anni nel 2006 a causa di una leucemia fulminante. Da allora i familiari hanno intrapreso il cammino per la canonizzazione, scegliendo Assisi – terra di San Francesco, cui Acutis era molto legato – quale luogo dove conservare le spoglie mortali del giovane.

Carlo Acutis: il miracolo che lo ha reso Beato

Dichiarato venerabile nel luglio 2018 da papa Francesco, la beatificazione di Carlo Acutis è stata approvata dalla Congregazione delle cause dei Santi che ha esaminato un suo miracolo, avvenuto nell’ottobre 2013 nella chiesa di San Sebastiano a Campo Grande, in Brasile: dopo avere toccato una reliquia di Acutis un bambino che soffriva di una grave anomalia al pancreas è risultato completamente guarito.

A rivelarlo la mamma Antonia Salzano a metà settembre, in un’intervista al Corriere della Sera. “Ero certa che fosse santo già in vita. Fece guarire una signora da un tumore, supplicando la Madonna di Pompei. Ma è solo uno dei tanti (miracoli) che nemmeno sono entrati nel processo di canonizzazione. Quello che lo farà proclamare beato accadde in Brasile nel settimo anniversario della morte, il 12 ottobre 2013, a Campo Grande.

Matheus, 6 anni, era nato con il pancreas biforcuto e non riusciva a digerire alimenti solidi. Padre Marcelo Tenório invitò i parrocchiani a una novena e appoggiò un pezzo di una maglia di Carlo sul piccolo paziente, che l’indomani cominciò a mangiare.

La Tac dimostrò che il suo pancreas era divenuto identico a quello degli individui sani, senza che i chirurghi lo avessero operato. Una guarigione istantanea, completa, duratura e inspiegabile alla luce delle attuali conoscenze mediche“.

Beatificazione di Carlo Acutis: l’omelia del cardinale Vallini

E nel pomeriggio di sabato 10 ottobre, la cerimonia solenne per la beatificazione di Carlo Acutis. Nell’omelia, il cardinale Vallini ha ricordato l’esempio di Carlo, replicabile dai giovani e non solo.

Noiha detto tra l’altro il cardinaleoggi siamo particolarmente ammirati e attratti dalla vita e dalla testimonianza di Carlo Acutis, che la Chiesa riconosce come modello ed esempio di vita cristiana, proponendolo soprattutto ai giovani. Viene spontaneo domandarsi – si è chiesto Vallini – che aveva di speciale questo ragazzo di appena quindici anni?“.

E la risposta è che, “Ripercorrendo la sua biografia troviamo alcuni punti fermi che lo caratterizzano già umanamente. Era un ragazzo normale, semplice, spontaneo, simpatico (basta guardare la sua fotografia), amava la natura e gli animali, giocava a calcio, aveva tanti amici suoi coetanei, era attratto dai mezzi moderni della comunicazione sociale, appassionato di informatica, e da autodidatta costruiva programmi ‘per trasmettere il Vangelo, per comunicare valori e bellezza’ (Papa Francesco).

Aveva il dono di attrarre e veniva percepito come un esempio. (…) Gesù era per lui Amico, Maestro e Salvatore (…) e Carlo era molto devoto della Madonna (…) sentiva forte il bisogno di aiutare le persone a scoprire che Dio ci è vicino e che è bello stare con Lui per godere della sua amicizia e della sua grazia“.

Per comunicare questo bisogno spirituale – ha ricordato ancora Vallini – si serviva di ogni mezzo, anche dei mezzi moderni della comunicazione sociale, che sapeva usare benissimo, in particolare Internet, che considerava un dono di Dio ed uno strumento importante per incontrare le persone e diffondere i valori cristiani. (…) e la rete non è solo un mezzo di evasione, ma uno spazio di dialogo, di conoscenza, di condivisione, di rispetto reciproco, da usare con responsabilità, senza diventarne schiavi e rifiutando il bullismo digitale; nello sterminato mondo virtuale bisogna saper distinguere il bene dal male. (…)

Era molto devoto della Madonna, recitava ogni giorno il Rosario, si consacrò più volte a Maria per rinnovarle il suo affetto e per impetrare la sua protezione“.

Preghiera e missione dunque: sono questi i due tratti distintivi della fede eroica del Beato Carlo Acutis – ha sottolineato ancora Vallini – che nel corso della sua breve vita lo portò ad affidarsi al Signore in ogni circostanza, specialmente nei momenti più difficili. (…) Il novello Beato, ancora, rappresenta un modello di fortezza, alieno da ogni forma di compromesso, consapevole che per rimanere nell’amore di Gesù, è necessario vivere concretamente il Vangelo, anche a costo di andare controcorrente.

Egli ha fatto veramente sue le parole di Gesù: ‘Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi’. Una vita luminosa dunque tutta donata agli altri, come il Pane Eucaristico. Cari fratelli e sorelle, la Chiesa gioisce, perché in questo giovanissimo Beato si adempiono le parole del Signore: ‘Io ho scelto voi e vi ho costituito perché andiate e portiate molto frutto’“.

E Carlo – secondo Vallini – è ‘andato’ ed ha portato il frutto della santità, mostrandolo come meta raggiungibile da tutti e non come qualcosa di astratto e riservato a pochi. La sua vita è un modello particolarmente per i giovani, a non trovare gratificazione soltanto nei successi effimeri, ma nei valori perenni che Gesù suggerisce nel Vangelo, vale a dire: mettere Dio al primo posto, nelle grandi e nelle piccole circostanze della vita, e servire i fratelli, specialmente gli ultimi”.

“La beatificazione di Carlo Acutis, figlio della terra lombarda, e innamorato della terra di Francesco di Assisi, è una buona notizia – ha concluso il cardinale – un annuncio forte che un ragazzo del nostro tempo, uno come tanti, è stato conquistato da Cristo ed è diventato un faro di luce per quanti vorranno conoscerlo e seguirne l’esempio”.

Nel futuro una mensa per i poveri, progetti solidali e un premio

Oltre alla beatificazione, in memoria di Carlo ci sarà anche un premio internazionale chiamato “Francesco di Assisi e Carlo Acutis per una economia della fraternità”. Il premio, il cui statuto è stato firmato nella giornata di oggi dal vescovo, nasce per promuovere un rinnovamento dell’economia all’insegna dell’universale fraternità di tutti gli esseri umani, a partire dalla condizione e dagli interessi dei più umili e disagiati.

Il premio è specificamente finalizzato ad incoraggiare quei processi economici “dal basso”, in cui persone con scarse possibilità economiche, in qualunque parte del mondo, ma specie nelle regioni più povere, si mettono insieme intorno a valide idee progettuali, contando soprattutto sul “capitale della fraternità”.

In memoria del giovane beato anche una mensa per i poveri nel centro storico di Assisi (sarà a poca distanza dalla chiesa di Santa Maria Maggiore, che ospita le spoglie del giovane e che è stata ‘ribattezzata’ Santuario della Spogliazione) e il sostegno a un progetto all’anno nei Paesi del Terzo mondo per aiutarli a creare le condizioni per un’economia solidale.

E il presule ha ringraziato per questa giornata, dopo le celebrazioni per la beatificazione di Carlo Acutis: “L’anima mia magnifica il Signore! Non ci sono che le parole di Maria, per dire adeguatamente la nostra gioia. Oggi – la sintesi del suo discorso – il Cielo si è fatto più vicino. Quell’autostrada eucaristica che Carlo amava percorrere in velocità per arrivare al Cielo, oggi egli l’ha percorsa in senso inverso per tornare a noi col volto raggiante di beatitudine. Il programma di vita di Carlo – essere sempre unito a Gesù – il suo amore per l’Eucaristia, la sua devozione per la Vergine Santa, il suo farsi amico dei poveri, lo avvicinano alla spiritualità del Poverello. Entrambi ci invitano a vivere secondo il Vangelo. Oggi la Chiesa di Assisi-Nocera-Gualdo, esulta, in sintonia con la Chiesa di Milano, e con i pellegrini venuti così numerosi, pur nella contingenza della pandemia. Con l’intercessione di Carlo, imploriamo il Signore, perché riduca i tempi di questa prova, così aspra per tutti, ma soprattutto per più poveri, sempre meno capaci di difendersi“.