Morì per colpa di un batterio killer che sarebbe stato presente nell’impianto di condizionamento dell’albergo in cui stava passando le vacanze estive. Si aprirà a giugno, davanti al tribunale di Teramo, il processo a carico di un albergatore di Tortoreto, in Abruzzo, che dovrà rispondere dell’accusa di omicidio colposo per la morte del medico di Spoleto Gianfranco Costantini, avvenuta a fine luglio 2015.
Era l’estate del 2015 quando il dottor Gianfranco Costantini, noto pediatra spoletino, all’epoca 79enne, stava trascorrendo un periodo di vacanza con la famiglia in un residence di Tortoreto. Improvvisamente lui e la sua famiglia furono colti da un forte malessere a causa del batterio della “legionella” che, secondo le ispezioni e le analisi espletate all’epoca, si annidava nei rubinetti e nella doccia dell’appartamento in cui alloggiava.
Il medico in pensione era stato quindi ricoverato all’ospedale di Giulianova, dove era morto qualche giorno dopo, il 28 luglio di 3 anni fa, a causa di una acuta insufficienza cardiorespiratoria. Erano invece riusciti a superare le conseguenze del pericoloso batterio la moglie e la sorella del dottor Costantini, non senza un duro periodo di cure mediche.
Per quanto accaduto, la locale Procura della Repubblica aveva aperto un’inchiesta a carico del titolare della struttura ricettiva, un 46enne di San Benedetto del Tronto. Che ora è a una fase cruciale: l’uomo è stato infatti rinviato a giudizio dal gup del Tribunale di Teramo. Varie le accuse a suo carico: deve rispondere di omicidio colposo per la morte del dottor Gianfranco Costantini, di lesioni colpose nei confronti della moglie e della sorella, oltre a violazioni amministrative – contestate anche alla società di cui è amministratore – per non aver osservato tutti i protocolli di prevenzione, la vigilanza e le misure obbligatorie per gli esercizi ricettivi proprio per contrastare la frequente presenza di batteri “legionella” nei circuiti idrici.
Il 46enne è difeso dagli avvocati Ernesto Torino Rodriguez e Gennaro Lettieri; il processo di primo grado si aprirà il 1 giugno 2018. I familiari del medico spoletino si sono costituiti parte civile attraverso l’avvocato Domenico Benedetti Valentini.