In attesa del ballottaggio, è guerra di parole tra le due coalizioni, quella di centrodestra guidata da Paola Lungarotti e quella di centrosinistra guidata da Lucio Raspa, che si accapigliano sull’assenza di simboli elettorali (dai cartelloni di Raspa sono scomparsi tutti i loghi della coalizione) e sulla “presentabilità” dei voti della Lega di cui, al netto del mancato apparentamento, Lungarotti va a caccia. Dopo l’audio whatsapp sul quale si erano già accapigliati i politici bastioli, arriva una nuova escalation di accuse e, dopo un weekend all’insegna del “buonismo”, improvvisamente i toni si alzano.
Il weekend era partito con un appello di Lucio Raspa, che partendo dalla considerazione (con tanto di grafico) che circa il 65% dell’elettorato ha in qualche modo votato per porre fine all’esperienza della coalizione Ansideri che oggi sostiene Lungarotti, si era appellato “a tutte le forze politiche che hanno fatto votare per cambiare l’attuale amministrazione di unirsi alla nostra coalizione: costruiamo insieme un nuovo ‘Patto per Bastia’, al di là degli steccati ideologici. Un patto per e con i bastioli che vogliono cambiare 10 anni di amministrazione. E si vedrà chi vuol cambiare sul serio o chi, fingendo, solo di facciata. Chi vuol mandare a casa l’attuale amministrazione e chi a casa vuol tornare!!”.
Ma l’appello (rivolto non solo agli elettori di Degli Esposti, ma soprattutto a quelli di M5s e di Fabrizia Renzini), viene lasciato cadere nel vuoto dal Movimento: “Al primo turno – scrive in una nota la neo consigliere Laura Servi – ci siamo presentati senza apparentamenti e alleanze. E così sarà al ballottaggio. Il M5s non mercanteggia voti. Né a destra, né a sinistra. Qualora ci fosse assegnato un seggio in consiglio comunale ci adopereremo con ogni mezzo affinché tutte le istanze contenute nel nostro programma possano essere adottate e messe in atto, valutando in modo non pregiudiziale le altre proposte. Le idee – conclude la nota – non sono né di destra né di sinistra, o sono buone o sono cattive”.
E i grafici con cui si dimostra che il 65% degli elettorli vuole il “cambiamento” non piace a Lungarotti, che contrattacca: “A nulla serve che il PD cerchi di creare confusione, togliendo il suo simbolo dai manifesti di Raspa e inventando raffronti con grafici che hanno un senso dal punto di vista numerico ma non ne hanno nessuno da quello politico. Nel primo turno i cittadini bastioli hanno indicato con chiarezza che preferiscono un’Amministrazione di centrodestra e Paola Lungarotti come sindaco. Immaginare che un elettore della Lega possa votare al secondo turno per un candidato del PD scelto da Bocci non ha senso, inutile nasconderlo sui manifesti, ‘quel marchio di fabbrica’ è indelebile e chiaro nella mente di tutti gli elettori”.
Un attacco che non piace al Pd, che in una escalation di j’accuse chiede alla candidata Lungarotti “come si concilia l’aurea pura con cui si vuol vendere la propria figura in mezzo alla melma leghista con cui s’è accordata? Non ci si imbarazza nemmeno un po’? Chi proviene dal nostro mondo valoriale – è scritto nella nota dei democratici bastioli – sebbene scottato anche da nostri errori, sappia che se dovesse andare a votare scegliendo Paola Lungarotti si prenderà nel pacco anche la Lega e Fratelli d’Italia, la destra peggiore, quella dalla negazione di diritti sudati e combattuti. A loro va offerta l’alternativa”. Paola Lungarotti però non ci sta, e bacchetta la “macchina del fango democratica” per cui “Il popolo è sovrano quando vota per loro, diventa ’melma’ quando vota per gli altri schieramenti. Parte degli elettori della Lega alle comunali hanno votato per la nostra coalizione, ma noi siamo indignati anche per gli altri ed a loro lanciamo un appello affinché domenica prossima scongiurino il pericolo di riconsegnare il Comune a questi signori”.
In tutto ciò, Catia Degli Esposti (sicura di un seggio in consiglio comunale) rassicura i 3.211 bastioli “che hanno dato fiducia al progetto della coalizione che mi ha sostenuto” che “questo grande patrimonio di idee, di progettualità e di voglia di cambiare in meglio la nostra Bastia Umbra non sarà disperso, né vanificato, e ancor meno barattato”. Intanto si sarebbero arenate le trattative tra Lega e centrodestra che continuavano dopo il mancato apparentamento: La Lega avrebbe chiesto un vicesindaco e due assessori, la coalizione di Paola Lungarotti ha risposto con vicesindaco e un solo assessore, che la coalizione lungarottiana avrebbe scelto tra una rosa di nomi scelti dai salviniani. Al momento la Lega ha rifiutato, con conseguente stop alle trattative.
