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Bastia dice no alle biomasse a Costano. Tutto esaurito all'incontro al cinema Esperia

Sono oltre trecento i cittadini di Costano, Assisi e Bastia Umbra che hanno accolto ieri mattina l'invito del locale Cimitato per la difesa dell'ambiente, per un convegno sul “Biogas alimentato a biomasse” da agricolture dedicate, organizzato nel cinema Esperia di Bastia. Un incontro, come ha detto il portavoce del comitato organizzatore Antonio Caravai, per “fare chiarezza e informazione” sull'impianto da un megawatt che potrebbe essere realizzato nella valle ai piedi di Assisi per la produzione di energia elettrica.

Progetto fermo – L'incontro di ieri ha mantenuto toni accesi, nonostante solo sabato fosse arrivata la comunicazione del Comune di Bastia dello stop provvisorio all'iter autorizzativo dell'impianto, attualmente in corso di conferenza di servizi.

“La Conferenza dei Servizi, -aveva riferito il comune- nell’ultima riunione ha inoltrato richiesta di chiarimenti alla Regione Umbra di cui si attende l’esito; inoltre si è in attesa del parere definitivo della Soprintendenza Umbra – Ministero dei Beni culturali”. L'iter autorizzativo necessario alla costruzione del nuovo impianto è stato congelato in attesa del via libera della soprintentenza, che ne dovrà valutare l'impatto paesaggistico, essendo l'attuale localizzazione proprio a ridosso del sito Unesco della città di Assisi.

Faccia a faccia – L'incontro di ieri è stato un momento di faccia a faccia senza esclusione di colpi tra cittadini, comitato di Costano e l'amministrazione, rappresentata dal sindaco Stefano Ansideri.

“No grazie… abbiamo già dato!” è lo slogan su cui ha preso le mosse il dibattito, riferito a un precedente digestore di reflui zootecnici risalente agli anni '70, costruito e poi chiuso proprio a Costano per via dell'inquinamento ambientale provocato nelle falde e nei terreni.

“L'efficenza energetica di un progetto del genere è minima, se non negativa, e anche la convenienza economica non reggerebbe di certo senza la presenza dei forti incentivi statali”, ha detto Michele Corti, docente dell'Università di Milano, impegnato a livello nazionale nel coordinamento tra comitati per portare gli organi nazionali a rivedere in parte le normative nel settore biomasse. “Gli impianti a biomasse che sfruttano per la produzione delle materie prime superfici agricole dedicate compromettono gravemente tutte le filiere agricole del territorio, comprese quelle pregiate, facendo perdere la sostenibilità e la convenizenza economica per la collettività all'intero progetto”, ha detto.

All'intervento di Corti si sono succeduti gli interventi di comitati dall'Umbria e dall'Emilia Romagna, medici ed esperti ambientalisti, che hanno proposto dati e letture sulle emissioni di simili impianti e sulle altre problematiche, come quella dei controlli o quella dell'impatto dei trasporti delle materie prime sul livello delle polveri sottili e sulla viabilità.

Agricoltura dedicata – Tutti gli interventi si sono allineato grossomodo nella condanna degli impianti di biomasse, quando questi necessitano ettari di terreno agricolo dedicato (la stima ricorrente è che servano trecento ettari l'anno), mentre hanno lasciato aperta la strada a chi parla di biomasse da “scarti” dell'agricoltura. Il modello dell'agricoltra dedicata è però quello ricorrente in tutti gli impianti a biomasse che negli ultimi anni stano nascendo in varie parti dell'Umbria.

Facciamo il possibile – “Oggi sono venuto a conoscenza di tante cose che ignoravo”, ha detto il sindaco Ansideri, salito sul palco in chiusura, difendendo pienamente il suo operato. “Bisogna tenere presente la gerarchia delle fonti. Ci sono delle normative, ed è mio preciso dovere farle rispettare”, ha detto il sindaco, secondo cui è limitata la capacità dell'amministrazione di influire sulla definitiva realizzazione dell'impianto.

Per quanto riguarda le altre istituzioni, il Comitato di Costano ha già in calendario incontri il quattro marzo con la Provincia e il sette marzo con la presidente della Regione Catiuscia Marini e con l'assessore all'Ambiente Silvano Rometti.

Francesco de Augustinis