A 7 anni dalla “grande scossa” del 30 ottobre 2016, che ha devastato Norcia e una vasta area del centro Italia già danneggiata dai terremoti del 24 agosto e del 26 ottobre, la basilica di San Benedetto torna ad essere – almeno esternamente – come era. E proprio in occasione dell’anniversario dal sisma, la chiesa che ne è diventata il suo simbolo tornerà lunedì anche ad ospitare una messa, alle ore 11,30, presieduta dall’arcivescovo Renato Boccardo.
Se lo scorso anno un piccolo gruppo di persone aveva potuto accedere alla cripta della basilica di San Benedetto per un momento di preghiera, quest’anno il 30 ottobre si terrà una celebrazione eucaristica sotto al tetto della chiesa vera e propria. Ricostruita insieme al Portico delle Misure tanto caro ai nursini. Anche se oltre alle pareti ed al tetto rimarranno da fare vari altri lavori prima di riaprire realmente l’edificio di culto e l’annesso convento (la conclusione del cantiere è previsto entro il 2025). La messa di lunedì – stando a quanto annunciato all’Ansa dal vicesindaco facente funzione Giuliano Boccanera – potrà ospitare circa 200 persone. Ancora non sono note però le modalità per l’accesso, considerato che si tratta comunque di un’area di cantiere.
Oltre a celebrare la messa, l’arcivescovo di Spoleto – Norcia benedirà anche le nuove campane che verranno ricollocate nella loro cella. “Dopo aver già celebrato negli anni passati – evidenzia monsignor Boccardo – in due chiese gravemente ferite dal terremoto (San Salvatore a Campi di Norcia e la Concattedrale di Santa Maria Argentea nel capoluogo comunale), accolgo con particolare soddisfazione la possibilità di ritrovare l’aula liturgica di San Benedetto ed esprimo viva ammirazione e gratitudine per la celerità ed efficienza con cui sta procedendo il cantiere della ricostruzione, al quale dedicano competenza, sollecitudine e passione gli Enti preposti e le maestranze“.
Sullo stato dei lavori della basilica di San Benedetto si registrano le parole anche del commissario straordinario alla ricostruzione, Guido Castelli, intervenuto mercoledì ai microfoni di Rainews.
“Finalmente – ha spiegato – la copertura della Basilica di Norcia sarà completata, quindi abbiamo liberato l’edificio dall’ordito di tubi innocenti che la avvolgevano. Questo luogo è il simbolo del sisma del 30 ottobre, quando della Basilica rimase in piedi solo la facciata. Grazie al finanziamento di 15 milioni di euro, frutto del contributo dei fondi del Commissario straordinario, di Eni, dei fondi Por Fesr, della Regione Umbria e della Diocesi, e all’operato del Ministero per la Cultura, che ha curato e coordinato i lavori, abbiamo fatto un passo concreto in avanti. Andiamo avanti a testa bassa, determinati, non c’è un minuto che non dedichiamo alla necessità di dare corpo a questa ricostruzione. Come ha detto il Presidente Mattarella, noi siamo alla ‘stanga’ perché dobbiamo ricostruire e riparare, per restituire un futuro a questa parte consistente dell’Appennino centrale”.
“La complessità della ricostruzione – ha aggiunto Castelli – è oggettiva. Si consideri che il danno stimato è superiore ai 26 miliardi e che riguarda un territorio di 8 mila chilometri quadrati. Dunque, ci vuole tempo, ma deve essere il giusto tempo. Non un minuto deve essere sprecato, perché di false partenze ce ne sono già state troppe, nella consapevolezza che – prosegue Castelli -, il nostro patrimonio deve essere recuperato per resistere alle future scosse. La stella polare verso cui ci dirigiamo è la sicurezza. Lo facciamo non senza difficoltà, ma con la determinazione che meritano questi territori. Penso alla Basilica di Norcia: qui è nato tutto, a partire dall’idea stessa di Europa, grazie a quella intuizione di San Benedetto e Santa Scolastica che ha poi ispirato la civiltà occidentale”.
[Foto Archidiocesi di Spoleto – Norcia]