Prima udienza in Tribunale questa mattina per il “duello” a suon di carta bollata che vede contrapposti il sindaco di Terni, Leopoldo di Girolamo al consigliere di Confimpresa Umbria, Francesco Bartoli. L’appuntamento odierno è servito per sentire le ragioni dell’accusa, che individuano in una frase del primo cittadino, espressa sul sito ufficiale del Comune, contenuti ritenuti diffamatori, motivo per cui è stato chiesto il provvedimento del sequestro del sito stesso.
In aula ha deposto per circa 20 minuti Francesco Bartoli mentre Di Girolamo non era presente. I legali dell’accusa hanno chiesto e ottenuto, nonostante l’opposizione della difesa, di inserire nel processo come parte civile anche Confimpresa.
Dopo aver sentito l’accusa il giudice, la Dott.ssa Barbara Di Giovannantonio, ha rinviato l’udienza al prossimo 8 aprile 2016, data in cui saranno sentiti altri testi.
Questa la nota di Confimprese nazionale a firma del Segretario Generale, Diego Giovinazzo giunta in redazione nel pomeriggio:
Questa mattina si è svolta la prima udienza del processo in oggetto, che vede coinvolto il Dott. Leopoldo Di Girolamo, in qualità di Sindaco del Comune di Terni, rinviato a giudizio per i reati di cui agli articoli 595 comma 1 e 3 ( diffamazione aggravata ) e 61 comma 9 ( Abuso di potere) , per avere mediante pubblicazione sul sito del Comune di Terni in data 30.05.2013 , offeso la reputazione del Dott. Bartoli Francesco, nostro Consigliere Regionale per la Regione Umbria, e la reputazione della nostra stessa associazione.
Prendiamo atto con favore, della decisione del Giudice Dott.ssa Barbara Di Giovannantonio, di accettare la costituzione di parte civile come parti lese, sia del Dott. Francesco Bartoli in prima persona, sia nella sua qualità di rappresentante di Confimpresa perla Regione Umbria, decisione a cui si era opposto l’Avvocato Biancifiori, legale dell’imputato Dott. Leopoldo Di Girolamo.
Attendiamo con serenità che la legge faccia il suo corso e che vengano quindi accertati i reati di cui ai capi di imputazione, fiduciosi nell’operato della magistratura.
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(Modificato h 16,52)