Il Movimento 5 Stelle di Città di Castello punta il dito contro l’ospedale tifernate. I pentastellati, dopo aver fatto un “sopralluogo” al suo interno hanno subito notato la presenza di barriere architettoniche, “che impediscono ai disabili di accedere alla struttura interna del nosocomio e di circolarvi autonomamente con le carrozzelle”.
“Proprio i disabili, infatti, – aggiunge il M5S – nonostante la recente costruzione della struttura sanitaria (progettato nel 2000), sono stati quelli maggiormente penalizzati, perché hanno trovato le porte letteralmente sbarrate, non essendo la struttura dotata di aperture automatiche”.
Come si può progettare un Ospedale e non prevedere strutture adeguate per i disabili, ovvero per coloro che maggiormente necessitano di tutela? Per non parlare poi dello stato di degrado in cui versano i servizi igienici situati al piano terra che necessiterebbero di riparazioni e di accessori quali: salviette igieniche, mensole, cestini, attaccapanni, tavolette sanitarie.
“Possiamo aggiungere, – fanno notare i penstastellati – che lo stato di degrado e di abbandono caratterizza anche l’esterno della struttura, la quale necessiterebbe di panchine esterne, di una cassetta per la posta, di piantumazione di qualche albero, oltre che di manutenzione del manto stradale del tratto viario circostante e dei parcheggi; manca uno sportello Bancomat ed il Punto Giallo della Cassa CUP, che era comodissimo, è fuori servizio ormai da anni senza che si sia provveduto alla sua riattivazione. All’esterno dell’Ospedale, inoltre, è scarsa la pulizia e la raccolta dei rifiuti (nemmeno differenziati)”.
“Poiché come cittadini non possiamo girarci dall’altra parte e far finta di nulla, – conclude il M5S – ci sentiamo in dovere di denunciare le carenze strutturali ed i disservizi che abbiamo riscontrato nel nostro Ospedale e chiediamo a gran voce che chi di dovere si attivi e prenda seri provvedimenti per garantirci quei servizi essenziali che dovrebbero contraddistinguere una struttura sanitaria pubblica degna di questo nome e di cui, peraltro, il nostro Ospedale, ad oggi, risulta privo”.