Barbara Corvi, dopo l'archiviazione delle indagini per l'ex marito Lo Giudice, Libera vuole verità e giustizia
“Noi sappiamo, nei nostri cuori e nelle nostre coscienze, che Barbara non è svanita nel nulla, ma è stata uccisa. Per questo l’archiviazione del caso da parte del tribunale di Terni, pur rappresentando un duro colpo per la famiglia e per tutta la comunità, che chiede da anni verità e giustizia, non mette fine al nostro impegno. Continueremo a gridarlo con tutta la nostra voce: dov’è Barbara?”. Lo scrivono in una nota il coordinamento “Renata Fonte” di Libera Umbria, insieme a Libera nazionale, dopo che il Gip del tribunale di Terni ha disposto l’archiviazione delle indagini su Roberto Lo Giudice, marito di Barbara, pur segnalando che permangono «forti sospetti» a suo carico.
Verità per Barbara Corvi
“In questi anni intorno a Barbara è nato qualcosa di straordinario – continua Libera – un
movimento di persone, di donne in primo luogo, che ha fatto di una vicenda che si voleva
mantenere privata e nascosta una lotta comune, attraverso gli strumenti della memoria e
della partecipazione. Il Comitato Barbara Corvi, il Forum Donne Amelia, e tanti altri
soggetti anche istituzionali, a partire dall’Osservatorio regionale sulle infiltrazioni mafiose,
hanno scelto di schierarsi, insieme a Libera, al fianco della famiglia di Barbara, nella
battaglia per la verità. Tutto questo non può dunque esaurirsi di fronte ad un’archiviazione,
che al contrario chiama tutte e tutti noi ad un rinnovato impegno. Come ha detto il vescovo
di Terni, monsignor Soddu: «Chi ha fatto sparire Barbara Corvi ascolti la propria coscienza
e parli». Noi continueremo ad ascoltare la nostra, che ci impone di non smettere di cercare”.