Con gli hashtag #ioapro e #ioapro1501 che stanno rimbalzando in rete ormai da giorni, sta prendendo forma quella che sembra essere una severa e dura protesta di una delle categorie più in difficoltà dall’inizio dell’emergenza sanitaria.
Un tam tam incessante nato sui social e che sta cercando di sensibilizzare il mondo politico, e non solo, nei confronti di una crisi del settore della ristorazione senza precedenti.
Si stima che oggi, 15 gennaio, possano essere addirittura 60mila le attività che avrebbero deciso di riaprire le loro porte al pubblico fino alle ore 22.00; ovviamente, a quanto sostiene chi aderisce al movimento, si parla di riaperture in totale sicurezza e con il rispetto ortodosso di tutte le regole anti contagio ormai note da inizio pandemia.
Inoltre, tramite la pagina facebook Ioapro1501, è possibile avere ogni tipo di supporto inerente all’iniziativa con video esplicativi riguardanti le varie faq, fino al sostegno legale per la propria attività in caso di sanzioni da parte delle autorità competenti.
I titolari di bar e ristoranti rivendicano, poi, con assoluta fermezza, che le loro chiusure forzate non hanno in alcun modo fatto abbassare i contagi di questa seconda ondata e che, quindi, il loro settore sia stato solo un falso problema atto a mascherare le lacune gestionali del governo.
Per il primo fine settimana di protesta ovvero il 15, 16 e 17 gennaio l’idea è quella della modalità “offerta libera” al termine della consumazione per i clienti che decideranno di sostenere l’iniziativa; ovviamente il tutto verrà registrato tramite scontrino fiscale.
E’ evidente che la tenuta sociale del paese risulti essere al limite, se si considera poi tutta la querelle legata alla riapertura delle scuole che ancora desta non poche preoccupazioni.
Il tutto condito dalla crisi di governo deflagrata nel pomeriggio di mercoledì 13 gennaio, con la conferenza del leader di Italia Viva Matteo Renzi e la dimissione dei suoi ministri e sottosegretario che, sicuramente, va ad aggiungere incertezza all’incertezza in un momento in cui servirebbero buon senso e grande responsabilità istituzionale.