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Bar dato alle fiamme a Città di Castello, una truffa assicurativa dietro l'esplosione

Non si trattava di racket, come supposto in un primo momento, ma di un tentativo di truffa ai danni di due società di assicurazioni. E' questo il movente che un mese di approfondite indagini dei carabinieri di Città di Castello, tra analisi patrimoniali ed estenuanti interrogatori, ha fatto emergere alla base dell'incendio doloso che ha carbonizzato il “New Bar” di Città di Castelloo lo scorso nove gennaio.

“Non possiamo dire a quanto sarebbe ammontata la truffa alle assicurazioni”, hanno detto oggi il capitano della stazione Alfredo Cagiano in conferenza stampa. “Per stabilire la cifra era necessaria prima la perizia delle assicurazioni. In ogni caso i massimali coprivano danni per decine di migliaia di euro”.

L'incendio che ha travolto il locale lo scorso nove gennaio era apparso subito di origine dolosa, in quanto per dare alle fiamme il bar erano state usate intere taniche di benzina. Nell'esplosione del locale era rimasto ferito anche un uomo, che poi si è rivelato essere l'esecutore del piano studiato dai proprietari dell'attività e dai loro predecessori.

Sono quattro persone infatti, due coppie di Città di Castello, ad essere stati fermati dai militari come possibili mandanti dell'incendio. Secondo la ricostruzione della truffa fornita stamani dagli inquirenti, i quattro, schiacciati dai debiti con i fornitori, con l'attività in grave difficoltà, avevano deciso di mettere in piedi il falso incendio, per pagare i creditori e mettersi in tasca un discreto gruzzolo grazie alle assicurazioni. Per mettere a segno questo piano, le due coppie avevano ingaggiato un uomo, cittadino rumeno senza precedenti.

L'incendio maldestro – L'esecutore del piano era probabilmente inesperto per questo genere di operazioni. Secondo quanto riferito dai militari, l'uomo avrebbe utilizzato una quantità decisamente eccessiva di benzina, e soprattutto avrebbe commesso l'errore quasi fatale di accendere le fiamme senza tener conto dell'aria nel locale, completamente piena delle esalazioni della benzina. Questa circostanza ha causato l'esplosione, scaraventando l'uomo fuori dal locale gravemente ferito.

Dimesso pochi giorni fa da un ospedale di Roma, l'attentatore ha anche tentato la fuga in direzione della Romania, prima di essere riacciuffato dai carabinieri di Città di Castello. Secondo i militari, ha già confessato di aver intascato poche migliaia di euro per appiccare le fiamme all'attività.

I mandanti – A spartirsi il bottino avrebbero dovuto invece essere P.S. e C.C., i vecchi gestori del locale, e M.D. e la moglie R.E., gli attuali gestori. Le due coppie, tutti tra i 40 e i 48 anni, avrebbero pensato il piano per far fronte ai gravi debiti dell'attività, come confermato dalle indagini patrimoniali. Nei giorni precedenti all'incendio, i gestori del locale avevano anche provato a mettere in piedi un giro clandestino di scommesse sportive, smascherato dalla Guardia di Finanza, mentre i vecchi gestori avevano cambiato appartamento, spostandosi volutamente dai locali sopra al bar che sarebbe finito in fiamme di li a poco. Per tutti i fermati pesa l'accusa di incendio doloso in concorso e danneggiamento fraudolento di beni assicurati. (fda)