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Bankitalia, causa milionaria contro ex cda Spoleto Credito e Servizi / Domani assemblea soci

111 pagine, 17 fra ex amministratori e revisori contabili chiamati in giudizio a vario titolo per rispondere di danni compresi fra i 28,2 e i 31,6 milioni di euro subìti dalla Spoleto Credito e Servizi, la coop che un tempo controllava la Banca Popolare di Spoleto (recentemente finita nelle solide casse di Banco Desio). Sono in sintesi i numeri della citazione depositata in queste ore al Tribunale per le Imprese di Perugia dall’avvocato Stefano Ambrosini del foro di Torino, legale nominato dai Commissari straordinari, il professore Gianluca Brancadoro e il dottor Nicola Stabile, che dal febbraio 2013 hanno messo in sicurezza la cooperativa su mandato di Bankitalia. Una azione di responsabilità complessa, che si snoda lungo gli ultimi due anni di vita della ex controllante di piazza Pianciani, in pratica dall’inizio del 2011 fino al commissariamento decretato da palazzo Koch a seguito dei ripetuti scandali e inchieste che avevano ormai portato alla deriva le due società. E che chiama in causa, per responsabilità diverse, gli ultimi due consigli di amministrazione e relativi collegi sindacali. Ovviamente questa riportiamo è la richiesta dei Commissari contro la quale daranno sicuramente battaglia i legali dei chiamati in causa.

Le responsabilità – dopo aver brevemente ripercorso la storia della cooperativa, nata il 28 aprile 1895, il documento evidenzia “la gestione affetta da gravissime irregolarità, realizzata dall’organo amministrativo con il beneplacito dell’organo di controllo”. Tuttoggi.info ha potuto visionare l’atto. Leggiamo: “Non solo sono state sistematicamente violate le previsioni dello statuto (attraverso l’esercizio indebito dell’attività di direzione e coordinamente da parte della Scs sulla controllata Bps) ma più in generale, sono stati compiuti atti manifestamente eccedenti l’oggetto sociale – finalizzati a provocare indebiti vantaggi ad altre società del Gruppo, a detrimento dell’interesse della Scs…la gravità di queste circostanze, trova la propria ‘cartina di tornasole’ negli accertamenti della Banca d’Italia e della Procura della Repubblica, i quali hanno condotto al Commissariamento”. Il documento offre anche qualche spunto per tastare il polso alla situazione economica della  holding che nel tempo, a dispetto di quanto previsto in Statuto, aveva assunto “partecipazioni di controllo in altre società o imprese” diverse da “quelle funzionali al conseguimento dell’oggetto sociale”, da sempre ispirato a principi di cooperazione e mutualità in favore dei soci: si scopre così che la Spoleto Credito e Servizi Gestione Immobiliare è in liquidazione presentando un “patrimonio netto negativo per € 5.047.870”; idem la Progresso Holding, anche questa in liquidazione e ugualmente operante nel settore immobiliare, che presenta “un patrimonio negativo per € 2.824.888” (a questa fanno capo la Edilstart S.r.l. e la Parking for Camper S.r.l.); la Brand Up in liquidazione e con bilancio “negativo per € 289.000”. Della costellazione delle partecipate fa parte anche la R&S (di cui Scs detiene il 40% delle quote) operante nel settore della tutela del credito.

L’azione di responsabilità si divide a questo punto su due fronti. Quello più pesante relativo alla indebita ingerenza nella gestione della PopSpoleto, e quello per i finanziamenti ‘dubbi’ alle altre controllate (3 mln ca.).

L’ingerenza sulla Banca – ripercorrendo puntigliosamente gli atti della Vigilanza, come pure quelli dell’inchiesta della Procura della Repubblica di Spoleto – che a maggio 2013 aveva spiccato 34 avvisi di conclusione indagine per vari reati nei confronti di ex amministratori e dirigenti Bps nonché di alcuni imprenditori (per i quali, vale precisarlo, non c’è ancora stata la richiesta di rinvio a giudizio) – il legale dei Commissari mette in evidenza come la Scs abbia agito esercitando “in modo individuale i poteri di direzione e coordinamento sulla Spoleto”. Un pressing che per Bankit si è manifestato con il defenestramento dell’ex d.g. Alfredo Pallini e la nomina del sostituto Francesco Tuccari (in assenza del gradimento di Rocca Salimbeni che allora vantava il 26% del pacchetto azionario), con la convocazione dell’assemblea per aumentare il capitale sociale fino a 30 mln ed emettere obbligazioni convertibili fino a 70mln; con la pletora di finanziamenti ‘sospetti’ a società spesso in difficoltà quando non proprio decotte; con l’apertura di una filiale come quella di Torino che portò a una perdita di ca. 2 mln, per finire con le ‘troppe’ assunzioni – 840 dipendenti nel 2012 contro gli 809 previsti dal Piano approvato dal Cda – che hanno appesantito i costi del personale e di conseguenza generato minor profitti per controllata e controllante.

I board Scs, secondo gli amministratori straordinari, hanno “determinato l’adozione, da parte della società eterodiretta (Bps, n.d.r.), di decisioni in contrasto con l’interesse della stessa, le quali si sono tradotte nella spoliazione del patrimonio (non solo della Banca Popolare, ma anche) della Scs”. Il tutto si sarebbe tradotto in un ingente danno quantificato in € 18.539.983,71 (quale differenza tra il valore del titolo a piazza Affari tra il 3 gennaio 2011 al 13 febbraio 2013) cui aggiungere il controvalore del premio di maggioranza di cui Scs non ha beneficiato a seguito della definitiva perdita del ‘controllo’ su Bps e che è stato quantificato dall’avvocato Ambrosini tra i 6,7 e i 10,1 milioni di euro. Un danno variabile quindi tra i 25,2 e i 28,6 milioni di euro.

Le operazioni “estranee” – l’azione di rivalsa prende di mira anche le somme corrisposte dalla Scs alle due controllate Scsgi e Progresso Holding tra il 2011 e il 2012 pari a 2,985 milioni di euro. Anche in questo caso ex amministratori e revisori sono stati chiamati a giudizio, a vario titolo e responsabilità, con richieste minime di 50mila euro ciascuno.

Notifiche in corso – l’atto giudiziale viene consegnato in queste ore ai 17 soggetti individuati dai Commissari, molti dei quali, a quanto risulta, non lo hanno ancora ricevuto. Anche se nomi e cifre hanno già fatto il giro della città. L’azione risarcitoria è arrivata a meno di 48 ore dall’Assemblea dei soci Scs in programma per sabato 11 ottobre (domani) alle ore 10 presso l’Albornoz durante la quale gli azionisti saranno chiamati a eleggere il nuovo board della cooperativa. Atto  che decreterà di fatto la fine della gestione commissariale, anche se Bankit vorrebbe che Brancadoro e Stabili accompagnino almeno fino a dicembre il ‘nuovo corso’. Due le liste in corsa: quella presentata congiuntamente dai Comitati Soci Bps e Scs e Dipendenti Bps, quest’ultima sostenuta dalla quasi totalità dei sindacati e alla quale guardano con favore proprio i Commissari e lo stesso Banco Desio, e la Aspocredit.

La nota dei ‘Dipendenti’ – proprio a ridosso del voto di domani il Comitato “Dipendenti Bps” ha diramato un comunicato stampa con cui ribadisce che venga “salvaguardata l’integrità del patrimonio della SCS ed in particolare il valore della partecipazione che la Cooperativa detiene in BPS al fine di tutelare i Soci della cooperativa, proteggere l’integrità del patrimonio sociale e garantire il mantenimento sul territorio delle strutture  societarie di sviluppo e controllo della banca. Lo sforzo del Comitato – si legge nella nota – è quello di conservare il valore  della SCS  e possibilmente di accrescerlo, individuando modi e strumenti per sostenere la nostra partecipazione in banca. Obiettivo immediato è quello di rimanere  il “primo socio non di maggioranza”  e quindi rappresentare un valido interlocutore nei confronti del Gruppo Banco Desio. Pertanto è opportuno che siano designati quali membri del  nuovo CdA  persone con un adeguato profilo professionale e di esperienza”. Poi l’appello al voto pro lista ‘Marcucci’: “Se la lista condivisa dal Comitato dovesse avere il successo sperato, i nuovi consiglieri della SCS dovranno svolgere delle attività per meglio valorizzare e salvaguardare l’integrità del patrimonio della SCS. Tra queste le verifiche sulle attività svolte dai Sigg.ri Commissari al fine di tutelare i diritti e le ragionevoli aspettative dei Soci; sul contratto di finanziamento tra BPS e SCS per l’estinzione del debito nei confronti della Banca MPS, sulla possibilità di alienare in modo profittevole il patrimonio immobiliare e partecipativo non strategico, sullo stato del compendio immobiliare facente riferimento alla SCSGI in liquidazione congiuntamente alla definizione di una linea strategica di dialogo con gli altri Soci della BPS e il recupero del rapporto con il Monte Paschi Siena. Infine , obiettivo strategico è quello di tessere alleanze con altri Soci ovvero con entità terze. Un programma che abbiamo condiviso con la lista guidata dall’ Avv. Marcucci”.

Tensione alle stelle – domani dunque si conoscerà il nuovo board che dovrà (provare a) traghettare la storica cooperativa verso lidi più sicuri. Brancadoro e Stabile stanno lavorando ad ogni dettaglio per garantire che i lavori procedano nella massima serenità (a quanto è dato sapere il servizio sicurezza sarà imponente) e trasparenza (la stampa verrà ammessa previo accredito). Difficile ipotizzare l’ora di fine operazioni di spoglio, legate inevitabilmente anche alle richieste di intervento  da parte dei soci. Come pure non è dato sapere se al voto potranno prendere parte gli ‘ex’ citati in giudizio con l’azione di responsabilità avviata in queste ore. Di certo domani i colpi di scena sembrano assicurati.

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