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Bambina aggredita, scuola “no motivi religiosi” | Famiglia querela | Alfano commenta

“Evitare ogni forma di strumentalizzazione per il bene di tutte le persone coinvolte, soprattutto dei minori”. E’ questo l’appello che si leva forte dall’Istituto scolastico luogo della vicenda che coinvolge due minori a Terni.

I fatti oggettivi al momento sono che una bimba di 12 anni è rimasta ferita dopo l’aggressione alle spalle subita da parte di un coetaneo all’uscita di scuola. Secondo quanto riportato dalla madre della ragazzina – unico adulto presente sembrerebbe sul posto – ai carabinieri, il bambino di origine senegalese, avrebbe colpito alle spalle la coetanea per via del crocifisso che portava al collo. E proprio la famiglia, anche sulla base del referto medico della bambina, per la quale i medici che l’hanno visitata hanno stabilito una prognosi di venti giorni, avrebbero deciso di sporgere denuncia.

“Francamente – ha spiegato la vicepreside dell’istituto sentita telefonicamente da TO – non riusciamo a spiegarci come sia stato possibile ricondurre l’aggressione a motivi religiosi. Il bambino in questione è in Italia da pochissimo tempo, ha raggiunto i suoi familiari dal Senegal da poco ed in istituto da noi da soli 15 giorni. Parla pochissimo italiano, noi riusciamo a comunicare con lui attraverso la sorella maggiore con la quale parliamo in francese mentre lei traduce al fratellino nella sua lingua di origine”.

“Personalmente– prosegue il racconto- soltanto ieri gli ho sentito pronunciare un primo, timido, ‘ciao’. La sua insegnante di matematica, che ha stabilito con lui il rapporto più stretto, porta sempre un crocifisso al collo e non è mai stato motivo di agitazione per il minore. E’ un bambino molto gracile, con qualche problema fisico nel camminare, sembra molto più piccolo della sua età. Certo la bambina è rimasta ferita, quindi non metto in discussione che l’abbia colpita”.

Sulle motivazioni quindi, all’insegnante verrebbe piuttosto da pensare ad una esuberanza mal gestita piuttosto che a retroscena ideologici, “ Non ci sembra un bambino in grado di esprimere ancora un concetto antireligioso. Del resto la famiglia non lo ha nemmeno esonerato dalle lezioni di religione”. Il bambino sta frequentando una classe della scuola secondaria, una scelta che mira all’integrazione e al suo ambientamento, visto che a settembre sarà iscritto allo stesso anno di corso.

“Se le cose stessero veramente come trapelato nelle scorse ore – conclude l’insegnate – allora avremmo veramente fallito non essendoci accorti che mentre con noi il bambino, se stimolato, aveva appena iniziato a pronunciare i numeri, nel cortile della scuola, esprimeva concetti ‘da adulto’.”

L’intervento di Alfano da Spoleto.  “Nessuno costringe chi non è italiano a stare in Italia. Chi non condivide i nostri valori, chi ritiene di stare male nel nostro Paese perchè magari non ha la nostra stessa religione, è liberissimo di andare via”, lo ha detto il ministro Angelino Alfano in merito alla vicenda così come era emersa nelle scorse ore, durante la visita odierna a Spoleto. Lo stesso ha poi specificato: “detto questo, bisognerà vedere fino in fondo che cosa e’ successo”.

BAMBINA AGGREDITA ALL’USCITA DI SCUOLA 

(modificato h 14,26)