No ad apparentamenti, sì al dialogo costante anche perché in città i veleni continuano a girare, in queste ore su whatsapp.
Andrea Sisti e Sergio Grifoni, i due candidati che si sfideranno al ballottaggio del prossimo 17 e 18 ottobre, come avevano annunciato, seppur in tempi diversi, non faranno alcuna alleanza con le liste uscite, al primo turno di ballottaggio, dalla corsa alle amministrative.
A nulla sono valsi gli appelli, alcuni al limite del fanciullesco, di si dava già per vincitore alle urne e si è invece ritrovato una manciata di mosche (alias preferenze) in mano. Troppo tardi. Troppo avvelenata la città, dopo l’esperienza politicamente negativa della Giunta De Augustinis, per concedere in questa fase una stretta di mano.
Entrambi i candidati a sindaco non si sono astenuti però dal tenderla (la mano), preferendo rimettere all’elettorato la decisione e solo dopo, con il giusto tempo, verificare se le ‘improvvise’ manifestazioni d’amore potranno scaturire in alleanze da sviluppare per il futuro.
In qualche caso gli ormai ex candidati sindaci sono già fuori dalle trattative, tornate ad un livello di politica più consona: come nel caso di Forza Italia (5,6%) dove il coordinatore regionale Andrea Romizi, volutamente lasciato in disparte sulle strategie attuate dal trio Bececco-Mulè-Urbani, ha tentato un appello alla riappacificazione. Inutile fumare il calumet della pace se le proprie truppe non sanno rimanere al proprio posto.
Così Sergio Grifoni, dopo l’incontro col sindaco di Perugia, al quale ha rinnovato la propria stima e fiducia anche a nome delle tre liste (Alleanza civica, Fd’I e Obiettivo Comune che han ottenuto il 25,3%), si è confrontato con le delegazioni di Diego Catanossi (Spoleto 2030, 9,5%) e della Lega (che candidava Paolo Imbriani, 7,5%) e anche a loro ha ribadito che di apparentamenti non se ne parla. Pronto però a osservare sul campo, se tra una settimana verrà eletto alla guida della città, i contributi e la vicinanza che si vorrà dare in Consiglio comunale.
Non l’ha presa proprio bene la lista civica di Calenda che, anche se con il centrodestra – visto che Sisti non si è fatto sentire se non nelle ultime ore -, un assessorato e l’ingresso di almeno un altro consigliere lo avrebbe a dir poco gradito.
Sulla stessa linea, peraltro già annunciata, l’avversario Andrea Sisti (sulla carta favorito al primo turno con il 32,7%) che può contare su Pd, M5S, CiviciX, Ora Spoleto e Eleggi Spoleto) che di matrimoni non ne vuol fare. Ieri è stato notato al tavolino di un bar di Piazza della Libertà dialogare con l’ormai ex aspirante sindaco Giancarlo Cintioli, l’outsider che ha ottenuto un risicato 12% (e quattro liste a supporto).
Alla riapertura delle cabine elettorali mancano ancora sei giorni durante i quali i due contendenti, e relativi supporters, dovranno cercare di intercettare quella Spoleto (che vale il 42%) che il voto lo ha snobbato. Le prime analisi, stando a quanto trapela dai due quartieri generali, registrano percentuali basse di voto specie tra i giovani e gli anziani, soprattutto nei seggi del centro storico.
Per il resto la partita è un po’ più complicata per Grifoni che solo in 7 dei 42 seggi è avanti sull’avversario Sisti.
A dimostrazione che la città è ben lungi dall’essere pacifica(ta), ci sono i veleni ancora messi in circolazione con ogni probabilità da qualche perdente a far discutere in città.
L’ultimo dei veleni in ordine di tempo, è una vignetta, meglio parlare di fotomontaggio, fatto girare sulla piattaforma di Whatsapp, in cui si vedono cinque politici spoletini in camicia nera (uno con la divisa di gerarca). La foto, senza neanche molta fantasia, è ripresa da quella della locandina di “Fascisti su Marte”, il film di Corrado Guzzanti del 2006 che parodiava sui cinegiornali dell’Istituto Luce del Ventennio fascista.
I cinque malcapitati sono Elio Giannetti (padre di Stefano candidato con Spoleto 2030) un tempo ascoltatissimo dal diessino Massimo Brunini, Gianmarco Profili, Sergio Grifoni (il gerarca, sulla cui divisa la ignota mano ha disegnato anche il simbolo dell’Avis di cui Grifoni è stato a lungo presidente), Alessandro Cretoni e il senatore Franco Zaffini. In alto campeggia la scritta “Fascisti su Spoleto”.
Un fotomontaggio che non è affatto piaciuto agli sventurati protagonisti che oggi – lunedì mattina 11 ottobre – avrebbero presentato formale denuncia alla sezione Digos del Commissariato di Spoleto.
Facile che le indagini, se ci sarà in tal senso l’input della Procura, coinvolgeranno anche la Polizia postale in grado di rintracciare, se non l’autore, quanti hanno fatto girare tali veleni su whatsapp. Che indubbiamente di pacificare la città del festival non ne vogliono sapere.
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