Bagni, Novellino, Vannini, allenatore Castagner. Dalle parti dello Stadio Curi si rivede una squadra da sogno. L’occasione è la presentazione del libro di Ignazio Senatore, “Il Guerriero”, intervista con Salvatore Bagni.
Insieme all’autore ed a molti ex dirigenti del grande Perugia si sono ritrovati alcuni dei protagonisti del Grifo dei miracoli. E ovviamente, tanti tifosi, di ogni età. Anche coloro che quella esaltante stagione che portò il Perugia a sfiorare lo scudetto l’hanno solo sentita raccontare dal papà. All’incontro c’è anche Maria Grazia Ceccarini, vedova del Tigre Antonio Ceccarini, un altro grande protagonista di quella squadra.
Nel Museo del Perugia, nell’incontro coordinato dalla giornalista Maria Mazzoli, scorrono le immagini di queste partite alle spalle di Salvatore Bagni e del mister Ilario Castagner. Un libro, quello di Ignazio Senatore (psicologo, esperto di cinema, giornalista) che racconta il Salvatore Bagni autentico, Guerriero in campo e nella vita per difendere i suoi ideali.
Come in quel famoso Perugia-Milan, partita decisiva per l’assegnazione dello scudetto, in cui Bagni, dopo aver procurato il rigore del pareggio del Grifo, “scioperò” di fronte ai tifosi biancorossi che gli imputavano una scarsa resa in campo a causa delle vicende sentimentali (la madre aveva litigato con la fidanzata di allora). “Io – dice Bagni a proposito di quell’episodio – ero un figlio di Perugia? E tu cosa fai di fronte ad un figlio sbaglia? Lo aiuti, cerchi di fargli capire“. Quei fischi, Salvatore Bagni, non li ha ancora digeriti.
Così come ci tiene a puntualizzare un altro episodio molto importante della sua carriera: la lite con il presidente dell’Inter, Ernesto Pellegrini. “Se non mi togli quella mano dalla spalla ti do un cazzotto” è la frase, racconta lo stesso Bagni, detta al presidente dell’Inter. Un gesto che chiude di fatto la sua esperienza nerazzurra, consentendo poi a Bagni di andare al Napoli, formazione che ha fatto la sua fortuna di calciatore.
Ma Bagni, come hanno ricordato Mario Mariano e Franco Vannini, è stato il primo giocatore universale del calcio italiano. “Il salto di qualità al Perugia – riconosce Vannini – ce l’hanno fatto fare Novellino e Bagni. Perché le squadre provinciali non hanno difficoltà a difendere, ma a mantenere la palla in attacco. Ed a noi, con loro due, bastava buttare la palla in avanti“.
Dalla platea spunta Walter Alfredo Novellino, giunto per salutare l’amico Salvatore Bagni.
Mister Castagner ricorda l’importanza che aveva Bagni per la sua Inter. E quanto la lite con Pellegrini abbia finito per penalizzare la sua squadra: “Lottammo per lo scudetto fino all’ultimo e perdemmo la semifinale di Coppa Uefa con l’Inter. Perché mancava un giocatore come lui a centrocampo“.
Un giocatore capace di fare la differenza. Un uomo che non ha mai piegato la testa, anche sbagliando, come lui stesso oggi riconosce. Bagni guascone, indomito, leale, vero. “Io – ha detto Salvatore Bagni – sono questo, nel bene e nel male. E non mi sono mai nascosto“.