Prima conferenza stampa di Francesco Baldini da allenatore del Perugia, affiancato dal giovane dirigente Jacopo Giugliarelli
Preparare una stagione senza avere certezze sulla proprietà, sempre più invisa alla piazza, né sulla categoria nella quale il Perugia giocherà e, di conseguenza, con un mercato praticamente bloccato, al momento fatto solo di intenti. Eppure il giovane dirigente Jacopo Giugliarelli e l’allenatore Francesco Baldini dicono che questa situazione, per loro, è da stimolo.
Certo, il primo, dopo l’esperienza nelle giovanili, assapora con entusiasmo la prima squadra, in attesa, a settembre, di iniziare il corso per diventare direttore sportivo. Il secondo, dopo tanta gavetta tra giovanili e serie minori, con un assaggio di B non tanto fortunato, approda in una piazza il cui nome è scritto nella storia del calcio. Entrambi si sono trovati subito, accomunati dalla passione per il Grifo. Giugliarelli dirigente nella squadra della propria città, per la quale tifa sin da bambino. Baldini perché torna da allenatore in una piazza che ha amato da calciatore, anche se arrivato a fine carriera.
“Se avessi pensato a tutto questo sarei rimasto a casa con mio figlio” ammette Baldini quando gli si chiede delle tante incertezze che la Perugia calcistica sta vivendo in questo momento. “Ma mi frega la passione per il campo e il fatto di vedere sempre il bicchiere mezzo pieno”, aggiunge. Ricordando di aver accettato panchine con situazioni al limite, come a Catania (esclusa a pochi giorni dall’inizio del campionato) e Trapani (fallito a fine stagione). “C’erano altre possibilità – ricorda a proposito della sua di allenare il Perugia – ma mi interessa ricostruire qui. E non mi spaventa doverlo fare, eventualmente, in C”.
Per questo non ci ha pensato un attimo quando il giovane Giugliarelli gli si è presentato in casa per offrigli la panchina del Perugia, dopo la prima telefonata con Santopadre. Un nome scelto “per le qualità umane, per l’identità di gioco e perché, da giocatore, già conosce il nostro ambiente” spiega Giugliarelli.
Parola d’ordine: “Attaccamento”
Quell’attaccamento che è la prima caratteristica che si chiede ai giocatori. “Le scelte sui calciatori – spiega il mister – si faranno partendo dal senso di appartenenza. Chi vuole rimanere a Perugia rimarrà, chi ha il minimo dubbio può andare via”.
Sgarbi e Casasola
Parole che arrivano a poche ore dalla rescissione consensuale con Sgarbi e Casasola. Una decisione che ha fatto molto discutere i tifosi. Giugliarelli spiega così la scelta della società: “I motivi sono differenti. Filippo (Sgarbi, ndr) riteneva concluso il proprio percorso a Perugia. Per Tiago è stata fatta una scelta tecnico-tattica, tenendo anche conto della sua volontà di tornare in Argentina. Giusto, quindi, non trascinare a lungo le situazioni. Abbiamo necessità della qualità quotidiana del lavoro”. Insomma, per chi non vuol restare, la porta è aperta.
Chi resta, deve ritrovare entusiasmo e determinazione, dopo la delusione dello s corso campionato. “Il mio primo compito – annuncia Baldini – è cambiare la faccia di questi ragazzi dopo una retrocessione”. E dare loro convinzione: “Voglio allenare gente pronta a morire in campo per il Perugia”.
I giovani
Per stimolarli, si farà leva anche sull’entusiasmo dei ragazzi. Già domani, venerdì, nella partitella che vedrà contrapposti i giocatori della prima squadra a quelli delle giovanili. “Voglio vedere ragazzi pronti a togliere il posto in squadra a chi deve sudare per mantenerlo” dice l’allenatore. Che annuncia di non guardare all’età nel fare le sue scelte: “Chi va forte gioca”.
Un pensiero, e non potrebbe essere altrimenti, con il giovane Giugliarelli. Che ricorda l’ottimo campionato fatto da Fabian a Reggio Calabria. “Anche se non faremo ovviamente una squadra di 2004” chiarisce.
Il modulo
Si passa dal gioco di Castori al 4-3-3 di Baldini. “Parto – spiega il tecnico – da una certa idea di calcio. Rubare palla agli avversari, tenerla, avere un’identità di squadra propositiva e non distruttiva”. Non solo “fare risultato”, ma anche “costruire a livello calcistico”, in una piazza “che ama il bel calcio”.
Il mercato
Una rivoluzione nel modulo che richiede anche una rivoluzione nella rosa. Con un mercato che però, in attesa di capire in quale categoria giocherà il Perugia, è praticamente fermo. Se non in uscita. “Non ci sono – dice Giugliarelli – giocatori in vendita. Valuteremo giorno per giorno la volontà di rimanere a Perugia, indipendentemente dalla categoria”.
La società ha “identificato dei profili”. Anche se, come è comprensibile, i giocatori avvicinati chiedono di sapere in quale categoria eventualmente giocheranno. Né il Perugia potrebbe permettersi stipendi da B in Lega Pro.
“Non dormiamo dal punto di vista delle idee – aggiunge Baldini – per la B o per la Lega Pro (speriamo di no)”. La sentenza non ci farà trovare impreparati” assicura il mister che vede il bicchiere mezzo pieno. Ma certo, con tutte queste incognite preparare una stagione ambiziosa è davvero un compito arduo.
Le amichevoli
Sul campo, si prova comunque a lavorare in maniera normale. Come chiesto da Baldini, è stato stilato un calendario di giorni di allenamento e partite amichevoli, con squadre, a crescere, di serie D, C e B. Dopo la partitella casalinga di domani (venerdì), il Perugia tornerà in campo il 3 e il 6 agosto. Con partitelle ogni 3-4 giorni. E alcuni casi in due giorni consecutivi, alternando le formazioni.