Una petizione con oltre 250 firme di specializzandi, borsisti e dottorandi sul tavolo dei vertici dell’azienda ospedaliera di Perugia. Una lettera lunga e dettagliata indirizzat al direttore generale Emilio Duca e ai vertici dell’amministrativo e sanitario Valorosi e Pacchiarini che si sono visti recapitare una petizione firmata da una buna parta di quell’armata di giovani (in tutta la struttura sono circa 400) che, ogni giorno, operano all’interno dell’ospedale di Perugia. Il pomo della discordia? Una modifica al regolamento del servizio mensa che escuserebbe dalla convenzione con il servizio mensa la categoria degli specializzandi e non solo. In parole spicce, dal primo aprile il servizio mensa per i giovani medici in formazione, ma non solo, è passata da un euro a pasto quasi 5.
L’Asup. Una rivoluzione in fatto dei servizi mensa che è stata attuata dal Primo aprile senza nessun tipo di avvertimento. Un pesce d’aprile? Niente affatto. A consegnare la petizione con le centinaia di firme, l’Associazione specializzandi Università di Perugia (l’Asup) che nasce nel 2012 dalla volontà di un gruppo di giovani medici di creare un punto di incontro per la categoria. Una “voce” apartitica e di categoria rimasta purtroppo inattiva per il fisiologico turn-over di specializzandi, ma che nell’aprile 2016 è stata costituita nuovamente sulla scia di una petizione spontanea effettuata in seguito alla estromissione degli specializzandi dall’utilizzo della mensa aziendale.
La modifica del regolamento. La petizione punta il dito su una delibera (la numero 571 del 31 marzo 2016) che modifica il regolamento del sevizio mensa dell’ospedale e che approva il passaggio del prezzo da un euro a pasto a 4,70 a gli specializzandi, ricercatori e personale tecnico. Un aumento di costo importante e che, secondo i firmatari, rappresenterebbe un’inaccetabile discriminazione di trattamento tra le varie figure profesionali che operano all’interno dell’Azienda ospedaliera di Perugia. A ben guardare la prima bozza del regolamento modificato, dalla convenzione con il servizio mensa vengono anche esclusi, oltre agli specilizzandi, i ricercatori e il personale tecnico. Come dire che al Santa Maria della Misericordia, come spiegano dall’Asup, esiste personale di serie A e di serie B: da una parte gli strutturati e i professori universitari che fanno il rientro (certificato dal badge) che pagano 1.02 euro a pasto, dall’altra specializzandi e ricercatori che non percepiscono alcun compenso dall’ospedale perchè beneficiano di borse erogate da altri enti, ma che nella struttura sanitaria, operano quotidianamente e che ora sborsano 4,70 euro a pasto. Trentotto le ore settimanali consentite dal contratto di formazione specialistica che uno specilizzando dovrebbe svolgere all’interno dell’azienda ospedaliera ma che poi, di fatto, vengono superate. Inoltre, i rientri per questa categoria non sono accertabili poiché i giovani medici non sono forniti di badge. In sintesi, questi giovani medici del futuro passano tante ore nell’ospedale, spesso dalla mattina alla sera con piccole pause, rendendo indispensabile l’utilizzo del servizio mensa a prezzi agevolati.
L’Ateneo. Martedì 24 maggio, la questione è stata presentata in senato accademico, dove il rettore Moriconi, durante la seduta, ha riferito che si sarebbe fatto carico della faccenda. Oggi la palla passa al consiglio degli studenti e, successivamente, al consiglio di amministrazione dell’Ateneo di Perugia. Non resta che aspettare di vedere gli sviluppi.