È iniziato il tirocinio lavorativo extracurricolare per le diciotto persone che la Caritas di Spoleto-Norcia ha selezionato tra i 191 curricula giunti nell’ambito del progetto “Dall’accompagnamento all’autonomia” realizzato, grazie ai fondi dell’8xMille della Conferenza episcopale italiana (Cei), a sostegno dell’occupazione.
«Le aziende che hanno aderito – afferma il direttore della Caritas di Spoleto-Norcia Giorgio Pallucco – sono tutte attive nel territorio diocesano. Al termine del periodo di formazione, della durata di sei mesi, con un compenso di 400,00 euro mensile, auspichiamo l’inserimento lavorativo di almeno un terzo dei tirocinanti all’interno delle compagini aziendali. Undici donne e sette uomini, la maggioranza in età giovanile, cercheranno di cogliere questa opportunità formativa al fine di acquisire le competenze necessarie affinché – prosegue Pallucco – l’impresa investa su di loro attraverso l’avvio di un rapporto di lavoro stabile».
La Caritas di Spoleto-Norcia ha già presentato domanda a Caritas Italiana per replicare il progetto il prossimo anno: «Il numero delle borse lavoro potrebbe anche aumentare – conclude Pallucco – se si riuscirà a concretizzare la collaborazione con il servizio di avviamento al lavoro dei Comuni che ricadono nel territorio dell’Archidiocesi e a trovare sponsor privati sensibili al tema della mancanza del lavoro per i giovani e per le famiglie».
Soddisfatto l’arcivescovo Renato Boccardo che ha fortemente voluto questo progetto: «Questa azione della Chiesa è solo una piccola goccia di speranza nell’immenso mare che è il fenomeno occupazionale nel nostro territorio. La povertà lavorativa – prosegue il Presidente della Conferenza episcopale umbra (Ceu) – deve diventare sempre più affare di tutti e non solo sfortuna di pochi. Progetti simili aiutano certamente a creare nello spoletino, ma credo anche in tutta la nostra Umbria, una mentalità che ci faccia sentire maggiormente coinvolti in queste problematiche e attivi nelle proposte per la loro soluzione: le Istituzioni Civili e la Chiesa, ognuno con le proprie peculiarità e nei diversi ruoli, infatti, sono chiamate a lavorare in sinergia per ridare speranza a chi l’ha perduta per mancanza di lavoro».