Con una cerimonia sobria, familiare e molto partecipata, mercoledì 21 marzo 2018 alle ore 17.00 è stato inaugurato il Centro di Comunità “Mons. Ottorino Pietro Alberti”, realizzato da Caritas Italiana con il contributo delle Caritas diocesane della Sardegna, ad Avendita di Cascia, la frazione più colpita del Comune che ha dato i natali a Santa Rita dai terremoti del 2016.
La struttura è di 215 metri quadri (salone polifunzionale divisibile in due ambienti, due aule, un deposito, servizi igienici, porticato), è stata costruita su un terreno di proprietà della parrocchia, per un costo complessivo di 300.000,00. Servirà per le attività pastorali, principalmente la celebrazione eucaristica, dei paesi posti sull’Altipiano tra Norcia e Cascia, ma anche per momenti d’incontro e di festa della popolazione, per attività sociali e culturali tese a rafforzare il tessuto sociale post-sima. La progettazione e la direzione dei lavori sono stati dell’architetto Giuliano Pericoli di Caritas Italiana; il Centro è stato realizzato dall’impresa SV EDIL de L’Aquila; gli arredi sono stati presi da Falconi Arredamenti di Leonessa (RI).
Il Centro di Comunità, come detto, è stato intitolato a mons. Ottorino Pietro Alberti l’arcivescovo di Spoleto-Norcia che condivise con la popolazione della Valnerina il terremoto del 1979 e che poi nel 1988 fu trasferito a Cagliari. Ed è proprio nel ricordo di questo Presule, amato e ricordato ancora oggi in Umbria, che le Diocesi della Sardegna hanno chiesto a Caritas Italiana di voler contribuire all’aiuto delle popolazioni terremotate di Spoleto-Norcia. È scaturito un gemellaggio ecclesiale che ha portato a Norcia, presso il Centro della Madonna delle Grazie, diversi volontari sardi per assicurare vicinanza alla gente e che è confluito in una raccolta fondi promossa dalle Caritas diocesane della Sardegna per la costruzione del Centro di Comunità. Ad Avendita per il taglio del nastro e la benedizione sono giunti l’arcivescovo di Cagliari e presidente della Conferenza episcopale sarda mons. Arrigo Miglio, Marcello Porceddu della Caritas di Cagliari, impegnato anche in progettazione e amministrazione nella delegazione Caritas regionale, e Daniele Melis collaboratore della Caritas che è stato a Norcia con la moglie come volontario. Gli ospiti sono stati accolti dall’arcivescovo di Spoleto-Norcia Renato Boccardo che, prima della cerimonia ufficiale, li ha accompagnati a piedi nel centro del paese, disabitato, e li ha condotti nella chiesa parrocchiale di S. Procolo profondamente ferita dal terremoto.
Il parroco della zona, don Giuliano Medori, ha ringraziato i molti fedeli presenti, i confratelli preti del territorio casciano, Caritas Italiana, Caritas Sardegna, i progettisti, i tecnici, l’impresa e quanti si sono adoperati per la costruzione del Centro. «Oggi – ha detto – ritroviamo un luogo sicuro per pregare; in questo anno e mezzo abbiamo sperimentato la precarietà religiosa, celebrando un po’ tenda, un po’ nella sala tv dei moduli abitativi comunitari, un po’ nella scomoda chiesetta del cimitero. Senza la chiesa ci siamo sentiti disorientati. Tutto è stato difficile, ma – ha proseguito con la voce rotta dall’emozione – ammiro la mia gente che con tenacia è rimasta in questo nostro splendido Altipiano. Grazie a questo Centro iniziamo ad assaporare un domani migliore». Un rappresentante della Pro-loco di Avendita ha sottolineato come questa inaugurazione sia «occasione di gioia dopo tante prove dure affrontate, come la perdita della casa, della chiesa, della scuola». L’arcivescovo Boccardo ha detto che «nulla sarà più come prima del sisma, ma questo non ci deve fermare, bisogna guardare avanti. E questo Centro è un santuario della speranza per le persone dei paesi dell’Altipiano tra Norcia e Cascia: qui vi ritroverete per pregare, ma anche per arricchirvi in umanità, per fare festa, per incontrarvi. Andiamo avanti con fiducia, con speranza e con fantasia. Rimbocchiamoci le maniche e lavoriamo insieme, ognuno per la propria parte e con le specifiche peculiarità, accantonando egoismi personali: solo così le carte e i timbri non avranno il sopravvento e, finalmente, riusciremo a rimettere pietra su nelle nostre comunità». «La popolazione sarda – ha detto l’arcivescovo di Cagliari Arrigo Miglio– offre questo Centro di Comunità nel ricordo vivissimo di mons. Alberti al quale sono stato profondamente legato fin dal mio primo arrivo sull’isola come Vescovo di Iglesias: mi prese per mano il giorno dell’ingresso e mi portò dai minatori che vedevano minacciato il posto di lavoro; mi volle poi segretario della Conferenza episcopale sarda e con affetto infine mi accolse a Cagliari, Chiesa che aveva guidato per ben sedici anni. Ai fedeli delle Chiese della Sardegna – ha proseguito il Presule – racconterò della vostra fede che il terremoto non ha scalfito, della tenacia che avete nel guardare al domani con ottimismo nonostante le difficoltà e l’aver perso tutto, dell’attaccamento a questa terra che ha generato alla vita Santi come Benedetto da Norcia e Rita da Cascia. Saranno ingredienti preziosi per superare i vari problemi che la popolazione vive in terra sarda». Don Andrea La Regina di Caritas Italiana, dopo aver ricordato che i gemellaggi tra Chiese in caso di calamità naturali furono avviati dal direttore di Caritas Italiana mons. Giovanni Nervo dopo il terremoto del Friuli del 1976, ha definito questi Centri «delle opere segno che dicono che ricostruire una comunità ferita è possibile». Il sindaco di Mario de Carolis ha sottolineato che «momenti come questo permettono di risollevarci, di dire che è ancora possibile e bello vivere in questa terra».