Luca Biribanti
Sembra che si sia giunti all'epilogo della battaglia intrapresa dal così detto “popolo delle macchinette”, un gruppo di protesta contro gli autovelox nato su Facebook, ma nel tempo diventato operativo nel reale. A quanto affermato dal membro di Confimpresa, Francesco Bartoli, il principale sostenitore della campagna anti-autovelox, anche il Prefetto di Terni avrebbe accolto i ricorsi alle multe elevate ai cittadini, confermando così quanto stabilito dal giudice di pace nelle settimane scorse che aveva stabilito l'illegittimità della sanzione amministrativa. L'intervento del Prefetto impedisce di fatto al Comune qualsiasi ricorso, decretando così la sconfitta della linea dura tenuta dall'assessore Bencivenga nell'ambito della querelle. Lo stesso Bartoli definisce l'atteggiamento dell'amministrazione “Una Caporetto giudiziaria che pone altri inquietanti interrogativi sulla liceità dell’operato del Comune e dell’Assessore responsabile Bencivenga. Infatti – continua Bartoli – nel ricorso presentato al Prefetto di Terni oltre alle motivazioni di carente pre- segnalazione (art.39 C.d.S.) già note, vengono elencati altri 4 motivi di illegittimità sia per le procedure adottate di accertamento della violazione sia per l’osservanza di tutte le norme in vigore per l’autorizzazione e la successiva istallazione degli autovelox , che fanno assumere alla decisione del Comune di istallare gli autovelox , la veste di una sorta di blitz contro l’osservanza di ogni norma e procedura relativa , dettata sicuramente dall ‘ esigenza di mettere in funzione gli autovelox il prima possibile, al fine di incamerare gli introiti delle multe entro la fine del 2011, per sopperire a problemi di bilancio forse?”. Nei mesi di novembre e dicembre in effetti nelle casse del Comune erano entrati oltre 30mila euro per le contravvenzioni e nei mesi successivi si è arrivati alla sorprendente cifra di 2 milioni di euro.
Queste le 4 motivazioni che hanno determinato l'illegittimità delle multe:
INCERTEZZA DEL VEICOLO RESPONSABILE DELLA
PRESUNTA VIOLAZIONE
2.MANCATO RISPETTO DELLE MODALITA’ DI
INSTALLAZIONE E DI IMPIEGO PREVISTE DAI MANUALI D’USO DEGLI AUTOVELOX
3.MANCATA OSSERVANZA DELLE DISPOSIZIONI DELLA
DIRETTIVA MARONI IN RELAZIONE AL PARERE PREVENTIVO OBBLIGATORIO PER
L’ISTALLAZIONE
4.ILLEGGITIMITA’ DELL’ISTALLAZIONE DELLA
POSTAZIONE AUTOVELOX CON CONTESTAZIONE CONTRAVVENZIONALE REMOTA
I motivi per cui gli autovelox non sono a norma – gli autovelox in questione predisposti per avere fino a tre fotocamere, essendo dotati di una sola fotocamera dovrebbero essere puntati su una sola corsia di marcia in quanto fotografando vetture appaiate non consentirebbero una identificazione certa del veicolo da sanzionare. In pratica il comune o accetta di sanzionare i veicoli di una sola corsia dichiarando quale essa sia, oppure dovrebbe istallare un’altra fotocamera come avviene con il sistema Tutor adottato dalla polizia stradale in autostrada, altrimenti ogni verbale in cui vengono fotografati più veicoli appaiati potrebbe essere annullato.
Leggendo il manuale d’uso dell’autovelox ( Traffiphot III – SR ) il produttore riferisce di prestare attenzione che in prossimità delle spire non ci siano : strutture metalliche, tombini e cavidotti mentre il tratto di viale dello stadio in questione è pieno di attraversamenti di cavi e di impianti per alimentare l’illuminazione stradale i semafori e il vicino autolavaggio, con la concreta possibilità che i campi magnetici influenzino le spire elettriche ad induzione degli autovelox compromettendone la funzionalità; Il produttore raccomanda altresì il livellamento della sede stradale con un limite massimo di 1,5 cm di irregolarità del livellamento mentre nel tratto di Viale dello Stadio i Pini posti nel mezzo della sede stradale con le loro radici hanno creato evidenti e ben superiori dislivelli del manto stradale compromettendo la funzionalità delle spire. Altro punto molto evidente che testimonia la assoluta carenza dell’osservanza delle norme di istallazione è il fatto che le stesse spire elettriche degli autovelox poste nell’asfalto sono montate l’una dall’altra ad una distanza inferiore di oltre 40 cm come è evidenziato dalle foto della strada e dallo schema estrapolato dal manuale d’uso dell’autovelox .
Le autorizzazzioni che mancano – Un altro capitolo della vicenda è quello legato alla presunta mancanza di tutta la documentazione che il Comune dovrebbe avere per l'installazione dei dispositivi. Sempre secondo Bartoli: “Da quello che emerge dal ricorso riguardo a questi punti, oltre alla nota vicenda relativa alla mancata classificazione della strada come strada urbana di scorrimento, sembra che l’iter amministrativo sia proprio carente della necessaria preventiva autorizzazione che sarebbe dovuta essere concessa dopo un sopralluogo degli enti preposti ( Prefettura e/o polizia stradale) sul sito individuato per l’istallazione degli autovelox, anche perché come avrebbe potuto un funzionario pubblico dare l’assenso all’istallazione, quando sono evidenti e macroscopiche le caratteristiche mancanti a Viale dello Stadio per poter essere atta ad ospitare un autovelox fisso? Per essere classificata strada urbana di scorrimento Viale dello Stadio dovrebbe avere :
A) Una corsia riservata ai mezzi pubblici
B) Banchina pavimentata continua con marciapiedi
C) Inserzioni a raso semaforizzate
D) Aree di sosta esterne alla carreggiata con immissioni ed uscite concentrate
La Caporetto dell'arroganza – Continua la dura accusa del membro di Confimpresa al Comune: “Ci sembra che con questo accoglimento del ricorso da parte del Prefetto in questa vicenda il Comune abbia veramente toccato il fondo, con una Caporetto giudiziaria, ma anche con una 'Caporetto dell'arroganza' con cui i vertici dell’amministrazione comunale hanno trattato tutti i cittadini che per mesi hanno protestato di fronte alle evidenti motivazioni di illegittimità degli autovelox.
Confimpresa Umbria continuerà a prestare patrocinio gratuito a tutti i cittadini che continuano a rivolgersi ai nostri uffici per fare ricorso, in questi giorni sono stati presentati anche ricorsi per conto di persone residenti a Roma, Viterbo, Spoleto, Firenze, persone transitate per caso a Terni e colpite dalla mannaia degli autovelox. Per quanto tempo ancora il Comune vorrà alimentare questa guerra giudiziale che rischia di ingolfare le aule dei tribunali ostinandosi a difendere un abuso ormai comprovato?
Ma è giusto che degli amministratori pubblici abbiano speso i soldi di tutti in questo modo e possano continuare a farlo per porre rimedio ad un abuso che non avrà mai fine? Infatti i correttivi programmati dal comune sono solo un palliativo di fronte a tutte le irregolarità riscontrate a meno che ripetiamo si voglia stravolgere Viale dello stadio facendola diventare tratto autostradale con tanto di piazzola autogrill. Tutte queste spese chi le pagherà?
E soprattutto alla luce del quadro complessivo che è emerso, qualificando il posizionamento degli autovelox come un vero e proprio blitz illegale al solo ed unico scopo di fare cassa, cosa vorrà fare il Comune degli oltre 2 milioni di multe incassate illegittimamente? E ancora, adesso che anche il Prefetto ha sancito l’irregolarità delle multe ed il comune ad oggi non ha ottemperato a nessuna delle modifiche che consentirebbero l’uso legale degli autovelox perché questi maledetti autovelox non vengono intanto spenti? Siamo sicuri che tutto questo possa essere legale e giusto per la cittadinanza”.
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