Nessuna limitazione in Umbria per gli impianti di autoproduzione di energia elettrica in aree industriali ed agricole. E’ quanto emerso dall’incontro che si è tenuto martedì tra Regione Umbria (presenti la presidente Donatella Tesei ed alcuni assessori regionali) ed i rappresentanti delle associazioni del mondo produttivo e agricolo umbro.
Al centro dell’incontro l’esame dei principali aspetti del nuovo regolamento regionale (n.4/2022) per l’installazione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e la condivisione di un percorso che, nel preservare le peculiarità identitarie dell’Umbria, assicuri lo sviluppo strategico del settore energetico, fronteggiando il problema rilevante del caro energia.
Un incontro costruttivo, di confronto e chiarimento puntuale sulle novità introdotte dal regolamento adottato dalla Giunta regionale nel luglio scorso, nel corso del quale è emersa condivisione sulla ‘ratio’ e sugli obiettivi della normativa. In particolare, è stato chiarito che, in materia di autoproduzione di energia, non vi sono limitazioni nelle aree industriali e sui terreni agricoli per la realizzazione di impianti in regime di autoconsumo né per impianti a servizio di comunità energetiche.
Al termine dell’incontro, è stato stabilito di comporre un tavolo tecnico, cui parteciperanno rappresentanti degli uffici regionali e delle associazioni di categoria, per approfondire tutti gli aspetti del regolamento regionale in attesa dell’uscita dei decreti attuativi del Decreto legislativo 199/2021 “Attuazione della direttiva (UE) 2018/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell’11 dicembre 2018, sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili. Regione e associazioni di categoria hanno concordato sulla necessità di una sollecitazione al Governo per la rapida emanazione dei decreti attuativi, sulla base dei quali potrà essere integrato il regolamento regionale, prevedendo anche modalità di premialità per l’installazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili e la contestuale riqualificazione di aree industriali dismesse.
Su quest’ultimo punto, in particolare, è Confindustria Umbria a sollecitare interventi.
Per agevolare l’utilizzo di questi siti per la produzione di energia, Confindustria Umbria ritiene che sia necessario mettere a punto un quadro normativo che promuova l’utilizzo di queste aree anche attraverso processi autorizzativi e amministrativi semplificati e con l’individuazione di meccanismi di incentivazione che facilitino l’attrazione di investimenti nel settore anche da parte di operatori internazionali che potrebbero dare un contributo per realizzare anche nuove iniziative imprenditoriali. Ed è per questo che va eliminato qualsiasi vincolo e limite che rende il nostro territorio meno competitivo rispetto di altri. Analogamente, per favorire la costruzione di impianti per l’autoconsumo e per le comunità energetiche, sarà necessario rimuovere ogni tipo di ostacolo che possa impedirne o rallentarne la realizzazione.
“Questa modalità – ha spiegato il presidente di Confindustria Umbria Vincenzo Briziarelli – permetterebbe di trasformare in risorsa per il sistema economico locale luoghi che attualmente sono deserti produttivi, innescando così un processo di rigenerazione urbana e industriale che favorirebbe la crescita di nuove attività e nuove aree industriali e garantirebbe un futuro al territorio rilanciando lo sviluppo economico e sociale nel rispetto del percorso di sostenibilità e di transizione che vede le nostre imprese fortemente impegnate”.