Sa.Mi
Riunendosi in cooperative e rimboccandosi le maniche i cittadini potranno realizzare abitazioni rispondenti a criteri di sostenibilità ambientale e sociale, realizzando a costi contenuti ciò che sarebbe loro precluso sul mercato convenzionale delle locazioni. E’ questa una delle principali novità introdotte dal disegno di legge approvato oggi in Consiglio Regionale. La Regione sosterrà anche economicamente questa modalità per vedere garantito il diritto alla prima casa.
La legge- Il Consiglio regionale dell'Umbria ha approvato a maggioranza, con 18 voti favorevoli e 8 contrari, il disegno di legge concernente “Ulteriori modificazioni ed integrazioni della legge regionale '23/2003' (Norme in materia di edilizia residenziale pubblica)”. La finalità è quella di dare una risposta il più efficace possibile al fabbisogno di case, con maggiore attenzione e riguardo a chi non può accedere ai prezzi del libero mercato, ai nuclei familiari e agli individui in difficoltà economica sia per il basso reddito (l'indicatore scelto è il sistema Isee, Indicatore situazione economica equivalente, ndr.) che per la perdita del lavoro o per sopraggiunte condizioni di mobilità o cassa integrazione, per l'insorgenza di malattie gravi o per il decesso di un componente che fa venire meno il reddito. Sono casi che spesso portano a sfratti per morosità “incolpevole”, sui quali è adesso previsto un intervento della macchina pubblica. Cambiano anche le tipologie d'intervento: dalla locazione a canone sociale o concordato alla costruzione di nuove case, anche con procedure del tutto innovative, come l'autocostruzione.
L’autocostruzione- “Da oggi l’autocostruzione è inserita tra i servizi abitativi erogati dalla Regione. E' una notizia importante che rende merito alla caparbietà del nostro impegno e alla spinta innovatrice e civica che da tempo sollecitava un intervento di questo genere. Le misure approvate , recependo i principi della proposta di legge del nostro gruppo- ha spiegato Oliviero Dottorini Idv- permettono di sostenere le famiglie meno abbienti, consentendo loro a un prezzo ragionevole di avere un'abitazione di alta qualità, anche dal punto di vista ambientale ed energetico”. Il capogruppo dell'Italia dei Valori a Palazzo Cesaroni, Oliviero Dottorini, commenta con queste parole l'approvazione da parte del Consiglio regionale della legge sull'edilizia residenziale. “Grazie alla tenacia del nostro impegno – aggiunge Dottorini – ora l'Umbria può contare su uno strumento in più da offrire ai tanti cittadini e alle tante famiglie che anche nella nostra regione non vedono rispettato il diritto alla casa, non avendo la possibilità di accedervi attraverso il mercato privato della locazione o attraverso l'acquisto”.
I numeri- Facendo un primo bilancio dell’applicazione della legge regionale 23/2003 ad oggi – ha spiegato Andrea Smacchi PD- risulta quasi ultimato il primo Piano triennale (2004-2006), che ha consentito la realizzazione di 1627 alloggi , dei quali 293 a canone sociale, con un impegno finanziario pari a circa 78 milioni di euro, ed è in avanzato corso di realizzazione il secondo (2008-2010), con il quale sono stati programmati 687 alloggi, dei quali 177 a canone sociale, per un totale di circa 52 milioni di euro. Sono stati modificati i tempi di approvazione delle graduatorie (90 giorni per i Comuni che hanno meno di 500 domande e 120 per quelli che ne hanno di più, ndr.), prevedendo, per quanto riguarda i punteggi da assegnare, una riduzione di quelli disponibili per particolari condizioni di disagio a disposizione dei singoli Comuni (da sette a quattro punti) e di valorizzare la situazione dei nuclei familiari che da più tempo sono presenti nelle graduatorie e che non sono mai risultati assegnatari.
Il diritto alla casa- Damiano Stufara Prc-Fds ha spiegato che Bene fa la Giunta a prevedere l'istituzione delle Commissioni sul disagio abitativo a livello di Unioni dei Comuni perché coloro che vengono sfrattati per morosità, che oggi sono la quasi totalità, fino ad oggi erano esclusi da qualsiasi possibilità di intervento perché la morosità veniva considerata una colpa per quelle famiglie. Oggi, invece, è una condizione quasi obbligata per centinaia di migliaia di famiglie che non riescono a onorare un contratto di locazione e sono costrette a andarsene perché non hanno pagato l’affitto. Quelle famiglie non devono essere escluse dalla possibilità di avere una risposta politica e la Giunta ha fatto bene a introdurre questa previsione.