Alla fine i sospetti erano fondati. La Fiat Panda divorata dalle fiamme a Cerqueto (Gualdo Tadino), nella notte tra il 23 e 24 agosto, era stata incendiata con dolo.
Proprio in questi giorni le indagini di Procura e carabinieri sono risalite al presunto responsabile del rogo – un 48enne residente a Gualdo Tadino – partendo dalla bottiglia in plastica contenente liquido infiammabile rinvenuta a poca distanza dalla carcassa carbonizzata dell’auto.
I vigili del fuoco di Gaifana – da subito convinti sull’ipotesi dolosa dell’incendio – avevano informato Autorità giudiziaria e militari che, dopo aver sentito una serie di testimoni e l’intestatario dell’auto, avevano anche acquisito tutte le immagini dei circuiti di videosorveglianza di abitazioni e distributori di carburante della zona.
Proprio i filmati di uno di questi distributori hanno poi consentito di individuare l’ex compagno della proprietaria dell’auto, già denunciato nel 2018 per atti persecutori, con la quale erano insorti di recente contrasti relativi alla gestione dei figli. Dai video è stato infatti notato come l’indagato, a tarda notte, stava riempiendo di benzina una bottiglia di plastica simile a quella trovata vicino alla Fiat Panda mentre l’incendio, avvenuto nei pressi dello stesso distributore, era stato registrato pochi minuti dopo il “rifornimento”.
Data la particolare pericolosità dell’indagato la Procura ha quindi chiesto ed ottenuto dal gip di Perugia la misura coercitiva del divieto di avvicinamento alla persona offesa, con l’obbligo di non avvicinarsi a meno di 200 metri dai luoghi da essa abitualmente frequentati, nonché il divieto di comunicare con quest’ultima con qualsiasi mezzo.