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AUTISMO, AUMENTANO I CASI IN UMBRIA. L’11 GIUGNO A FOLIGNO SEMINARIO PROMOSSO DA ANGSA E GRUPPO ASPERGER

Jacopo Brugalossi
Il prossimo 11 giugno, a Foligno, si terrà un seminario su autismo ad alto funzionamento e sindrome di Asperger, organizzato dalle associazioni Angsa Umbria e Gruppo Asperger. L’iniziativa, organizzata in collaborazione con le Asl 2 e 3 e con il patrocinio degli enti locali, si pone l’obiettivo di essere il primo di una serie di eventi volti ad alimentare la sensibilizzazione su queste tematiche in Umbria.
Data l’eccezionalità dell’evento e dei temi che verranno trattati, Tuttoggi.info ha intervistato la presidente dell’ANGSA Umbria Paola Carnevali, una delle principali promotrici del seminario.
Signora Carnevali, quando e con quali premesse nasce l’Angsa in Italia e in Umbria in particolare?
L’ Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici si è costituita per la prima volta in Italia nel 1985. In Umbria siamo arrivati con un po’ di ritardo; ci siamo infatti costituiti solo nel 2000 ed abbiamo deciso di disporre la sede dell’organizzazione a Bastia Umbra.
Inizialmente, questa associazione è nata dall’esigenza di un gruppo di genitori con figli autistici di mettersi insieme per condividere le proprie esperienze e tentare di dare delle risposte comuni alle problematiche quotidiane.
Qual è, a livello statistico, l’incidenza dell’autismo sulla popolazione umbra?
In Umbria non è mai stato fatto un censimento delle persone affette da questa patologia. Ma in generale il rapporto sembra attestarsi ad 1 ogni 160 abitanti, e il dato è in costante crescita negli ultimi 10 anni. Non a caso sono in grande crescita anche le famiglie che si rivolgono alle Asl e ai centri specializzati.
Come si è sviluppata l’esperienza dell’Angsa nel corso degli anni?
Per prima cosa abbiamo tentato di sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti delle patologia connesse all’autismo. Successivamente, è iniziata una fase di collaborazione con gli enti pubblici, come la Regione Umbria e l’ufficio scolastico regionale, tramite il quale siamo riusciti ad organizzare dei corsi di aggiornamento per insegnanti.
In Umbria si è cominciato a parlare di autismo troppo di recente, ma finalmente qualcosa si sta muovendo. Abbiamo sollecitato l’assessorato alla sanità per iniziare la sperimentazione su due dei metodi di trattamento della patologia, e recentemente è nato a Perugia il primo centro per l’autismo in età evolutiva, diretto dal dottor Pierini, neuropsichiatra che si occupa di autismo in modo molto concreto. Inoltre, l’Angsa organizza periodicamente corsi di supporto alle famiglie, convegni e corsi di formazione, senza contare le attività di tempo libero offerte ai ragazzi autistici come la musicoterapia, l’ippoterapia e la CAA (Comunicazione Aumentativa Alternativa).
Come nasce la collaborazione con il Gruppo Asperger e perché avete deciso di promuovere insieme il seminario dell’11 giugno?
In realtà l’Angsa e il Gruppo Asperger condividono gli stessi obiettivi. Entrambe le associazioni fanno parte dell’organismo nazionale “Fantasy”, che racchiude moltissime realtà nazionali e territoriali che si occupano di questa patologie. Spero che l’esperienza del seminario dell’11 giugno possa fungere da volano per altre proficue collaborazioni in futuro.
Tra le finalità che l’Angsa persegue, ce n’è una che per può essere considerata prioritaria rispetto alle altre? Esiste, in sostanza, uno “scopo ultimo”?
La nostra massima aspirazione sarebbe quella di riuscire ad introdurre dei ragazzi affetti da autismo nel mondo del lavoro. Da tre anni ormai lavoriamo al progetto “Le Semente”, in collaborazione con Regione e Asl 3. Si tratta di un centro diurno/fattoria didattica che nascerà a Spello, dove i ragazzi affetti da autismo ad alta funzionalità o asperger che hanno terminato la scuola potranno apprendere e sviluppare abilità adatte all’inserimento nel mondo lavorativo.
Ci tengo a sottolineare che il nostro progetto non trova simili in Italia. Il centro di Spello potrebbe essere il primo esempio di struttura di ricerca di sbocchi occupazionali per autistici. Magari un modello da seguire anche in altre regioni, per cui tra l’altro siamo già oggetto di studi e progetti di ricerca, anche da parte dell’Università di Perugia.
Quali tempi si prevedono per la realizzazione del progetto? E come è stato possibile reperire i fondi necessari alla sua realizzazione?
Il progetto sta marciando a grandi passi verso l’apertura. Dovrebbe essere questione di qualche mese, anche se è difficile indicare una data precisa. Abbiamo il terreno e ci siamo già premurati di stipulare una convenzione con L’Asl n. 3.
Non posso negare che la parte economica sia stata, e continui ad essere, laboriosa. Da parte nostra abbiamo attivato una raccolta fondi, ma è stata vitale la compartecipazione al progetto di vari enti pubblici e privati, tra cui, solo per citarne due, il Comune di Spello, sempre molto disponibile, e la Cassa di Risparmio di Spoleto, che ha finanziato gli arredi della zona giorno.