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AUMENTO TASSA REGIONALE SULLA CACCIA

“Premesso che, nell'ambito dell'attività venatoria, la Regione dell'Umbria ha già annunciato un aumento della tassa di concessione pari a 18 euro, per un valore complessivo di 84 euro, volendola uniformare percentualmente all'importo di quella governativa. Considerato che la Legge 157 del 1992 art. 23 prevede la possibilità per le Regioni di fissare la tassa di concessione tra il 50 ed il 100% rispetto all'importo di quella governativa ma non obbliga a farlo, tanto che la Regione Lazio applica una tariffa pari al 20% di quella governativa;

che le quote di ripartizione dell'aumento andrebbero: il 7% per il funzionamento dell'Osservatorio Faunistico Regionale, il 46% alla Provincia, il 24% al fondo risarcimento danni, il 17% agli ATC, il 4% a coprire gli incidenti stradali prodotti dalla fauna ed il restante 2% alla Regione.

Ritenuto che tutti fondi derivanti dalle tasse pagate dai cacciatori dovrebbero essere completamente restituite per le politiche venatorie e che, sulla base di tale ripartizione ciò non accade. Infetti vengono messi a carico degli stanzialisti e dei migratoristi i risarcimenti danni provocati alle produzioni agricole dei cinghiali;

Il Consiglio Provinciale impegna la Giunta ad intervenire presso la Regione per scongiurare tale aumento e, in alternativa, a prevedere una diversa ripartizione percentuale degli aumenti al fine di restituire l'intera somma pagata dai cacciatori, inattività per i cacciatori stessi evitando di caricare su questi, costi che non interessano direttamente l'attività venatoria ” .