L’aumento dei ricoveri di pazienti Covid – conseguenza dell’impennata di contagi pur con la protezione del vaccino dalla malattia grave e la più attenuata pericolosità della variante Omicron – ha portato la sanità regionale a rivedere il piano per l’attivazione dei posti letto negli ospedali.
Lunedì mattina erano 172 i pazienti affetti da Covid ricoverati nei 4 ospedali: 28 a Città di Castello, 24 a Foligno, 69 a Perugia (di cui 5 in terapia intensiva) e 51 a Terni (di cui 5 in terapia intensiva). Ci si avvicina dunque alla soglia dei 190 ricoveri, che secondo il piano iniziale avrebbe dovuto segnare il passaggio dallo scenario 4 (con 197 posti letto nei quattro ospedali) allo scenario 5 (con 264 posti per i pazienti Covid, coinvolgendo parzialmente anche i nosocomi di Spoleto e Pantalla).
Le resistenze emerse nella Media Valle del Tevere (il cui ospedale, dall’inizio della pandemia, già per due volte è stato interamente destinato ai pazienti Covid) con la mobilitazione del Comitato e gli impegni che la presidente Tesei aveva assunto per Spoleto (ospedale Covid nell’ultima emergenza) spingono la Regione verso una soluzione intermedia. Che consenta intanto l’attivazione immediata di altri posti letto. Anche perché da qualche giorno i nuovi ricoveri aumentano al ritmo di una decina ogni 24 ore. Con percentuali di ospedalizzazione molto più basse rispetto a un anno fa, ma comunque alte, a seguito proprio dell’alto numero dei contagi.
Attraverso le strutture modulari si ampliano dunque da subito i posti letto destinati ai pazienti Covid a Foligno e a Terni. Ampliamento che riguarderà anche Perugia. E nel Perugino e nel Ternano, inoltre, saranno attrezzate le lungodegenze nelle Rsa.
La novità è rappresentata dall’attivazione di 14 posti Covid a Branca. Struttura che nel primo piano era già stata destinata all’emergenza Covid, salvo poi fare un passo indietro vista la sollevazione dei Comuni di Gubbio e Gualdo.
Una scelta che a Pantalla aveva fatto sperare in un ripristino dei posti in Medicina, sono scesi da 25 a 15, per alleggerirei i reparti di Città di Castello e della stessa Branca. Ma il repentino aumento dei contagi – e la conseguente crescita delle ospedalizzazioni che in genere si registra dopo una settimana, 10 giorni – fanno pensare che l’attivazione di posti letto Covid a Pantalla e Spoleto sia stata solo rimandata di una settimana o poco più.
Al personale ospedaliero di Pantalla è stato detto di tenersi pronto per l’attivazione dei 25 posti letto Covid già dopo il 10 gennaio. Così come è tutto pronto per l’attivazione di una trentina di posti letto a Spoleto.
L’idea della Regione è quella di procedere in modo graduale. Da una parte, infatti, c’è l’esigenza di fornire le cure necessarie ai pazienti Covid che si ritrovano improvvisamente in carenza di ossigenazione o che sono già ad alto rischio perché anziano o fragili con patologie pregresse. Dall’altro, occorre non avvicinarsi alle soglie di saturazione dei posti Covid fissati dal Ministero, che fanno poi scattare l’ingresso in zona gialla o arancione con le conseguenti limitazioni. Il tutto, cercando di non sguarnire le cure per le altre patologie e limitare i disagi per la popolazione.
Perché i posti letto Covid – grazie anche ai recenti investimenti assicurati dai fondi statali – possono essere ancora ampliati (la Regione Umbria è in grado di allestirne fino a 700 in area medica e 200 in terapia intensiva), ma occorre poi far fronte alla carenza di personale (il vero nodo attuale della sanità umbra) aggravato nelle ultime settimane dall’elevato numero di sanitari in quarantena a seguito di contagio.