In questi giorni a tutti gli umbertidesi stanno arrivando modelli F24 per il pagamento del saldo Tari 2024 con un evidente aumento rispetto a quello calcolato nel precedente anno.
Si tratta di costi lievitati per oltre il 15% a famiglia – fino a 90 euro in più per qualcuno -, che hanno fatto infuriare non poco i cittadini. Il Comune di Umbertide ha però voluto chiarire che l’importo da pagare della Tari deriva dal metodo tariffario (Mtr – Metodo tariffario rifiuti) stabilito da Arera (Autorità di regolazione per energia reti e ambiente), entrato in vigore dal 2022.
Nell’agosto 2023 Arera aveva infatti emanato una serie di provvedimenti destinati ad incidere sul biennio 2024-2025. Sulla base del nuovo metodo tariffario, l’Auri (Autorità umbra rifiuti e idrico), ha proposto ai Comuni il piano economico-finanziario, il cosiddetto Pef, e – precisa l’Ente comunale – “il sindaco di Umbertide il 16 aprile 2024 nell’assemblea dei Sindaci dell’Auri in seno all’ambito 1 (che comprende i 14 sindaci del territorio dell’Alta Umbria) è stato l’unico dei presenti a non votare a favore del piano economico-finanziario, non condividendo l’aumento dei costi previsto, a fronte di un non corrispondente aumento dei servizi”.
Ai Comuni quindi spetta solo il ruolo di riscuotere la tariffa dai cittadini, secondo ciò che altri hanno deciso, peraltro senza il voto favorevole del Comune di Umbertide. L’Amministrazione infatti ha dovuto attuare il Pef dell’Auri adeguando le tariffe che per legge devono coprire il costo del servizio. Di fatto sulla Tari tutti i Comuni sono esautorati da ogni potere di intervento sui piani finanziari del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, e quindi non possono incidere sulle tariffe.
“Non c’è altro margine di intervento – fanno sapere dal Municipio – il Comune è obbligato ad approvare le tariffe in Consiglio comunale per pagare il conto e non creare buchi nel bilancio, tanto che la legge impone che il costo del servizio sia coperto esclusivamente con il ricavato della tariffa e quindi – anche volendo – i Comuni non potrebbero mettere risorse proprie.