I quattro mesi di caccia al cinghiale, previsti come azione di contrasto alla Peste suina africana (Psa), inizieranno il primo ottobre, per concludersi a fine gennaio. L’estensione non sforerà quindi nel mese di febbraio, come inizialmente prospettato.
Questo l’orientamento dell’Assessorato regionale dell’Umbria, comunicato nell’audizione delle associazioni venatorie e Atc, convocata dal presidente della Commissione regionale agricoltura Valerio Mancini su richiesta della collega della Lega Manuela Puletti, a cui ha preso parte anche il commissario straordinario nazionale alla Psa Vincenzo Caputo, insieme ai funzionari sanitari.
Il primo ottobre è però un martedì. Quindi come fatto già rispetto all’apertura inizialmente prevista in Calendario venatorio si era spostato alla domenica. Con l’ipotesi quindi, auspicata dalle associazioni venatorie presenti, di anticipare all’ultima domenica di settembre (giorno 29). E con l’occasione, dovendo mettere mano al Calendario venatorio, confrontarsi anche sul nodo delle altre specie in deroga.
Caputo: cabina di regia prefettizia
Il commissario straordinario per la Psa, Vincenzo Caputo, si è impegnato nella creazione di un tavolo al quale potranno prendere parte i soggetti interessati alla materia e quindi anche gli stessi Atc e le associazioni venatorie.
Caputo ha definito di grande importanza la riunione perché “è stata chiarita l’applicazione delle norme per contrastare la peste suina, oltre a delineare e programmare una serie di appuntamenti ed incontri che avranno luogo già in questo mese. I lavori propedeutici verranno approfonditi ed affrontati nella cabina di regia prefettizia di domani (mercoledì) che vedrà anche il coinvolgimento delle forze dell’ordine. Stiamo predisponendo azioni quali la normalizzazione della filiera delle carni di cinghiale. Importante è anche delineare le azioni future riguardanti il passaggio dalla stima della popolazione del cinghiale ad una conta numerica possibile da realizzare grazie alle azioni su cui anche le forze armate stanno operando insieme a noi. Rispetto a questa malattia l’Umbria è un territorio indenne, ma questo non ci deve lasciare tranquilli e quindi dobbiamo lavorare come se la peste suina ci fosse, anticipando così un eventuale fenomeno che risulterebbe drammatico in quanto in Umbria opera uno dei distretti di trasformazione più importanti d’Italia come quello di Norcia, oltre alla salvaguardia del patrimonio suinicolo di Bettona. Per questo, insieme a tutti gli stakeholder, dobbiamo usare la massima attenzione”.
Le posizioni dei cacciatori
Dagli Atc e dalle Associazioni venatorie (Federcaccia Umbria, Enal caccia, Libera caccia, Anuu migratoristi, Caccia pesca ambiente) è emersa l’importanza della filiera delle carni senza la quale – è stato sottolineato – è difficile processare tutti capi abbattuti.
Quanto al Piano anti Psa, gli Atc assicurano la massima disponibilità per la messa a terra delle azioni previste. Per le associazioni venatorie serve però un attento approfondimento del piano. Hanno anche rimarcato il mancato confronto con la Regione, con l’assessorato che ha convocato associaizioni venatorie e Atc per il 30 luglio.
Servono piani mirati – hanno detto – in base ai territori e alle aree boscate, vanno intensificate alcune azioni di caccia. È urgente un confronto sui metodi e metodologie da adottare per rendere al meglio l’attività di contenimento del cinghiale. In conclusione hanno auspicato la riorganizzazione della consulta regionale poiché si tratta di un organismo importantissimo previsto, tra l’altro, dallo Statuto regionale.
Il lavoro per il Priu
Salvatore Macrì (Sezione prevenzione sanità veterinaria e sicurezza alimentare) ha spiegato che “la redazione del Priu (Piano regionale di interventi urgenti) ha richiesto un’attività complessa che ha visto la partecipazione delle autorità sanitarie regionali e nazionali e con un ruolo importante dell’Istituto zooprofilattico dell’Umbria e delle Marche. Il piano si divide in due parti, quella sanitaria e quella legata all’agricoltura e all’attività di caccia utile a ridurre la popolazione dei cinghiali, due parti che camminano parallelamente e si interfacciano. Elemento importante, oltre al continuo e costante monitoraggio, è l’informazione attivata sia attraverso il web che con altri mezzi. Grazie alle indicazioni del commissario sono state identificate aree strategiche dove prestare particolare attenzione, come quelle di Norcia e Bettona dove ci sono maggiori concentrazioni di allevamenti”.
Mancini: importante organizzare il lavoro dei cacciatori umbri
Il presidente Valerio Mancini ha definito “importante” il confronto al quale ha portato una “grandissimo e qualificatissimo contributo il commissario nazionale alla peste suina che ha indirizzato in modo significativo l’azione su cui è impegnato ovviamente anche il Governo. Importante è il contributo del mondo venatorio e degli Atc che questa Commissione aveva già ascoltato. È importante organizzare il lavoro dei cacciatori umbri che stanno operando per la salvaguardia sia dell’ambiente che della salute pubblica. Rilevante è l’impegno del Commissario che insieme alla nostra Commissione lo vedrà impegnato nella predisposizione di un tavolo permanente che si coordinerà anche con la Prefettura. L’obiettivo, tra gli altri, è quello di tutelare la trasformazione delle carni suine che sta garantendo, soprattutto in alcuni territori, occupazione e importanti risultati economici grazie alla loro esportazione nei mercati americani”.
Puletti: bene il coinvolgimento di cacciatori e Atc e l’anticipo come da me richiesto
Soddisfatta dei risultati emersi dall’audizione Manuela Puletti: “L’obiettivo è quello di portare al tavolo di confronto i reali protagonisti che opereranno per il piano regionale della peste suina”, ricordando come finora associazioni venatorie e presidenti degli Atc non fossero stati coinvolti nella stesura del piano. Che invece necessita di un confronto tra il sistema sanitario, il commissario, gli Atc e le associazioni venatorie e quelle agricole.
Puletti si è detta perciò soddisfatta dell’impegno, da parte del commissario straordinario Psa Caputo, a coinvolgere associazioni e Atc in una cabina di regia allargata al fine di confrontarsi e migliorare laddove ce ne sia bisogno. Dicendosi certa “del prezioso contributo che potrà portare chi la caccia la vive e la pratica”.
Puletti ha espresso anche soddisfazione per la notizia, ormai ufficiale, (mercoledì in Giunta la modifica al calendario venatorio) che la caccia al cinghiale verrà aperta il primo ottobre e chiusa il 31 gennaio. “Allungando, di fatto, di un mese la stagione ordinaria (visto la fase emergenziale) – evidenzia l’esponente della Lega – così come nel marzo 2022 avevo già chiesto attraverso una mozione approvata dal Consiglio regionale. Ben venga la rettifica quindi di quanto precedentemente stabilito. E grazie alle associazioni venatorie che in questi giorni, con mail ufficiali e comunicati stampa, hanno contribuito ad evitare la chiusura il 28 febbraio, con tutte le problematiche che questo avrebbe comportato”.
Un piano che è stato approvato, ma È emersa con forza la necessità di un confronto tra il mondo venatorio e quello politico. Per questo, bene l’apertura fatta dal commissario ad un confronto tra tutti i soggetti interessati alla materia, impegnandosi alla messa a punto di un tavolo per migliorare le azioni di contrasto alla peste suina”.