Arriva anche un attacco ai medici consiglieri del Comune di Spoleto. E’ pesante l’aria che si respira in città dopo la presentazione della sfiducia al sindaco e magistrato di Cassazione Umberto de Augustinis, che di lasciare lo scranno più alto della città non vuol sentire ragione, nonostante da quattro mesi possa contare solo su 9 consiglieri (dei 25 eletti) e quindi incassare magre figure a ogni consiglio comunale.
Ad alimentare i veleni ci pensa qualche filogovernativo, tra quei pochi consiglieri rimasti, supporters reclutati dal centrosinistra perché ormai sulla via del tramonto (o del fallimento politico) e qualche assessore in carica, specie tra quelli pensionati.
Un’aria tesa che rimanda ad altre tristi pagine della storia locale come quando i poteri finanziari del centrodestra tentarono l’assalto alla governance politica di centrosinistra: una lotta fatta a suon di denunce, avvertimenti e minacce che resero l’aria al limite del sopportabile.
Quando Massimo Brunini, allora nei Ds (oggi fedele di De Augustinis), trionfò alle amministrative del 2004, respingendo così l’offensiva, esultò commentando: “la città finalmente è libera!”.
Sbagliava. Altre pagine tristi verranno scritte 8 anni più tardi, sempre sullo sfondo di piazza Pianciani, e anche in quel caso si registreranno colpi bassi, atti intimidatori, sentenze discutibili, attacchi feroci anche a quella piccola parte di stampa locale “rea” di riportare le notizie che disturbavano i manovratori (come subirono anche queste colonne). Sembra di essere tornati a quei tempi.
Oggi, nel mirino ci sono alcuni dei quindici firmatari della sfiducia, destinatari di messaggi diffamatori, attacchi personali e professionali. Inutile dire che a Palazzo c’è chi si dà da fare anche contro la stampa non compiacente.
Così c’è chi pensa di mollare tutto, come anelano quelli attaccati alla poltrona, trincerandosi ora dietro la salvezza dell’ospedale, ora dietro i lavori post sisma, ora parlando dei massimi sistemi. Costi quel che costi. Perché “il fine giustifica i mezzi“.
Certo è che i partiti e le liste civiche cominciano a preparare lo scontro.
“A brigante, brigante e mezzo” diceva l’indimenticato Presidente della Repubblica Sandro Pertini, e su questa linea si muove la controffensiva.
Tuttoggi aveva già denunciato questo clima nell’edizione di martedì scorso. In queste ore un nuovo attacco si registra nei confronti dei 3 medici che ricoprono legittimamente la carica di consigliere comunale (Di Cintio e Santirosi di Fd’I, Trippetti del Pd – da sx nella foto in copertina).
A innescarlo è stata una intervista fatta da un sito cittadino al ‘resuscitato’ Roberto Loretoni – coordinatore del personale infermieristico della Usl2 con un passato di assessore con Brunini, presidente Ase e componente dell’Ato – che ha ipotizzato un conflitto di interessi in capo ai 3 consiglieri sulla salvaguardia dell’ospedale (sigh) e fatto la morale sostenendo che “i medici dovrebbero dare un contributo per combattere la pandemia, non per andare contro il sindaco”.
Peccato che tutti e tre siano impegnati giorno e notte in ospedale, due dei 3 nell’ospedale covid e Di Cintio quale chirurgo a Terni ma anche lui chiamato a operare malati affetti da coronavirus.
I loro interventi poi in consiglio comunale – per chi li segue – come pure mozioni e comunicazioni, hanno sempre reso partecipe l’aula della reale situazione del covid in città, molto più dell’aria fritta fatta da qualche esponente municipale o dal fantomatico Comitato di vigilanza istituito non si sa bene su quale fondamento giuridico.
Un attacco nei confronti di tre professionisti della sanità che forse meriterebbero maggior rispetto non fosse che, proprio per svolgere al meglio la propria professione, non hanno bisogno di pressioni e stress.
Non sono comunque le singolari, se non bizzarre, affermazioni dell’ex politico a inquietare, quanto che queste fanno pendant con un post scritto giorni prima da chi gli ha raccolto l’intervista e, ancor peggio se vero, con una lettera-quesito che l’assessore Angelo Loretoni (zio di Roberto) avrebbe abbozzato per il Ministero dell’interno al fine di chiedere lumi sulla compatibilità dei 3 anche in relazione alle azioni intraprese dalla Giunta contro la trasformazione in ospedale covid del San Matteo.
Documento che i bene informati in casa piddì, giurano e spergiurano sia alla visione e correzione del sindaco-magistrato. I dettagli della missiva non sono noti ai più; il documento resta top-secret (anche se c’è chi si prepara a richiederne copia mediante accesso civico).
Aggiornamento del 20 febbraio – In attesa che venga fatta chiarezza sull’invio della lettera, il presidente del Consiglio Sandro Cretoni dichiara a Tuttoggi “non so nulla di una simile iniziativa e mi sembra strano perché ritengo che sarei dovuto essere informato” riservandosi di verificare alla riapertura degli uffici dopo il fine settimana.
Che quella di consigliere e medico del servizio sanitario siano cariche compatibili, è assodato, anche con i ruoli di gestione amministrativa, come possono esserlo un assessore o lo stesso sindaco.
Nel lontano 2005 ci provò solo il senatore Udc Leonzio Borea a presentare una interrogazione affinché i medici non potessero ricoprire tali incarichi, ma il singolare atto ispettivo rimase per fortuna nei cassetti di palazzo Madama. Dunque bisognerà comprendere il tenore della lettera per capire dove vuol andare a parare il solerte esponente della Giunta e chi lo sostiene. Di certo però si tratta di una azione coordinata per discreditare i tre medici.
Qualunque sia il contenuto del quesito, l’affaire innescato da Spoleto rischia di interessare anche i territori limitrofi: sono 4 i medici che siedono ad esempio a Palazzo Spada (Leonelli lista civica), Armillei (Lega) Fiorelli e Tobia (M5S), 2 a Palazzo dei Priori a Perugia (Cagnoli e Tuteri), 1 a Palazzo Cesaroni (il consigliere e candidato alla segreteria regionale del Pd Bori). Chissà che ne pensano dell’azione messa in cantiere dai filogovernativi spoletini.
Inutile provare a sentire i diretti malcapitati; per tutta la giornata Di Cintio, Santirosi e Trippetti hanno preferito non rispondere al telefono e neanche ai messaggi whattsapp.
Quest’ultimo attacco ai medici sta avendo un effetto boomerang, ovvero di rinsaldare i ranghi dei gruppi dei 15 firmatari. Tanto che almeno uno di questi, a quanto annunciato, sta valutando una lettera al Csm (il Consiglio superiore della magistratura) per segnalare azioni e dichiarazioni rilasciate nel tempo dal sindaco De Augustinis e se queste possono essere confacenti a un magistrato in servizio.
I democratici ora dopo ora confermano la sfiducia. Martedì sera, a quanto detto dai vertici dem di Perugia, si è tenuta una riunione sulla piattaforma Zoom che vedeva due soli punti all’ordine del giorno: la crisi sanitaria regionale e il “caso Spoleto”.
Ebbene di fronte ai quadri del partito (presenti tra gli altri il commissario Rossi e il senatore Verini, i candidati a lregionale Bori e De Rebotti, il consigliere Paparelli) la segreteria di Spoleto, guidata da Stefano Lisci e Carla Erbaioli, ha confermato il voto di sfiducia. Anche perché la nuova alleanza che sostiene il Governo Draghi non dovrebbe avere più problemi in Commissione Affari costituzionali nell’approvare il Decreto Covid-elezioni per il rinvio delle amministrative al prossimo autunno 2021.
Gli ultimi, scomposti colpi di coda a Spoleto stanno però convincendo più di un dem a spingere sull’acceleratore, così da difendere i propri consiglieri, a cominciare dall’attacco ai medici.
Ad ore, dicono i bene informati, il Pd emetterà infatti una nota stampa sulla vicenda dei medici-consiglieri.
“E’ stato preallertato un notaio” dice un dirigente dem a Tuttoggi “non ne abbiamo ancora parlato agli altri partiti, ma dopo queste ultime, gravi notizie che ci pervengono anche dal municipio, non ci sono più le condizioni minime per proseguire; qui è a rischio la stessa democrazia. Vedremo e decideremo insieme”.
I dem quindi sono pronti, se gli “alleati” lo condivideranno, a dimettersi in blocco davanti ad un notaio così da concludere la legislatura.
“Questi mezzucci non intimoriscono nessuno, anzi ridicolizzano quanti tirano il sasso nascondendo la mano, convinti che le loro azioni non si vengano a risapere” concludono dal Pd “Spoleto non ha mai registrato un così basso livello politico-istituzionale e non lo merita, faremo di tutto perché simili azioni temerarie non abbiano seguito”.
Come dire, a brigante, brigante e mezzo.
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