La Libera Caccia, tramite il proprio legale, avv. Marzio Vaccari (nella foto), diffida e mette formalmente in mora la Regione Umbria circa la propria richiesta di verificare la regolarità dell’elezione con cui Roberto Romani è diventato presidente dell’Atc3.
Elezione che la Libera Caccia, tramite l’avvocato Vaccari, aveva formalmente contestato, ritenendo non rispettato il quorum richiesto per la validità dell’elezione stessa, a cui hanno partecipato 19 dei 20 membri, dato che uno di loro si era dimesso.
Di fronte alla mancata risposta da parte della Regione, alla luce della convocazione del Comitato di gestione fatta da Romani, la Libera Caccia ora diffida Palazzo Donini e l’Assessorato competente.
“Ricordo, ma solo per dovere di difesa – scrive l’avv. Vaccari – che gli atti adottati in presenza di una illegittima procedura elettiva, determinano la nullità degli atti compiuti dal diretto interessato nonché dell’organo dallo stesso presieduto”.
La Libera Caccia lamenta il fatto che la Regione non sia intervenuta a dirimere la questione, considerando che la legge disciplina la composizione dei comitati direttivi degli Atc e li assoggetta ai poteri di controllo e vigilanza degli enti pubblici territoriali.
“Da notizie che giugno dagli ambienti dell’Atc interessato – scrive ancora l’avv. Vaccari – sembra che il “Presidente” sia intenzionato a chiedere al Comitato di Gestione una specie di “fiducia”, istituto sconosciuto alla normativa sugli Ambiti Territoriali e che, comunque, non sanerebbe una elezione ottenuta senza le maggioranze previste dalla normativa vigente”.
Da qui la richiesta di un intervento della Regione “prima che vengano compiuti atti che possano comportare responsabilità amministrativa, penali e contabili”.
Oltretutto, la Libera Caccia lamenta il mancato invio della documenta richiesta nella precedente pec dell’avv. Vaccari relativa alla convocazione della seduta del Comitato che ha portato all’elezione contestata di Romani e gli atti conseguenti.