Botta e risposta tra Amici (Arci Caccia) e Zara (Libera Caccia) sull'Ambito ancora senza un presidente
Proseguono le schermaglie tra le associazioni venatorie per l’Atc3, con la guardia di finanza che ha acquisito ulteriore documentazione in sede e ancora senza il nuovo presidente, in attesa della nomina da parte della Regione. Nelle elezioni all’interno del nuovo Comitato di gestione, infatti, nessuno dei candidati ha raggiunto il numero minimo valido. Nel primo voto il rappresentante di Federcaccia Romani e quello della Libera Caccia Novelli si sono equamente spartiti i voti. Sino all’ultima, in cui c’è stata una leggera prevalenza del primo (che ha ottenuto il 50% dei voti) sul secondo (40%), con due astenuti. Sempre, comunque, al di sotto della soglia minima richiesta. Da qui, saltati anche tentativi di mediazione con offerte di posti nell’Ufficio di presidenza, il pressing dei due schieramenti di associazioni sulla Regione.
Il presidente di Arci Caccia Terni, Giampiero Amici, che aveva accusato Libera Caccia, Anuu e la stessa Regione di bloccare le attività dell’Atc3, suscitando la reazione del presidente provinciale di Anlc Sauro Zara, ricorda a quest’ultimo in passato, nelle medesime situazioni ottenute con l’ultima votazione valida, “la Regione ‘correttamente’ e nel rispetto della democrazia aveva nominato il candidato con maggiori consensi”.
Per quanto attiene le questioni relative “alla gestione fallimentare degli anni precedenti”, lamentata da Zara, Amici replica: “Sarebbe utile che il signor Zara parli davvero con i cacciatori, in primis con i suoi iscritti volontari che gestiscono le aree protette (ZRC-ART) e faticano al freddo e al caldo. Allora capirà che le sue esternazioni sono semplicemente delle strumentalizzazioni finalizzate a condizionare la presidente della Regione nel fare la nomina del presidente dell’Atc3. Circa la qualità della selvaggina liberata – prosegue – proviene tutta dai centri faunistici della Regione, centri che sono convenzionati con la Regione e pagati con i soldi dei cacciatori. Sono tutti animali ai quali non viene somministrato nessun medicinale, al contrario di quelli acquistati sul libero mercato che solitamente muoiono prima degli altri. Quindi, se qualcuno è mancante di piumaggio o non ha le piume luccicanti è perché non ha assunto farmaci”.
“Purtroppo – attacca Amici – la verità è un’altra: quando si invocano la ‘discontinuità’ e il ‘cambiamento’ è perché, probabilmente, si vuole perseguire l’obiettivo della ‘pronta caccia’, così come avviene nelle riserve private, facendo gli interessi degli allevatori privati. Naturalmente – conclude il presidente dell’Arci Caccia – questa sarebbe una modalità di caccia ‘consumistica’ che nulla ha a che vedere con la vera caccia conservativa esercitata su animali ambientati conoscitori del territorio e in grado di competere con i cacciatori”.
Da una parte e dall’altra, tra opposte posizioni politiche e strategie di associazioni, dunque, prosegue il pressing sulla governatrice Tesei perché nomini presidente dell’Atc3 il proprio candidato.