Atc3, Liurni (CPA): fare chiarezza, ma anche col nuovo Comitato situazione disastrosa

Atc3, Liurni (CPA): fare chiarezza, ma anche col nuovo Comitato situazione disastrosa

Redazione

Atc3, Liurni (CPA): fare chiarezza, ma anche col nuovo Comitato situazione disastrosa

Art, Zrt, selvaggina stanziale, cinghiale e distretti: ecco cosa non va nella gestione della caccia in Umbria e nel Ternano
Dom, 27/07/2025 - 08:02

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In attesa del giudizio del Tar sulla legittimità dell’elezione di Roberto Romani a presidente dell’Atc3 del Ternano – Orvietano (per il quale il CPA chiede sia giusto fare chiarezza, nel rispetto dei cacciatori che pagano le quote), il presidente regionale del CPA Umbria, Angelo Liurni, insieme al presidente provinciale del CPA Terni, Paolo Pazienza, giudicano “disastrosa” la situazione, anche con il nuovo Comitato di gestione.

“Non c’è stato – lamenta il CPA – quel ‘cambio di passo’ che si chiedeva prima di questi cambiamenti, infatti l’organico è rimasto pressoché lo stesso”.

Liurni entra nel merito: “Come Caccia Pesca e Ambiente, in quanto realtà in crescita, ben consolidata e presente in tutto il territorio, avevamo chiesto la possibilità di avere un nostro rappresentante all’interno del nuovo Comitato, pur sapendo che il regolamento regionale non prevede rappresentanti per le Associazioni non riconosciute dalla Legge 157/92. Dai colloqui intercorsi con il neo presidente – ricorda – sembrava ci fosse la sua disponibilità ma, come da noi preannunciato direttamente al sig. Romani, l’ostilità delle altre Associazioni già presenti nel Comitato non ha permesso il nostro inserimento. Come volevasi dimostrare, così è stato”.

“La nostra richiesta – prosegue – scaturisce dalla convinzione che sia fondamentale per la caccia e per i cacciatori, sia per l’intera regione sia, nello specifico, per l’ATC 3, cancellare alcuni pregiudizi che ormai da anni alcune Associazioni hanno nei nostri confronti; come CPA abbiamo dimostrato più volte di possedere tutte le competenze e le persone adatte per apportare un valido contributo alla gestione del territorio e dell’attività venatoria”.

“Questo sfogo – spiega Liurni – nasce anche dal fatto che, pur avendo inviato diverse email all’ATC 3, non siamo stati presi in considerazione e non abbiamo mai ricevuto una risposta. Le nostre richieste riguardavano una cosa a nostro giudizio molto grave, cioè le modifiche ad alcuni regolamenti che l’ATC sta attuando senza consultare tutti i cacciatori (o perlomeno tutti i loro rappresentanti), i quali, a nostro giudizio, sono i primi soggetti che dovrebbero essere interpellati per avere un ruolo fondamentale nella gestione del territorio, visto che, come diciamo sempre, sono le uniche vere ‘sentinelle dell’ambiente'”.

Nello specifico, si stanno modificando i perimetri di alcune ART (Aree di Rispetto Temporaneo), territori in cui temporaneamente viene vietata la caccia. “Pur essendo d’accordo con l’istituzione di questi enti per dare un minimo di respiro alla selvaggina stanziale – è la posizione del CPA – noi crediamo che, se la loro creazione in alcuni territori non dà i risultati sperati, vadano rivisti i confini o eventualmente spostate le aree. Tutto questo sempre in collaborazione con i cacciatori dei territori stessi, insieme a comitati formati da persone che abbiano la volontà e le competenze per gestire tali enti, e non solo con responsabili nominati per mera appartenenza associativa, come accaduto fino ad ora”.

Tali dinamiche riguardano anche i confini delle ZRC (Zone di Ripopolamento e Cattura) e altri regolamenti, come la modifica della Legge 34 sulla caccia al cinghiale. “Quest’ultima – ricorda il CPA – è stata già motivo di discussione nell’ultima consulta venatoria, dove una nota Associazione ha voluto ‘fare la parte del leone’, presentando un proprio documento già ultimato senza un minimo di confronto con tutte le altre Associazioni che comunque rappresentano chi svolge la caccia al cinghiale in braccata su tutta la regione. Ci auguriamo che a breve la Regione ci convochi per concordare e apportare delle modifiche per renderlo più funzionale, visto che ormai, dopo diversi anni da quando è stato redatto l’ultimo regolamento, sono cambiati sia i territori sia le modalità di caccia, e soprattutto i costi di gestione per questa attività, sostenuti totalmente dai cacciatori). Ricordiamo a tutti che la specie cinghiale – sottolineano il CPA – è in costante aumento, cosa che non possiamo permetterci, vista anche la PSA (Peste Suina Africana). Andrebbero riviste inoltre anche le modalità di gestione di alcuni Distretti di caccia al cinghiale, che al momento sono in mano solo agli attuali referenti, e riteniamo fondamentale la gestione dei territori in stretta collaborazione con i cacciatori e le squadre del luogo”.

Altra nota dolente di questo ATC, secondo il CPA, è che si stanno istituendo Distretti per la selvaggina stanziale basandosi su un Piano Faunistico Venatorio ormai scaduto nel 2023. “Speriamo che la Regione ci dia la possibilità di rinnovarlo il prima possibile – commenta Liurni – ma crediamo che in questo momento sia inutile sperperare i soldi dei cacciatori nella creazione di questi enti, visto che anche l’ATC PG1 e l’ATC PG2 non ne hanno ancora deliberato l’istituzione, in attesa del nuovo PFV”.

“Quanto lamentato sopra – spiega Liurni – serve solo per cercare di far capire a tutti i cacciatori del territorio umbro, e nello specifico del territorio ternano, come si sta gestendo la caccia in questo momento in Umbria. Ribadiamo che, a nostro giudizio, i primi soggetti che dovrebbero essere interpellati per ogni eventuale modifica in merito al territorio e all’attività venatoria sono i cacciatori. Sono loro a essere sempre ‘sul campo’ e possiedono un bagaglio di cultura ed esperienza maggiori di tanti tecnici, senza dimenticare che sono loro a sostenere l’economia dell’ATC attraverso le loro quote annuali”.

“Come CPA – conclude Liurni – rimarremo sempre a disposizione sia degli ATC sia dei cacciatori, per apportare al meglio il nostro contributo e per difendere la caccia in tutte le sue forme, visto che ultimamente abbiamo molti più nemici che amici…”.

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