I cacciatori della provincia di Terni attendono l’esito del ricorso presentato dalla Libera Caccia, che contesta le modalità con le quali Roberto Romani è stato eletto presidente dell’Ambito territoriale di caccia n. 3.
Una vicenda che ha visto le associazioni di categoria prendere posizione, con il Cpa che ha chiesto chiarezza, evidenziando comunque come con il nuovo Comitato di gestione non ci sia stato quel cambio di passo richiesto.
Federcaccia ha accusato Libera Caccia di impantanare la gestione della caccia nel Ternano, dopo aver perso nella conta dei voti. Conta che, ha ribadito Libera Caccia attraverso il proprio legale, Marzio Vaccari, deve essere fatta nel rispetto delle norme.
Arci Caccia Terni, che nei giorni scorsi ha riunito il proprio Comitato direttivo, valutando anche la situazione aperta dal ricorso contro l’elezione di Romani.
Il Comitato di Arci Caccia Terni, “pur rispettando il ruolo della magistratura amministrativa”, ha espresso “preoccupazione per quella che ritiene un’iniziativa strumentale e divisiva, che rischia di minare l’operatività dell’Atc3 e, con essa, gli interessi di tutti i cacciatori e agricoltori della provincia di Terni”.
“Proseguire con l’ostruzionismo – le parole di Arci Caccia Terni – è un comportamento irresponsabile e inaccettabile, che ogni cacciatore e agricoltore dovrebbe condannare, al di là dell’appartenenza associativa”.

Il Direttivo ha quindi ribadito il proprio pieno sostegno al presidente Romani e a tutti i componenti delCcomitato di gestione dell’Atc3, “che fin dal loro insediamento hanno operato con impegno, serietà e spirito collaborativo per rilanciare l’attività dell’ente, nell’interesse del mondo venatorio e agricolo”.
Arci Caccia Terni ha ricordato come la validità dell’elezione dell’avvocato Romani sia stata già riconosciuta dalla Regione Umbria, “che non ha ravvisato la necessità di nuove votazioni”.