Mentre la politica cerca l’accordo sulla presidenza dell’Atc3 del Ternano-Orvietano, sulla nomina che dovrà fare la governatrice Tesei non avendo trovato il quorum nelle varie elezioni, il Cpa punta l’indice su quella che chiama la “telenovela per il rinnovo dei vari Comitati di gestione”. E lo fa con il presidente provinciale di Terni Paolo Pazienza (nella foto), in accordo con il presidente regionale dell’associazione, Angelo Liurni.
“La cosa più vergognosa – attacca il Cpa – è il temporeggiare nel trovare l’accordo tra le ‘grandi’ associazioni del mondo venatorio riguardo alla nomina del presidente. Nomina che negli altri due Atc umbri PG1 e PG2 è stata già da tempo espletata, senza tutte le difficoltà che si stanno incontrando a Terni. Quello che mi dà più fastidio – precisa Paolo Pazienza – è che le associazioni cosiddette ‘riconosciute’ continuano a convocare riunioni su riunioni (che io chiamo ‘carbonare’) per trovare un accordo sull’eventuale nominativo da scegliere, senza invitare al tavolo la nostra associazione, nonostante rappresenti una realtà radicata e ben strutturata su tutto il territorio umbro, contando ormai numeri importanti e, per loro sfortuna, in costante crescita, segno che i cacciatori sono ormai stufi di questa gestione / non-gestione dell’Atc 3. Negli ultimi anni si è provato a sistemare qualcosa, anche se con scarsi risultati – prosegue l’esponente del Cpa – ma poi con l’elezione del nuovo Comitato questi tentativi si sono arenati del tutto. E non credo che riusciremo a risolvere i tanti problemi insoluti, non ultimo il ripopolamento programmato per la prossima settimana di 300 fagiani, da immettere in alcune ZRC, tutti animali provenienti dall’allevamento di San Vito e quindi presumibilmente di buona qualità, ma non condiviso da noi, in quanto si tratterebbe solo di uno spreco del denaro dei cacciatori ternani, che poteva essere impiegato in modi più costruttivi (rilasciare fagiani nel periodo invernale all’interno delle ZRC, viste le temperature e la caccia aperta, equivarrebbe ad una azione pressoché inutile)”.
Paolo Pazienza vuole però anche pensare positivo: “A fronte di quanto sopra, non voglio essere solamente polemico, ma credo che con un piccolo sforzo e con le persone giuste (cacciatori) si potrebbero ottenere risultati molto più concreti. Credo inoltre che queste azioni, fatte da un Atc che è un Ente pubblico e soprattutto, ribadisco, gestisce i soldi dei cacciatori, debbano essere più mirate ed indirizzate a migliorare la situazione della selvaggina stanziale, che nelle nostre zone versa in condizioni a dir poco penose, considerando che il territorio non ci aiuta. Ma almeno – conclude Paolo Pazienza il suo appello rivolto ai cacciatori proviamo ad aiutarlo noi”.