Cinzia Fabrizi
Enrico Melasecche
Che Palazzo Spada non godesse in questa fase di buona salute né riuscisse a riscuotere molto rispetto neanche da autorevoli membri della stessa maggioranza appare ogni giorno sempre più evidente, ma che si giungesse persino ad una sorta di ammutinamento da parte del Multi-Presidente Sbarzella, diventato da tempo totalmente autoreferenziale, ci sembra degno di segnalazione alla pubblica opinione. Nominato, grazie ai suoi meriti partitici a Presidente ATC, si è in questi anni distinto per una certa prepotenza non sempre supportata da uno stile da politica militante, dura e pura. Sulla vicenda COSEA ha difeso ad oltranza non certo gli interessi dei ternani, buggerati per l’ennesima volta da un sistema clientelare che, nonostante il Governo Monti e gli appelli di Bersani, stenta a rinnovarsi, ma quelli della cooperativa rossa di cui era sponsor, in quanto, sono parole della Procura della Repubblica, “la gara venne falsata con intenti fraudolenti”, reato, guarda caso, poi caduto in prescrizione. Oggi però supera se stesso, siamo ad una sorta di sindrome napoleonica. Trasferito a Perugia, in Umbria Mobilità, tutto il Trasporto Pubblico Locale ternano, con una miserrima nostra rappresentanza del 20%, contiamo quasi zero, si è convinto di essere il padrone assoluto di quanto rimane delle attività a Terni: parcheggi ed aviosuperficie, facendo e disfacendo a proprio piacimento, senza tenere in minima considerazione non solo Di Girolamo, e questo transeat, ma l’intero Consiglio Comunale e quanto questo rappresenta. Sbarzella gestisce l’ATC come se fosse di sua proprietà, con l’avallo di Di Girolamo. Nessuna preventiva delibera del Consiglio Comunale: né sull’operazione di scissione e di trasformazione dell’ATC, né sulla creazione dell’ATC Parcheggi, né tanto meno sulla decisione di procedere ad una vendita della quota del 30% dell’ATC parcheggi. E il tutto in totale disprezzo di quello che prevede la normativa, ignorando totalmente il ruolo decisionale del Consiglio Comunale. Sbarzella agisce da solo o è appoggiato dal Sindaco in questo suo disinvolto comportamento? Abbiamo chiesto in Commissione di sapere per quale motivo si è deciso di procedere al bando per la vendita del 30% dell’ATC parcheggi. Ha risposto Sbarzella che questo serve per fare impresa, per entrare in nuovi mercati. Ma Sbarzella vuol divertirsi a fare l’imprenditore privato con i soldi pubblici senza sottostare ad alcun controllo? Per quale ragione ha dichiarato pubblicamente che la vendita della quota del 30% di ATC era perfettamente regolare pur sapendo invece di essere illegittimamente a capo di una società illegittimamente costituita? Allora non possiamo non avanzare alcune elementari considerazioni: 1) Sbarzella ha una nomina politica e non può esimersi da regole elementari di trasparenza che in democrazia sono alla base del funzionamento della Pubblica Amministrazione, per cui non può utilizzare le stesse argomentazioni usate a suo tempo da altri per nascondere cosa avveniva all’interno dell’Associazione Eventi Valentiniani: potrebbe portargli sfortuna; 2) l’ATC Parcheggi è società, per quanto di incerta e travagliatissima nascita (in barba a tutte le normative di settore), partecipata al 44% dai cittadini di Terni che hanno il sacrosanto diritto di conoscere come viene amministrata, cosa fanno i propri amministratori, quanto costa la gestione e quanto pagano i ternani, non è quindi “cosa propria” né del PD né di Sbarzella; 3) tali comportamenti obbligano a pensare che esistano ragioni recondite per voler impedire alla pubblica opinione di venire a conoscenza di cifre, dati, strategie. Tutte le procedure societarie fin qui poste in essere sono illegittime. Oggi la Giunta, solo dopo la forte denuncia di alcuni Consiglieri Comunali, tenta di salvarsi con una apposita delibera dell’ultimo minuto scaricando le proprie responsabilità sul Consiglio dopo che la frittata è stata fatta.