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Atc, assemblee ad alta tensione tra cene carbonare e scontri per le presidenze

Dopo aver atteso a lungo la nomina dei membri dei Comitati di gestione Atc da parte della Regione Umbria, arriva il momento della verità per la scelta dei presidenti. Tra lunedì 28 e mercoledì 30 sono infatti convocate le assemblee per l’elezione dei vertici dei tre Ambiti territoriali di caccia.

Assemblee alle quali si arriva senza un accordo unitario, nonostante i tentativi di mediazione fatti nella canicola ferragostana, tra politica e associazioni agricole e venatorie. Queste ultime hanno scritto un appello alla Regione perché alla guida di ciascun Atc ci sia una persona “con la licenza di caccia”, anche se non espressione del mondo venatorio. Le associazioni degli agricoltori, d’altra parte, sanno quanto siano importanti questi organismi per le proprie attività, soprattutto per ciò che riguarda i risarcimenti per i danni provocati dalla fauna selvatica. E tra loro, se possibile, la competizione è ancora più accesa che tra i cacciatori, dove le divisioni sono più interne alle singole associazioni che non tra di esse.

E poi c’è la politica, che non necessariamente significa soltanto mediazione tra i partiti di maggioranza in Regione. Non è apparso inosservato, ad esempio, che nell’Atc 2 quasi la metà dei componenti, portatori oggi di vari interessi, provengano dall’area socialista, che nella diaspora degli anni Novanta si è polverizzata anche in Umbria, con numerosi approdi politici e socioeconomici.

E poi ci sono i personalismi, che trovano sfogo soprattutto nelle cene, più o meno carbonare.

Ora in ciascun Atc serve una maggioranza qualificata tra i 20 componenti dei Comitati di gestione, per indicare il presidente e, di conseguenza, l’Ufficio di presidenza (composto da 5 membri).

La corsa per l’Atc1

Per la guida dell’Atc1 il favorito resta Luciano Calabresi, presidente uscente di quell’Atc2 che ha mostrato in questi anni capacità di risposte celeri nell’assicurare i risarcimenti e una sana gestione economico-finanziaria, tanto da lasciare al successore un bel tesoretto. Designato da Confagricoltura, Calabresi dovrebbe poter contare sui voti dei delegati istituzionali (Regione e Anci), sulla Federcaccia e sulle altre associazioni venatorie.

Nella conta dei 14 voti necessari per essere eletto presidente alla prima votazione si è però al limite. Dipenderà dalle scelte che faranno Coldiretti e Cia. E dal seguito che potrà avere (si stimano 5 voti) l’azione di Maurizio Refrigeri, designato da Enalcaccia.

L’incontro di mercoledì tra i presidenti provinciali delle associazioni venatorie, pur trovando una convergenza di massima, non ha scelto quest’ultimo nodo. Anche se Calabresi, proprio per il lavoro svolto in questi anni, qualora non avesse tutti i numeri necessari finirebbe comunque alla guida dell’Atc1, designato dalla Regione.

Le incognite all’Atc2

La situazione più complessa è quella dell’Atc2, quello che appunto presenta la migliore situazione economico-finanziaria. Il candidato più accreditato è Fabrizio Guazzaroni, nonostante i movimenti che in quell’area dell’Umbria ci sono stati negli ultimi mesi nel mondo Federcaccia. Sulla carta i 14 voti necessari dovrebbe averli. Ma nella conta dei voti sicuri pare siano stati inseriti anche quelli di membri che sono stati visti a pranzo insieme per discutere dell’eventuale cordata per portare a capo dell’Atc2 un esponente del mondo agricolo. E il designato, in questo caso, è Marco Loreti, indicato da Coldiretti. La cui candidatura, a quanto pare, è anche un “caso” di famiglia.

Manovre all’Atc3

L’Atc3 è finito negli ultimi anni nel mirino della giustizia contabile (con alcuni amministratori condannati al risarcimento) e della politica (la Lega ne aveva chiesto più volte il commissariamento). Ma dalle manovre sin qui fatte, non sembra che il nuovo gruppo dirigente potrà nascere in un clima di ritrovato accordo e di ricomposizione delle fratture.

Alla candidatura alla presidenza di Roberto Romani (designato Federcaccia) si è aggiunta, nelle ultime ore, quella di Massimo Novelli (delegato Libera Caccia). Il fatto che le due associazioni, a livello regionale, stiano collaborando su molte partite, conferma come la situazione del Ternano-Orvietano vada valutata a parte. Con tutte le incognite del caso.

La mancata unità di vedute nel mondo venatorio potrebbe portare a non avere i voti necessari per l’elezione del presidente. Almeno in prima battuta, salvo trattative che tirino in ballo la composizione dell’Ufficio di presidenza.

Sembra però che in una cena alla quale erano presenti anche emissari politici, la prima tornata di voti potrebbe anche servire a non scoprire il candidato che più sarebbe gradito in Regione. Giovanni Montani, dal maggio del 2019 sindaco di Acquasparta, indicato nell’Atc3 dall’Anci.