Caso Ambito del Ternano, le riflessioni del presidente umbro di Acr Confavi Sergio Gunnella
In merito al dibattito intorno alla nomina del nuovo presidente dell’Atc3 del Ternano e alla notizia di una nuova visita della guardia di finanza negli uffici, riceviamo e pubblichiamo questa riflessione del presidente umbro di Acr – Confavi, Sergio Gunnella.
“Certa gente lasciala perde, perché sò come “lu callaru”: appena li tocchi…te tigni!” mi recitava mio padre buon’anima. E io, permeato come sono da sana anarchia, confermo: giù le mani dalla caccia, politici da quattro palanche, che la campanella ha suonato! Tuttavia, a quanto pare, la storia si ripete sempre uguale, cribbio!
Si legge in queste ore sulla stampa che, è la politica a inquinare ancora una volta i cacciatori di Terni e dell’Umbria intera. Nonostante i cambiamenti più apparenti che reali, tutti gli untori del proprio credo politico, nessuno escluso, finiscono con l’intrufolarsi subdolamente in un palinsesto, dove l’ unica politica declinabile dovrebbe essere quella venatoria. Allora, perché non scegliamo di riedificarne il concetto? Perché non decidiamo una buona volta di rifondare la caccia in Umbria? Sono trascorsi più di dieci anni da quando il sottoscritto, catapultato dalla dotta Emilia e Romagna, incominciò a bazzigar le forre e i calanchi dell’ Umbria venatoria. Qui, quasi subito e per mera avventura, mi ritrovai a sedere in uno dei 20 strapuntini riservati ai componenti il comitato di gestione dell’ATC 3 Ternano/Orvietano. E fu dal mio primo insediamento che scelsi di farlo “a costo zero”. Considerando l’aria pesante che fui costretto a respirare nelle mie 5 striminzite apparizioni collegiali, confermai a me stesso (e non solo) di aver fatto bene!
Tuttavia, la sana anarchia menzionata in apertura mi spinse a scrivere articoli sui quotidiani locali. Un giorno sì e un giorno no formulavo ai miei lettori ternani le stesse perplessità che, da cacciatore e contribuente, se a Bologna mi facevano riposare sonni tranquilli, qui non mi facevano chiudere occhio.
Ebbi la certezza che qualcuno aveva letto i miei scritti, quando un bel giorno, dalla Corte dei Conti regionale e dalla Guardia di Finanza di Terni arrivò il comunicato stampa che ben 49 persone, tra presidente e vari componenti del comitato di gestione dell’Associazione Ambito Territoriale di Caccia 3, erano state iscritte nell’ elenco degli indagati per un danno erariale di circa 1.200.000 euro dovute a una serie di irregolarità nelle spese sostenute dall’ente tra il 2007 e il 2011.
Va da sé che fra i 49 nominativi c’era anche il mio, perché così vanno queste cose. Nello stesso tempo la mia dichiarazione propedeutica del “costo zero” mi faceva tirare subito un sospiro di sollievo. Il tempo, si sa, passa impietoso per tutti e per qualcuno perfino compiacente. Dei 49 indagati, qualcuno ci ha lasciato le penne e altri hanno colto l’occasione per lucidarsele. Ciò che non è cambiato è che da queste parti si continua ostinatamente a fare leva sulla tifoseria del proprio credo partitico e politico. E intanto la minestra di chi se la paga… diventa sempre più stantia. Ecco perché mi ripeto: da queste parti, in caccia, non basta ripassare Montesquieu e Rousseau, ma occorre soprattutto rifondarne i criteri. Diamoci da fare, colleghi: altrimenti… sarà tutto tempo inutile.
Sergio Gunnella Acr – Confavi Umbria