Nonostante le rassicurazioni di Astrazeneca sulla sicurezza del vaccino, le inchieste avviate in alcune Procure italiane sulle morti di alcune persone che avevano effettuato il vaccino nei giorni precedenti, creano una preoccupante diffidenza anche in Umbria.
Domenica, dei 2500 operatori scolastici che potevano anticipare la vaccinazione con Astrazeneca già programmata per le prossime settimane, hanno accettato meno di un centinaio.
Venerdì 500 (su circa 2500 chiamate) le persone che non si erano presentate. E sabato le vaccinazioni con Astrazeneca erano state 1430 rispetto alle 1700 prenotazioni.
Defezioni che si sono verificate dopo che giovedì, seguendo le indicazioni di Aifa, anche la sanità umbra aveva deciso di sospendere precauzionalmente le circa 100 dosi rimaste del lotto Astrazeneca ABV2856, poi sequestrate dal Nas. Il lotto da cui sono state prese le dosi inoculate al militare Stefano Paternò, su cui è stata eseguita l’autopsia che, dai primi dati, sembrerebbe confutare qualsiasi correlazione tra la vaccinazione e il decesso. Altri accertamenti sono in corso in queste ore.
In Umbria sono state somministrate circa 3700 dosi del vaccino dal lotto Astrazeneca ABV2856. Senza particolari criticità, a parte, in alcuni soggetti, i noti effetti collaterali, come febbre, spossatezza, mal di testa e dolori muscolari.
Il centinaio di dosi rimanente, come nelle altre regioni italiane, è stato sequestrato dai Nas in attesa di verifiche.
Dalla Gran Bretagna, dove il vaccino Astrazeneca è stato già somministrato a 11 milioni di persone senza registrare particolare effetti collaterali, l’Università di Oxford, che ha contribuito alla produzione del vaccino, afferma che ulteriori studi effettuati dimostrano che non vi è aumento di casi di trombi sanguigni tra le persone vaccinate rispetto a quanto avviene statisticamente per la popolazione in generale.
Intanto però, anche Olanda e Irlanda (dopo Danimarca, Norvegia e Islanda) hanno sospeso precauzionalmente e temporaneamente l’uso del vaccino Astrazeneca.
Insomma, in Italia e in Europa serve una chiara e univoca presa di posizione del mondo scientifico. Ulteriore, evidentemente, a quella già comunicata dall’Ema.
Il rischio, sull’onda dell’emotività del momento, è non soltanto quello di rallentare la campagna di vaccinazione, fondamentale per uscire il prima possibile dall’emergenza Covid, ma anche quello di sprecare le dosi di vaccino destinato alle persone che non si sono presentate.
Rischio, quest’ultimo, sul quale però il commissario umbro al Covid, Massimo D’Angelo, rassicura. Spiegando che il vaccino Astrazeneca, per le sue caratteristiche si conserva per 6 mesi. E quindi, in questa fase in cui sono state registrate mancate adesioni alla vaccinazione, non è stato buttato nessun vaccino tra quelli messi a disposizione domenica scorsa e nei 2 giorni precedenti.
D’Angelo chiarisce che “questo tipo di vaccino non ha bisogno di congelazione in quanto la conservazione avviene in frigorifero a una temperatura compresa tra 2°C e 8°C”.
Ritardi, purtroppo, sì, dunque. Sprechi no.
Il commissario comunica inoltre che per proseguire in modo celere la campagna di vaccinazioni, si stanno valutando nuove strategie, sulla base del piano nazionale che ha modificato alcune priorità.
“Preoccupa la situazione di diffidenza diffusa tra la popolazione – il commento dell’assessore regionale alla Sanità, Luca Coletto – dopo il ritiro di un lotto del vaccino AstraZeneca, ma in questa fase non possiamo permetterci di mandare a vuoto intere giornate vaccinali, perché raggiungere in tempi brevi un numero elevato di vaccinazioni è un passaggio fondamentale per sconfiggere la pandemia“.
“La scienza – ribadisce Coletto – ritiene il vaccino AstraZeneca sicuro ed efficace, l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) e l’Ema hanno dichiarato che possiamo continuare a usarlo. Invitiamo i cittadini ad avere fiducia”.