Asta "truccata" per riprendersi immobili pignorati, maxi sequestro di beni da 1,5 milioni - Tuttoggi.info

Asta “truccata” per riprendersi immobili pignorati, maxi sequestro di beni da 1,5 milioni

Redazione

Asta “truccata” per riprendersi immobili pignorati, maxi sequestro di beni da 1,5 milioni

Mar, 09/04/2024 - 11:05

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L'indagato (per autoriciclaggio) avrebbe riacquistato i suoi immobili pignorati - siti in un complesso commerciale di Gualdo Tadino - con i soldi dell'evasione | Il sistema prevedeva società di comodo a Torgiano e Bratislava

La Guardia di Finanza ha scoperto presunte irregolarità nell’ambito di un asta pubblica per la vendita di alcuni immobili nel Comune di Gualdo Tadino, precedentemente pignorati e di fatto riacquistati dallo stesso destinatario dell’espropriazione attraverso un articolato sistema.

Al principale indagato (l’accusa è di autoriciclaggio) – già destinatario di un sequestro preventivo (rimasto ineseguito) emesso dalla procura di Perugia nel 2020 – le fiamme gialle hanno infatti sequestrato un complesso commerciale costituito da 12 unità immobiliari ed un terreno dal valore complessivo di circa 1 milione e mezzo di euro.

Dalle indagini è emerso che questi beni immobili sono stati acquistati da una Srls di Torgiano, appositamente costituita 23 giorni prima dell’asta giudiziaria, e che annoverava tra i soci il genero dell’indagato e una società estera con sede in Slovacchia, il cui azionista di riferimento era lo stesso soggetto pignorato.

I fondi sarebbero stati prima trasferiti proprio in Slovacchia, sui conti correnti di una società a Bratislava (amministrata dall’indagato principale), e poi fatti rientrare in Italia attraverso la società di comodo di Torgiano, che serviva da ulteriore schermo. Attraverso tale sistema, il sospetto – mediante il contributo del genero e la schermatura della società acquirente – ha reimpiegato i proventi dell’evasione fiscale, realizzata dal 2013 al 2018, per acquisire gli immobili già pignorati alla propria società, ponendo così un concreto ostacolo all’identificazione della loro provenienza delittuosa.

L’immobile è stato poi affidato alla società della figlia dell’uomo, la quale lo aveva già precedentemente utilizzato in virtù di un contratto di locazione risalente al 2015. Su richiesta della procura di Perugia e su ordine del gip, quindi, sono stati apposti i sigilli al complesso commerciale.

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