Dopo la fermata estiva tornano le criticità nelle acciaierie ternane. Nella giornata di ieri, infatti, l’ad Massimiliano Burelli ha comunicato ai rappresentanti sindacali che l’azienda ha difficoltà negli ordinativi che porteranno a uno stop della produzione. Secondo quanto riferito dal manager dell’Ast, il motivo sarebbe legato alla fase di congiuntura economica globale, alla quale si aggiungerebbero anche le politiche economiche dei dazi che stanno mettendo a dura prova la tenuta sul mercato del colosso dell’acciaio tedesco.
Nei piani dell’azienda, dunque, per far fronte all’imminente calo produttivo, c’è l’anticipazione della produzione di ottobre a settembre e poi il ricorso a una cassa integrazione guadagni a partire dal prossimo ottobre.
“A nostro avviso la scelta di anticipare tutti gli ordinativi, attraverso la saturazione impiantistica con relativa piena produzione – spiega in una nota la Fiom Cgil – ha come obiettivo quello di contenere e mitigare il più possibile un bilancio economico purtroppo non positivo come negli anni passati.
Rispetto allo scarico di ordinativi invece pensiamo che oltre agli aspetti legati alla crisi di mercato, ai prezzi, ai dazi e alle difficoltà globali, ci sia anche una parte di responsabilità del management di ThyssenKrupp e di Ast.
Come più volte evidenziato in questi anni – prosegue il sindacato – siamo stati di fronte ad un gruppo dirigente che spesso ha curato l’immagine aziendale, rappresentando una situazione spesso non rispondente alla realtà e non sempre affrontando in modo serio le problematiche legate agli aspetti industriali, di mercato, commerciali, produttivi, impiantistici, degli appalti e dell’organizzazione del lavoro.
È preoccupante come, a fronte di dati forniti da esperti di settore, che indicano un aumento dei consumi di acciaio inox nel mondo mediamente del 6%, ma anche rispetto alle strategie commerciali e di mercato messe in campo dai competitor europei, Ast, con il potenziale che può esprimere, “galleggi” in attesa che “passi la nottata”.
Comprendendo le difficoltà anche legate alla situazione confusionaria in cui versa ThyssenKrupp – conclude la nota – riteniamo che tutto ciò non possa sempre ricadere sui lavoratori, che come al solito sono chiamati a sacrifici per colpe certamente non loro.
Come Fiom crediamo che l’annunciata cassa integrazione dovrà essere accompagnata da una discussione per chiarire gli obiettivi dei volumi per l’anno 2019/2020. Ciò è necessario perché, qualora le difficoltà non fossero contingenti e temporanee, ma al contrario fossimo di fronte ad un problema strutturale, potrebbero allora venire meno anche gli impegni che Ast ha sottoscritto al Ministero nel recente accordo”.