Due giorni senza nessun risultato: questo il bilancio dei vertici di ieri e oggi che si sono tenuti in prefettura, coordinati dal dott. Gianfelice Bellesini, tra sindacati e dirigenti Thyssen per trovare un punto d’incontro sul piano industriale Ast, in vista del tavolo che ci sarà il prossimo 19 settembre al Mise di Roma.
Nulla di fatto, perché la multinazionale tedesca è rimasta granitica, nessuna delle istanze presentate dei sindacati è stata accolta, e il piano di licenziamenti di circa 600 persone è il punto fermo per l’azienda.
Anche questa mattina l’ad, Lucia Morselli, si è presentata a Palazzo Bazzani senza lasciare trapelare nulla di quali siano le reali intenzioni di Thyssen; lei con la stampa non parla. Abbiamo provato a fermarla per una dichiarazione, ma ci ha liquidati con un cenno della mano di diniego, senza aggiungere altro.
Nella sala del vertice c’era tensione palpabile: da una parte delegati sindacali, dall’altra dirigenti Thyssen: qualche punzecchiatura, la Morselli prova una battuta sul ritardo del capo del personale “l’ho licenziato” che non strappa certo sorrisi agli altri presenti al tavolo.
In sostanza, si legge in un comunicato dei sindacati “permangono le criticità rispetto a: strategie, commerciali, mercati di riferimento, politiche degli acquisti e dei prezzi, mix produttivi, volumi, investimento e futuro di tutte le produzioni presenti nel sito, salvaguardia occupazionale”.
Che la partita si dovesse giocare a Roma e in Europa si era capito, certo è che anche di fronte agli sforzi del Prefetto, l’ad Morselli si è dimostrata assolutamente non intenzionata a cedere di un centimetro.