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Ast Terni, oggi a Roma si decide il futuro di mille lavoratori / Operai in presidio al Mise

Quattro pulmann e 200 lavoratori sono partiti questa mattina dai cancelli di Viale Brin in direzione Roma, per un presidio davanti al Mise dove si svolgerà il vertice tra Governo, istituzioni, sindacati e management dell’azienda per la vertenza Ast. Tutti sono in attesa di conoscere i risultati di questo importante tavolo, visto che verranno prese decisioni che interessano circa 1000 posti di lavoro.

Nel frattempo a Roma è arrivato il documento inviato da Joaquin Almunia, vicepresidente della Commissione Europea, che, in risposta all’invito dell’8 agosto appena trascorso, del sottosegretario alle Politiche e agli Affari Europei, Sandro Gozi, ha fatto sapere di aver “incaricato i servizi di inviare una richiesta a ThyssenKrupp una richiesta di informazioni per valutare in modo più approfondito la compatibilità della sua condotta con le dichiarazioni presentate alla Commissione Europea nell’ambito della riacquisizione di Ast”. Cauto ottimismo, almeno dall’Europa, che sembra vigilare su quanto sta accadendo a Roma in queste ore.

Nel frattempo fa discutere l’esclusione dal tavolo dei lavori del vicepresidente della Camera, Luigi Di Maio, al quale Adriana Galgano, deputata di Scelta Civica, ha inviato una lettera, affinché il ministro Guidi riferisca in Parlamento quanto l’esecutivo stia facendo per salvaguardare il polo siderurgico ternano: “ La partita di Ast – scrive Galgano – non si risolve con un tavolo tecnico del Ministero dello Sviluppo Economico a cui non possono partecipare i parlamentari perché ‘tecnico’. La politica italiana non può fingere di non vedere che in Europa esistono tre problemi molto seri. Il primo riguarda la sovrapproduzione dell’acciaio con tedeschi e finlandesi risoluti a risolverlo (nel caso dell’acciaio inossidabile a spese del nostro paese). Il secondo relativo al costo dell’energia, che riveste un ruolo rilevante nel settore dell’acciaio ed il terzo che coinvolge l’attuale normativa europea che crea un aggravio di costo di 18 euro a tonnellata rispetto ai concorrenti extra-europei. Se non risolviamo questi problemi non c’e’ Fondo Strategico Italiano che tenga. Ast continuerà a perdere e a far perdere i suoi investitori”.

Il Mise, nella persona di Maria Ludovica Agrò, aveva inviato nei giorni scorsi una lettera a Di Maio in cui spiegava le ragioni del rifiuto: “Faccio seguito alla sua richiesta di partecipazione all’incontro relativo al Tavolo ThyssenKrupp programmato per il 4 settembre prossimo per comunicarle che, trattandosi si un tavolo esclusivamente tecnico, non è previsto l’allargamento a partecipanti diversi da quelli già convocati”.

 Il Pd umbro in prima linea – L’attenzione del Partito Democratico, a tutti livelli, per le sorti delle acciaierie ternane, pezzo fondamentale del nostro patrimonio industriale, dei lavoratori e delle loro famiglie, è altissima. E’ forse utile ribadirlo a beneficio di quanti dimostrano di avere la memoria troppo corta”. Così Giacomo Leonelli, segretario regionale del Pd Umbria, risponde a quanti puntano il dito contro il Pd. “Il Partito Democratico – spiega Leonelli – ha sempre testimoniato la sua vicinanza ai lavoratori delle acciaierie, ha sempre ribadito la strategicità di Ast per l’Umbria, ha sempre dimostrato di essere in prima linea nella difesa del futuro dell’azienda, mettendoci la faccia, come è successo qualche giorno fa, quando siamo andati davanti allo stadio Liberati, o lunedì scorso, quando abbiamo incontrato lavoratori e rsu davanti ai cancelli della fabbrica”. “E lo ha fatto senza slogan e pagliacciate, senza limitarsi a proposte roboanti o manifestazioni di puro folklore, ma organizzando riunioni e attivi di partito, – sottolinea Leonelli – partecipando ai presidi delle rsu al fianco dei lavoratori e sostenendone la mobilitazione, sollecitando la partecipazione di esponenti nazionali del partito a incontri e assemblee, l’ultimo in ordine di tempo con il responsabile economico nazionale Filippo Taddei, sostenendo l’impegno dei vertici delle istituzioni locali, in molti casi esponenti democratici, per una positiva risoluzione della vertenza”. “Lo stesso tavolo convocato per oggi pomeriggio – aggiunge il segretario – nasce da un ordine del giorno a firma Leonelli, Castellani, Marini presentato e votato in direzione nazionale Pd e relativo alla necessità di impegnare il governo nella trattativa con i vertici dell’azienda”. “Questo dimostra – conclude Leonelli – che il Pd e le istituzioni che il Pd rappresenta sono impegnati responsabilmente e fino in fondo per assicurare un futuro di sviluppo e occupazione alle acciaierie di Terni”.