Francesco Perciavalle per Arturo Ferrucci (ex addetto al personale coinvolto nell’inchiesta “Do ut Des” della Forestale), Oliver Thus per Corrado Vicentini (anche lui coinvolto nella stessa vicenda), Lucia Morselli prosegue il suo piano di riorganizzazione della dirigenza aziendale che, almeno a quanto trapela da Viale Brin, sembra attingere sempre di più a manager tedeschi.
Nei prossimi giorni potrebbero arrivare infatti altre nomine dalla Germania, ma nel frattempo la Cgil lancia l’allarme sull’indotto. In particolare è Alessandro Rampiconi, coordinatore delle Rsu sull’indotto, a riportare l’attenzione sulla questione dell’accordo firmato al Mise: “In queste ore – dice Rampiconi in una nota – dove si sta ridisegnando il management di AST, al di là del tifo e delle speranze di qualche addetto ai lavori, vogliamo ricordare che dall’accordo del 3 dicembre 2014 abbiamo ancora da risolvere la vicenda dell’indotto AST che rischia di cadere nel dimenticatoio. Sarebbe utile capire se il cambio deciso dall’AD di AST sia anche in funzione per un cambio di passo rispetto al sistema degli appalti di Viale Brin, che ha iniziato a fibrillare durante la vertenza e ancora non si è fermato. La causa della fibrillazione va ascritta ad un atteggiamento ondivago di AST e da una minimizzazione da parte delle ditte interessate alla discussione dei capitolati..
Dietro al sistema degli appalti ci sono i lavoratori e le loro famiglie, molte delle quale si trovano in un sostanziale disagio causato dalla perdita del lavoro, o qualche volta da un significativo peggioramento delle condizioni. Anche le istituzioni locali che avevano portato un contributo per la definizione dell’accordo è ora che sostanzino quanto dichiarato. Oltre 300 Lavoratori sono stati espulsi dal ciclo produttivo e a tutt’oggi non hanno avuto risposte in merito. Senza contare l’abbandono dei lavoratori in sub-appalto che come sempre sfuggono alle statiche ed alle eventuali misure per salvaguardare l’occupazione e le professionalità.
Rimane insoluta la vicenda dell’ISE che ha subito una internalizzazione da parte della committente Ilserv, più volte trattata anche in Prefettura e bruscamente interrotta per la mancanza di volontà della committente che non ha voluto ascoltare le possibilità proposte, per lenire almeno in parte la sofferenza di 9 lavoratori che finiranno la cassa in deroga e si ritroveranno senza altri ammortizzatori sociali conservativi. L’ISE rappresenta un esempio senz’altro negativo di come si debba affrontare la problematica, servono soluzioni per mantenere quanto previsto dagli accordi sottoscritti, sapendo che serve anche un quadro generale di rifermento. Per questo non ci stancheremo mai di chiedere l’attivazione di un tavolo Prefettizio per giungere ad un accordo che regolamenti il sistema degli appalti in AST e nella Provincia di Terni”.