Niente firma del protocollo sulla sicurezza relativo all’Ast. Il tavolo di questa mattina, presso la Prefettura di Terni, tra le parti interessate è durato una manciata di minuti: giusto il tempo di verificare l’indisponibilità delle organizzazioni sindacali alla firma. Una decisione presa dopo l’ultimo confronto tra l’amministratore delegato di Ast Massimiliano Burelli e le Rsu che nelle ultime ore avevano proclamato uno sciopero.
Contrariato da quanto accaduto il prefetto De Biasi, visto anche che al “Protocollo per la pianificazione di interventi in materia di salute, ambiente e sicurezza nell’ambito della Acciai Speciali Terni e delle sue divisioni” si lavorava da quasi un anno.
Le segreterie provinciali di Terni di Fim Cisl, Fiom Cgil, Uilm Uil, Fismic Confsal e Ugl hanno diramato una nota in cui ribadiscono “il valore strategico del Protocollo sulla sicurezza”. “Confermiamo – evidenziano – con il nostro impegno il lavoro che in questi lunghi anni hanno profuso per la realizzazione, il miglioramento e l’applicazione degli intenti contenuti all’interno dello stesso. Ringraziamo il Prefetto e le Istituzioni presenti in questi mesi per il contributo dato e ci scusiamo per “l’impasse” determinatosi e di certo non voluta dalle scriventi organizzazioni sindacali. Facciamo notare che nell’ipotesi di accordo ancora una volta si registra l’assenza delle associazioni datoriali, fatto estremamente grave, vista la presenza di diverse e numerose aziende a loro associate operanti nel sito. Esprimiamo forte preoccupazione per il comportamento di Acciai Speciali Terni che con i propri atteggiamenti nelle relazioni sindacali non favorisce un clima positivo di relazioni come è stato sempre nella storia di AST. La decisione di non sottoscrivere oggi il protocollo è il risultato di una poco attenta valutazione da parte dell’azienda delle tante criticità presenti nel sito, da tempo non valutate con la dovuta attenzione dal management locale. Le OO.SS. riconfermano a Sua Eccellenza il Prefetto la disponibilità alla firma del protocollo, da noi sempre sollecitato e richiesto, in un quadro di regole certe e comportamenti corretti e coerenti”.
Anche la federazione Usb interviene su quanto accaduto. Di seguito il comunicato stampa. “Una riunione lampo quella che si è prodotta oggi presso la Prefettura di Terni, dove non è stato possibile procedere alla sottoscrizione del “Protocollo per la pianificazione di interventi in materia di salute, ambiente e sicurezza nell’ambito della Acciai Speciali Terni e delle sue divisioni”, articolato documento scaturito da una serie di tavoli istituzionali ed aziendali che hanno visto i numerosi soggetti coinvolti (istituzionali e sindacali) impegnati per quasi un anno. Comprensibile quindi la reazione contrariata ed irritata di S.E. il Prefetto di Terni.
Comprensibile non è invece la totale chiusura che l’Azienda ha opposto alle richieste delle RSU che, unitariamente, hanno proclamato uno sciopero di due ore articolato nella giornata di oggi e lunedì, proprio per denunciare le scelte di ordine organizzativo interne sul personale e che rafforzano le criticità e le problematiche legate al delicato tema della sicurezza. La conferma di come la realtà dello stabilimento, delle ditte appaltatrici e le condizioni complessive dei lavoratori nello stabilimento, non trovino evidentemente il sufficiente riscontro negli intenti richiamati nel Protocollo su ambiente e sicurezza che si sarebbe dovuto sottoscrivere, seppur condivisibili.
Una tempistica quindi, quella della sottoscrizione del Protocollo e quella della proclamazione dello sciopero, che ha determinato un cortocircuito che nemmeno le Segreterie provinciali hanno potuto gestire e che lascia sul piatto ed irrisolti tutti i problemi emergenti dell’AST legati all’organizzazione, gestione del lavoro e delle dotazioni organiche. Basti richiamare la problematica relativa agli interinali il cui contratto è in scadenza al mese di settembre e che l’Azienda, al momento, sembra non voler rinnovare. Tutte problematiche quindi che confermano le criticità prodotte dall’accordo del 2014. Un fatto quello occorso oggi, che si cala in un contesto molto delicato per l’AST ed i lavoratori, nel quale il tema della vendita dello stabilimento ha alimentato le preoccupazioni e determinato azioni e reazioni non solo da parte del sindacato ma anche delle Istituzioni.
Tarda ad arrivare la convocazione del tavolo al MISE e per questo la Federazione, di concerto con gli organismi nazionali che seguono il settore, si adopererà per mettere in campo le idonee azioni utili ad aprire un confronto a tutto campo per accendere un focus e la giusta attenzione sul futuro e prospettive di un sito siderurgico strategico non solo per il nostro territorio, ma per il Paese tutto”.